Meritocrazia Italia: Stop sbarchi
Lampedusa chiede lo stato di emergenza. E, mentre in tanti soffrono, il clamore mediatico cresce e si riaccende la querelle tra le forze di Governo e quelle di opposizione, che si scambiano reciproche accuse.
Nel frattempo anche quegli amministratori locali che si dicevano a favore dell’accoglienza incondizionata iniziano ad avvertire tutte le difficoltà oggettive che la assoluta disorganizzazione e la insostenibilità dei numeri portano con sé.
L’Europa, dal suo, sembra sorda alle richieste di aiuto e si limita a rilasciare dichiarazioni di circostanza.
Soliti inutili proclami. Soliti sterili polemiche senza prospettiva.
Le domande che si pongono tutti sono: come si è arrivati a questo punto? E perché, nonostante il tanto dire, non si è mai fatto nulla per arginare in fenomeno, per risolvere, o almeno contenere, un problema cronico, un’emergenza che dura da anni e si va acuendo irrimediabilmente?
Il Trattato di Schengen, a cui ha aderito anche l’Italia nel 1990, prevede in modo molto dettagliato «il respingimento alla frontiera di cittadini di Paesi terzi che non soddisfino i requisiti di ingresso nello spazio Schengen» (Art. 14 Refusal of entry). E il respingimento alla frontiera può essere disposto solo con un provvedimento motivato che ne indichi le ragioni e precisamente mancanza di visto di ingresso valido o di altra documentazione che giustifichi l’ingresso nello spazio Schengen; mancanza di requisiti per ‘’ingresso nello spazio Schengen, come ad esempio il possesso di un passaporto valido o di un’assicurazione sanitaria; sospetta minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna o la salute pubblica; sospetta violazione del diritto dell’Unione europea, come ad esempio la violazione delle norme in materia di asilo o di immigrazione.
In caso di respingimento alla frontiera, lo straniero è obbligato a rientrare nel Paese di origine o di provenienza a bordo del vettore che lo ha condotto al valico di frontiera.
Il respingimento alla frontiera è una misura di ultima istanza, da adottarsi soltanto in via residuale, quando non sono possibili, ad esempio, il rimpatrio o la concessione di un permesso di soggiorno.
La decisione di respingimento può essere impugnata dinanzi all’a.g. Questo, per vero, accade regolarmente, sì che alla fine tantissimi clandestini possono rimanere in attesa a lungo in attesa di pronunciamenti che, si sa, seguono procedure lentissime. Nelle more, ci si disperde o, nella migliore delle ipotesi, si attende un eventuale decreto di espulsione a sua volta impugnabile.
L’Italia non attua a pieno il Trattato di Schengen, e questo consente a Francia, Germania e Austria di proteggere il loro confine per impedire che tanti clandestini accedano ai loro territori.
Le persone che riescono a passare il confine con la Francia, la Germania e l’Austria sono ‘rispedite’ in Italia, come previsto dal Trattato di Dublino, o regolamento di Dublino. Questo accordo, che rientra nel trattato di Schengen, è stato firmato anche dall’Italia e detta le regole per la determinazione dello Stato membro competente per esaminare una domanda d’asilo presentata da un cittadino di un paese terzo. Il principio fondamentale del trattato di Dublino è quello del primo paese di ingresso. In base a questo principio, lo Stato membro in cui il richiedente asilo è entrato per la prima volta nell’Unione europea è competente per esaminare la sua domanda.
L’Europa, dal suo, non può concedere alcun aiuto all’Italia proprio perché esistono Trattati Europei ben precisi che regolano questa materia: Official Journal of the European Union – REGULATION (EU) 2016/399 OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL of 9 March 2016 on a Union Code on the rules governing the movement of persons across borders (Schengen Borders Code).
È arrivato il tempo anche per il nostro Governo di attuare i Trattati Europei a cui ha aderito il nostro Paese.
Ed è tempo di visione prospettica, per garantire a chi si sceglie di accogliere una vita dignitosa.
Stop agli sbarchi. L’ondata di arrivi deve essere arrestata, evitando le partenze, grazie a un serio lavoro diplomatico e a un’attività di sostegno e aiuto che consenta ai Paesi in difficoltà di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Perché nessuno sia costretto ad abbandonare la propria terra alla disperata ricerca di una fortuna difficile da trovare, specie in un tale quadro di allarme sociale.
Senza garanzie di sostenibilità degli arrivi, non ha senso neppure ragionare sulle indispensabili strategie di integrazione.
Oltre alle tantissime proposte già condivise negli scorsi mesi, Meritocrazia Italia propone di:
– implementare sistemi innovativi per individuare con certezza la provenienza dei migranti utilizzando la tecnologia LADO (Language analysis for the determination of origin). L’analisi linguistica per la determinazione dell’origine (LADO) è uno strumento utilizzato nei casi di asilo per determinare l’origine nazionale o etnica del richiedente asilo, attraverso una valutazione del suo profilo linguistico. A tal fine, viene registrato e analizzato un colloquio con il richiedente asilo;
– utilizzare le conoscenze scientifiche per stabilire con esattezza l’età dei migranti e prevenire il fenomeno delle dichiarazioni mendaci sulla data di nascita, come ad esempio il modello avanzato di intelligenza artificiale (AI) che utilizza le radiografie del torace per stimare con precisione l’età cronologica di un paziente sviluppato dagli scienziati della Osaka Metropolitan University. Un sistema scientifico che consente anche di determinare, quando c’è una disparità tra le dichiarazioni e la misurazione effettuata, se ci sono correlazioni con una malattia cronica;
– adottare un sistema basato sull’intelligenza artificiale per analizzare le richieste di asilo e accelerare tutto il processo di valutazione delle pratiche.
Stop war.