Meritocrazia Italia denuncia l’assenza della modifica della legge elettorale nella competizione elettorale
Cade il governo, il presidente della Repubblica scioglie le Camere e il 25 settembre, con qualche mese di anticipo, l’Italia tornerà a votare per eleggere il nuovo parlamento.
Pochi leader in lizza si riuniscono a Rimini per parlare dei massimi sistemi, non senza schernirsi ed esibire il tema di migliore impatto mediatico, un effluvio di parole per colmare il vuoto della grande, ingiustificabile assenza del dibattito sui propositi di riforma della legge elettorale.
Eppure la riforma era stata preannunziata come corollario della riduzione del numero dei parlamentari, decisa con la legge costituzionale del 2019 e confermata dal referendum del 20 e 21 settembre 2020 con la finalità di garantire che il diritto di voto dei cittadini si traducesse in corretta divisione dei seggi parlamentari.
Ed è noto il grave vulnus di rappresentatività che induce l’attuale sistema elettorale che da un lato invia sui territori candidati che dovrebbero rappresentare i cittadini, dall’altro non dà ai cittadini la possibilità di votarli con inevitabile limitazione del potere di scelta che di fatto, non prevedendo preferenze, porta alla nomina dei parlamentari, piazzati nelle postazioni vincenti dalle segreterie dei partiti, e non scelti dai cittadini elettori.
Così la riforma della legge elettorale, tradizionale cavallo di battaglia di ogni competizione elettorale che si rispetti, non e’ piu’ una priorita’ semplicemente perché l’interesse politico ha trovato una modalità eccellente per mettere a tacere quei milioni di voti in grado di destabilizzare ogni tipo di equilibrio e di confutare ogni previsione statistica: prudenza ed immobilismo.
È, questa, una necessità, non una scelta politica. Primum vivere, resta l’imperativo per tutti sebbene vi sia ormai un’ampia consapevolezza sui molti limiti manifestati da tutti i sistemi elettorali escogitati (più o meno furbescamente) nella seconda/terza repubblica.
Meritocrazia Italia ha annunciato nei giorni scorsi la scelta di restare fuori da una competizione molto lontana dal ricordare che la politica è prima di tutto servizio al cittadino e la democrazia è espressione ineludibile della sovranità del popolo.
Nell’auspicio quotidiano di garantire i diritti e gli interessi di tutti coloro (milioni di italiani) che non si sentono tutelati e ascoltati porta avanti la propria missione lavorando sulla formulazione di un progetto di riforma elettorale che individui soluzioni coerenti e sistemiche di effettivo ritorno alla rappresentatività e denuncia l’anomala assenza nel dibattito politico della necessità di approvare, tra i primi impegni del nuovo parlamento, una nuova legge elettorale che dia ai cittadini la possibilità di scegliere anche i candidati. L’attuale sistema è anti democratico atteso che poche teste decidono il destino di un intero popolo. E’ tempo di dire no all’intollerabile potere di veto dei numerosi attori della politica che padroneggiano il contesto italiano attuale occultando i sacrifici e il lavoro dei cittadini (veri protagonisti), ai fragili equilibri delle opportunistiche coalizioni di governo, alle convenienze contingenti ed effimere dei partiti più grandi.
A volte fare un passo indietro significa andare avanti.