Meritocrazia Italia: i Partiti discutano delle priorità del Paese e non sulla spartizione dei seggi
Meritocrazia Italia auspica un momento di confronto importante tra i partiti che si contenteranno la maggioranza del Paese. Il confronto dovrebbe servire a migliorare le proposte di tutti i partiti.
Dovremmo assistere ad una discussione garbata, serena e programmatica nella quale le idee migliori vincono.
Ad oggi la politica si “avvita” sui soliti “balletti elettorali” dimenticando che c’è un Paese in profonda difficoltà, le cui le esigenze reali nemmeno lambiscono le agende dei nostri rappresentanti, apparentemente impegnati più nella ricerca del posizionamento vincente che non nella stesura di un programma di governo, che sia effettivamente calibrato sulle priorità della cittadinanza.
È il momento di osare ! È il momento in cui l’Italia deve entare in una fase progettuale imponente che dia al nostro Paese la leadership mondiale.
Ambiente, tassazione, giustizia, equità sociale, economia del territorio devono essere non slogan ma effettivi propositi del futuro Governo.
Nella profonda convinzione che parta dalla cittadinanza attiva il primo contributo alla costruzione di un sistema capace di dar tutela ai diritti fondamentali e di assicurare un’equa distribuzione delle opportunità, Meritocrazia Italia conferma il suo impegno propositivo, ponendo a beneficio di tutte le forze politiche le proprie proposte di miglioramento del sistema Paese, come contenute nel Progetto Italia già inoltrato alle competenti segreterie di partito.
In quest’ottica di cooperazione virtuosa e senza richieste di tornaconto personale e di posizionamento, l’obiettivo primo deve essere restituire effettività ai diritti civili, ripartendo dal ripensamento dei modelli di vita cittadini, dal miglioramento dei livelli di inclusione lavorativa, sociale e finanziaria, dalla valorizzazione e tutela delle risorse ambientali, con attenzione particolare per le aree che vivono una situazione di maggior affanno.
Ecco allora che, pur richiamando con vigore tutte le proposte di intervento puntualmente articolate nel citato Progetto Italia, oggi Meritocrazia invoca l’inserimento, nelle agende politiche dei vari schieramenti, di alcuni punti essenziali e non differibili, che possano fungere da minimo comune denominatore di ogni futura agenda di Governo, evidenziando
a)- l’adozione di una Agenda climatica ed ambientale straordinaria, riportando l’attenzione sulla necessità di riconoscere, assieme al bisogno di misure immediate intese a garantire l’approvvigionamento idrico, la riduzione delle dispersioni, il riuso delle acque e la programmazione in investimenti infrastrutturali necessari, l’urgenza di avviare un grande piano nazionale, che ridisegni le politiche di adattamento e salvaguardia dell’ecosistema, puntando sull’abbattimento delle emissioni climalteranti, con interventi di medio-lungo periodo, accompagnati dalla promozione di una migliore educazione al rispetto e all’adozione di condotte di consumo più consapevole e responsabile, rivolte al contenimento degli sprechi. I cittadini avvertano la responsabilità del proprio disagio.
b)- l’adozione di un vero e proprio Piano energetico nazionale, che preveda un nuovo mix di forniture e fonti, accelerando la realizzazione degli impianti di rinnovabili e sbloccando, nell’interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree, aumentando il prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivando gli investimenti previsti sui rigassificatori, così come lo sfruttamento dei diversi giacimenti di litio tra Lazio e Toscana, con pozzi che contengono i valori più alti al mondo di litio per il litro d’acqua;
c)- l’adozione di logiche premiali a favore delle città green, attraverso contributi annuali a fondo perduto per chi dovesse raggiungere nell’arco dei prossimi 5 anni la riduzione del 90% di immissioni in atmosfera di gas e benzene (come approfondito al punto 3), attraverso mobilità elettrica supportata da energia alternativa (sfruttando anche gli eco bonus delle ristrutturazioni edilizie), e la conversione edilizia di immobili vetusti non utilizzati da più di 10 anni, dedicandoli ad iniziative sociali e culturali ;
d)- la stipula di un nuovo “Patto sociale nazionale del lavoro e dell’impresa”, al fine di garantire una uniformità di tutele e di diritti, con l’obiettivo di consentire un taglio del cuneo fiscale non indifferenziato, ma ancorato a sistemi premiali di rilancio dell’occupazione e dell’aumento salariale in busta paga ad opera delle imprese virtuose, consentendo l’abbassamento del costo del lavoro, la detassazione degli aumenti contrattuali, la decontribuzione del welfare aziendale, il ripensamento del sistema degli ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza, da trasformare in ‘reddito di inserimento’ in funzione di recupero di una concreta politica e attività di avviamento al lavoro, con previsione di durata non superiore ai 18 mesi ;
e)- la rivisitazione del sistema tributario e contributivo su parametri di equità e sostenibilità, verso una semplificazione e una riduzione della pressione fiscale a favore delle famiglie e delle imprese, senza trascurare la lotta serrata all’evasione e l’esigenza di istituzione di una Agenzia delle Uscite nazionale, per provvedere al pagamento immediato dei debiti dello Stato nei confronti dei privati cittadini e delle imprese, consentendo in mancanza, con espressa previsione normativa, la possibilità di utilizzazione dei crediti erariali certificati anche prima dell’invio della dichiarazione dei redditi e per qualsiasi forma di compensazione fiscale;
f)- il rilancio della ricerca scientifica e della formazione, da considerare alla stregua di investimenti produttivi e non come voci di spesa, mediante una redistribuzione adeguata di investimenti su tutto il territorio nazionale, al fine di abolire il divario che oggi è dato riscontrare tra le aree settentrionali e quelle meridionali del Paese, ripartendo dalla correzione degli errori dei tagli alla Sanità pubblica dettati dalle regole di austerity.
Sono solo alcune delle proposte a priorità di intervento, ma quel che è essenziale è che si torni a discutere nel merito dei programmi e degli interventi, perchè, fino ad ora, non pare la discussione sia in tal senso orientata.