Meritocrazia Italia sulla parità di genere: si tratta insegnamento anche dalle scelte del Papa degli ultimi anni

Meritocrazia Italia sulla parità di genere: si tratta insegnamento anche dalle scelte del Papa degli ultimi anni

Suor Simona Brambilla guiderà il dicastero per la Vita consacrata e le società di vita apostolica, diventando una delle prime donne a cui un Papa ha affidato un ruolo apicale.

I dicasteri (16 in tutto) sono organi divisi per materia e competenza.
Ogni dicastero è presieduto da un prefetto e i suoi membri sono cardinali, vescovi, sacerdoti e laici.

È un gesto rivoluzionario quello compiuto da Papa Francesco nelle ultime settimane, che è stato l’apice di una pluralità di nomine, tutte al femminile, eseguite negli anni.
Oltre alle donne nominate sottosegretari di Dicasteri, Papa Bergoglio ha scelto nel 2016 Barbara Jatta al vertice dei Musei Vaticani e nel 2022 una suora, Raffaella Petrini, come Segretaria Generale del Governatorato, un ruolo solitamente assegnato a un Vescovo. Quest’ultima, lo scorso 1 marzo è diventata prima Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.

L’investitura di suor Simona Brambilla impone un necessario approfondimento circa i concreti risultati raggiunti dalla Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, adottata dall’Italia come priorità trasversale del Piano di Ripresa e Resilienza in termini di inclusione sociale.
Si tratta di un documento strategico che si pone cinque priorità: lavoro, reddito, competenze, tempo e potere, fornendo obiettivi a medio termine da raggiungere entro il 2026.
A fianco a detta iniziativa, per promuovere la parità di genere, è stata predisposta “L’Agenda 2030”, che è il quadro di rife-rimento globale attraverso il quale, nel 2015, le Nazioni Unite hanno tracciato la rotta per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo. Un impegno collettivo per promuovere lo sviluppo sostenibile a livello mondiale, mettendo al centro le per-sone, il Pianeta, la prosperità e la pace. Tra gli obiettivi prefissati c’è quello di “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne, troppo spesso ancora vittime di discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo”.

Negli ultimi anni, molti sono stati i passi in avanti compiuti dall’Italia per l’affermazione della parità di genere: basti pensare al rafforzamento della legislazione su parità salariale e trasparenza retributiva (l. n. 162 del 2021) che mira ad affrontare il di-vario retributivo tra uomini e donne e ad incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; al riconoscimento di incentivi alle aziende che offrono maggiore flessibilità e migliori condizioni per la conciliazione tra lavoro e vita familiare (incluso il potenziamento del congedo di paternità) e la normativa messa in campo, a partire dal 2019 e che si sono susseguite contro la violenza di genere e nello specifico contro la violenza domestica.

Nonostante ciò, l’analisi del divario di genere in Italia mostra una realtà complessa: da un lato ci sono stati progressi significativi, anche in tema di incremento di leadership femminile, ma dall’altro restano problematiche che richiedono interventi mi-rati.

Meritocrazia Italia crede fermamente nell’importanza della parità di genere come massima espressione, fra l’altro, del principio di uguaglianza consacrato nella Costituzione; ritiene per questo indispensabile un cambiamento culturale oltre che istituzionale. Occorre naturalizzare il concetto di inclusione sin dalla nascita, affinché uomini e donne possano competere alla pari e contribuire al progresso collettivo.

Meritocrazia Italia crede fondamentale che le politiche di sostegno, come incentivi per l’occupazione femminile e aiuti economici per le famiglie, diventino una priorità. La parità di genere non può rimanere un obiettivo irraggiungibile.
Allo stesso modo, il mercato del lavoro continua a essere un terreno fondamentale per l’uguaglianza di genere. La strategia nazionale per la parità di genere è un passo importante, ma il suo successo dipenderà dall’efficacia nella sua attuazione e monitoraggio.
Solo con un impegno continuo e una visione a lungo termine, l’Italia potrà ridurre il divario di genere e assicurare pari opportunità a tutti i suoi cittadini.

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