MI chiede la revisione della normativa ISEE per anziani e portatori di disAbilità grave

MI chiede la revisione della normativa ISEE per anziani e portatori di disAbilità grave

La valutazione della situazione economica del nucleo familiare, ai fini dell’accesso a diverse prestazione sociali, è ancora l’ISEE, ma per gli anziani e le persone con disAbilità, questo può rappresentare un ostacolo perché impone adempimenti non sempre facilmente gestibili.

Il primo problema è la comprensione per la compilazione della modulistica.
Il sistema di calcolo dell’ISEE è complesso e richiede la compilazione di un’apposita Dichiarazione (DSU) con numerosi dati e documenti. Per anziani e disAbili, che spesso non hanno familiarità con le tecnologie digitali o hanno difficoltà di lettura e scrittura, questo può risultare un ostacolo significativo. Si pone il medesimo intoppo con il ricalcolo annuale.
Eppure si tratta di dati che l’Agenzia delle Entrate ha già a disposizione.

Inoltre il calcolo del “Reddito e del Patrimonio” non sempre rappresenta la realtà. L’ISEE considera sia il reddito che il patrimonio del nucleo familiare, ma, se una coppia di anziani, con redditi da pensione modesti, vive in una grande casa, risulta avere un “patrimonio immobiliare consistente”, che, in verità, spesso genera solo costi per gli anziani che ci abitano.

L’ISEE non tiene conto di alcune specificità degli anziani e dei portatori di handicap, come le spese mediche e assistenziali spesso ingenti. Ciò può penalizzare ulteriormente le persone fragili e non autosufficienti.

Il problema è gravissimo, sol che si pensi che, senza i fondi necessari, alle persone in fragilità è preclusa sia l’assunzione di un assistente personale adeguato, che gli ausili e la mobilità per l’accessibilità. Senza detti fondi i disabili gravi non possono andare a letto la sera, girarsi nel letto la notte, alzarsi la mattina, andare in bagno, lavarsi, bere, fare la spesa, mangiare, pulire la casa, ritirare la posta, telefonare, sbrigare le pratiche negli uffici, uscire di casa,…
Per come attualmente strutturato il sistema spinge le persone con disAbilità a non lavorare, perché perderebbero molto di più in termini di ritorno assistenziale e di welfare per se stessi; discrimina il disAbile lavoratore (che ha dei costi materiali e fisici maggiori), rispetto a un suo collega normodotato, il quale con quelle stesse cifre fa fronte solo alle esigenze di sopravvivenza quotidiana appunto tutte le spese ovvie che ruotano nel quotidiano. La persona con disabilità invece deve dirottare tutto il reddito su chi lo aiuta o sui servizi che non ha; penalizza piccoli lasciti e normali donazioni testamentarie dei propri genitori che amorevolmente fanno per far sì che migliori la capacità economica del proprio congiunto disAbile. Con l’isee si spingono le persone con disAbilità a rifiutare dette attribuzioni, che eventualmente non riuscirebbero a mettere a frutto proprio per la mancanza di reddito disponibile e che viceversa vanno ad aumentare la valutazione isee; favorisce risulterebbe chi illegalmente già evade e nasconde il patrimonio.

Per porre rimedio, Meritocrazia Italia reputa necessario:
– procedere a una semplificazione del sistema di calcolo e della compilazione della DSU;
– introdurre adeguamenti per le spese mediche e assistenziali degli anziani;
– prevedere sportelli di assistenza dedicati agli anziani per la compilazione della DSU;
– prevedere correttivi nella definizione dei parametri di accesso a benefici e servizi, che siano meglio in grado di riflettere le reali esigenze dei singoli.
Al centro di ogni politica vi sia sempre il benessere della persona.

Stop war.



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