Meritocrazia Italia chiede la compatibilità degli assegni di invalidità con i redditi da lavoro autonomo o dipendente fino a 40.000 euro lordi anno
Meritocrazia Italia richiama l’attenzione sulla non cumulabilità tra assegni di invalidità e redditi da lavoro, sollecitando il governo a intervenire con misure correttive a tutela delle persone con disAbilità.
La sentenza della Corte costituzionale n. 152 del 23 giugno 2020 ha riconosciuto l’insufficienza delle attuali pensioni di invalidità, riconoscendo la necessità di ridefinirne gli importi per garantire il sostentamento delle persone disAbili. Tuttavia, permangono ingiustificate limitazioni reddituali che penalizzano coloro che cercano di conciliare lavoro e disAbilità.
Attualmente, le persone con gravi disAbilità, per le quali è stata accertata una limitazione permanente delle capacità lavorative, si trovano di fronte a una scelta difficile: lavorare e perdere la pensione, oppure rimanere inoccupate per non superare i limiti reddituali. Per chi riesce a trovare un impiego, un eventuale reddito da lavoro anche minimo potrebbe comportare l’impossibilità di accedere agli aumenti indicati dalla Corte costituzionale. Redditi superiori a 19.461 euro lordi annui escludono gli invalidi totali da qualsiasi beneficio economico. Tali limiti si riducono ulteriormente a 5.725 euro annui per gli invalidi civili parziali gravi, con una percentuale di invalidità tra il 74% e il 99%.
Di fatto, si ritiene che redditi equivalenti a una pensione minima di un cittadino non disAbile possano, contemporaneamente, garantire il sostentamento economico e rispondere alle esigenze di cura di una persona con disAbilità.
Questa situazione rappresenta una grave negazione dei principi di inclusione sociale e pari opportunità.
Per molte persone con disAbilità, le residue capacità lavorative non bastano a coprire i costi di assistenza necessari per garantire una vita autonoma e dignitosa. Spesso, l’intero reddito guadagnato viene impiegato per far fronte alla mancanza di adeguato supporto assistenziale o per esigenze di cura. E il lavoro diventa più un peso che una soluzione.
Meritocrazia Italia chiede che venga riconosciuta la compatibilità tra l’assegno di invalidità e un reddito da lavoro, quantomeno fino a 40.000,00 euro lordi all’anno, derivante da lavoro autonomo o da lavoro dipendente. Questa misura, oltre a essere giusta e necessaria, incentiverebbe l’inclusione lavorativa delle persone con disAbilità, contribuendo alla crescita dell’intera società e al PIL del Paese e darebbe a tali cittadini la possibilità di esercitare concretamente il proprio diritto al lavoro.
Meritocrazia chiede, ancora una volta, al governo e a tutte le forze politiche di lavorare alla riforma di un sistema ancora fatto di assistenzialismo e che non premia il merito e l’autodeterminazione.
Stop war.