Meritocrazia Italia sul decreto Lavoro: si doveva osare di più

Meritocrazia Italia sul decreto Lavoro: si doveva osare di più

Il Governo vara, proprio nella giornata celebrativa del 1 maggio, il decreto lavoro.
Gli interventi più rilevanti, e anche di maggior impatto mediatico e sociale, riguardano sicuramente l’abrogazione, da dicembre 2023, del reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall’assegno di inclusione.

Secondo quanto emerge dalla prima bozza condivisa, il nuovo assegno di inclusione arriverà a gennaio 2024 e potranno beneficiarne i nuclei familiari con disAbili, minori e over 60. La misura dovrebbe essere erogata per 18 mesi, e rinnovarsi, dopo un mese di stop, per periodi ulteriori di 12 mesi. I requisiti per richiederla sarebbero, in sintesi, cittadinanza Italiana da almeno 5 anni (non più 10, rispondendo così alla procedura di infrazione sollevata dalla Commissione europea); un ISEE non superiore ad € 9360,00; un reddito familiare inferiore ad € 6000,00, un patrimonio immobiliare non superiore ad € 15.0000,00 (valore ai fini IMU) e un patrimonio mobiliare con auto di proprietà non superiore ai 1600 cc, motocicli di 250 cc.
L’assegno verrà perso dall’intero nucleo se dovesse essere rifiutata un’offerta di lavoro con contratto di lavoro a tempo inde-terminato o determinato superiore ai 12 mesi (anche part-time superiore al 60%) su tutto il territorio nazionale; il vincolo della distanza da casa (fino ad 80km dal luogo di domicilio) resta solo per i contratti a tempo determinato inferiore ai 12 mesi e non meno di un mese. Per i contratti fino a 6 mesi, l’assegno sarà temporaneamente sospeso. Quest’obbligo di accetta-zione smantella completamente l’istituto dell’offerta di lavoro “congrua” che lasciava la possibilità al percettore del sussidio di rifiutare l’offerta di lavoro che non riteneva idonea alle sue competenze, aspirazioni ed alla distanza dal domicilio entro i 40 km, con la possibilità di rifiutarla fino a 3 volte prima di perdere il sussidio.
In tantissime occasioni Meritocrazia Italia ha chiesto una revisione del sistema del reddito di cittadinanza, anche alla luce delle criticità e degli abusi registrati. Il cambiamento oggi sembra essere un passo avanti, ma si auspica un più efficace sistema di controlli sulla sussistenza di presupposti e condizioni per richiederlo e conservarlo. Da implementare le modalità di riconoscimento del sussidio, l’unica forma di controllo sono l’indicatore ISEE e reddituale che non sono sufficienti, ed è stato dimostrato che incentivano il lavoro irregolare.

Il decreto interviene, altresì, sul cuneo fiscale a carico dei lavoratori con retribuzione annua lorda (RAL) fino ad €35.000,00, prevedendo un taglio dell’aliquota contributiva di 4 punti percentuali, che si vanno a sommare ai 3 punti percentuali per le RAL fino ad € 25.000,00 e di 2 punti percentuali per le RAL da € 25.001,00 fino ad € 35.000,00 introdotti dalla legge di bilancio 2023.
Tale intervento una tantum, di 6 mesi, da luglio a dicembre 2023 è limitato nel tempo, e sarebbe auspicabile intervenire in maniera strutturale e definitiva e non con interventi spot.

Si interviene, anche e per l’ennesima volta, sulla disciplina del contratto a tempo determinato, realizzando la tredicesima novella sul tema dal 2001 ad oggi.
In sintesi: viene conservata la disciplina attuale che consente l’assunzione a termine senza “causale” per un massimo di 12 mesi; si prevede la determinazione delle “causali” per i contratti a termine maggiori di 12 mesi, comunque non superiore ai 24 mesi, o in caso di riassunzione dello stesso lavoratore con identico inquadramento contrattuale anche con contratti a termine inferiore ai 12 mesi; sembra superato l’istituto dello “stop and go” e dell’incremento contributivo dello 0,5% aliquota carico datore di lavoro per ogni ulteriore proroga. Le nuove causali sono affidate alla contrattazione collettiva (nazionale, territoriale e aziendale) che ne regolamentano le motivazioni e la corretta applicazione. In alternativa, le causali potranno essere inserite su accordo tra le parti, unicamente per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva utilizzabili fino al 31/12/2024, riproponendo di fatto, il legislatore, il famoso “causalone” analogo a quello disciplinato dal d.lgs. n.368/2001, che, come si ricorderà, ha generato un notevole contenzioso giudiziario.
Certamente si apprezza il tentativo di procedere ad uno snellimento parziale dell’istituto, che, però, a conti fatti, non muta affatto forma né sostanza, rappresentando così l’ennesima occasione persa sul piano della effettiva disciplina della contrattazione a termine. Probabilmente, sarebbe stata più incisiva una precisa delimitazione settoriale della possibilità di ricorso a tale tipologia contrattuale a certo tempo, in considerazione delle esigenze di stagionalità di determinati comparti ovvero per far fronte ad inaspettati picchi di attività, lasciando per il resto campo libero all’assunzione a tempo indeterminato, quale forma naturale di rapporto lavorativo subordinato, in continuazione con la riforma del Jobs Act e le relative tutele oramai a regime.

Nella giusta direzione i bonus e gli incentivi all’occupazione under 30. I datori di lavoro che assumeranno giovani fra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano (i c.dd. Neet), avranno un bonus fino al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Inoltre, a quelli che assumeranno a tempo indeterminato i beneficiari del nuovo assegno di inclusione sarà riconosciuto un esonero contributivo del 100% aliquota contributiva carico datore di lavoro fino ad un massimo di 8mila euro l’anno, per 12 mesi. Altri interventi sicuramenti apprezzabili: Fringe benefit estendibili dagli attuali €. 258,00 fino a 3.000,00 per i dipendenti con figli a carico e il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze

Sotto altro angolo prospettico, nondimeno, non si abbandoni la logica della previsione di meccanismi di contrasto all’aumento delle povertà e di sostegno collettivo per il sostentamento di quanti sono privi di un lavoro, anche in considerazione delle conseguenze dei processi di robottizzazione ed e-commerce.



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