MI chiede nuove regole per la raccolta di materiali legnosi. La criticità si trasformi in opportunità
La recente bocciatura in Senato di un emendamento bipartisan, presentato da rappresentanti di tutto l’arco parlamentare, che mirava a classificare i residui legnosi provenienti da potature e pulizia degli alvei fluviali come “sottoprodotti di scarto” anziché “rifiuti”, rappresenta un serio passo indietro per l’economia circolare e la sostenibilità ambientale.
La decisione del Ministero dell’Ambiente di mantenere un’interpretazione restrittiva, equiparando questi materiali a rifiuti, ha sollevato critiche sia dalle associazioni di categoria sia dalle comunità locali, impedendo la possibilità di trasformare tali residui in risorsa per la produzione di energia rinnovabile attraverso biodigestori.
Sebbene il nucleare possa diventare una componente delle diverse fonti energetico in Italia, purché con standard rigorosi di sicurezza e sostenibilità, non rappresenta una soluzione esclusiva. Serve un approccio integrato, con investimenti in fonti diversificate e un’efficiente riqualificazione della rete distributiva nazionale, ormai obsoleta e dispersiva.
Questa scelta avrà numerose ripercussioni.
Anzitutto un impatto economico. Le aziende del settore legno-energia perderanno un’importante fonte di approvvigionamento, con danni stimati in circa 45 milioni di euro
Aumenteranno i costi per cittadini e comuni. Lo smaltimento dei residui comporterà spese aggiuntive tra i 150 e i 180 milioni di euro, gravando sui bilanci comunali e determinando un probabile aumento della TARI.
Si paventa anche una frenata nella sostenibilità. L’Italia rinuncia a sfruttare una risorsa rinnovabile, rallentando il percorso verso la transizione energetica e il contenimento delle emissioni di gas serra.
Tra i rischi ambientali, l’accumulo di materiali legnosi negli alvei fluviali potrebbe incrementare il rischio idrogeologico e causare danni agli ecosistemi.
Questa scelta appare, insomma, contraddittoria rispetto agli obiettivi dell’economia circolare e alle politiche di promozione delle energie rinnovabili. L’emendamento respinto rappresentava un’opportunità per istituire un sistema virtuoso, in grado di generare benefici economici, ambientali e sociali
Meritocrazia Italia chiede un ripensamento da parte del Ministero dell’Ambiente. È fondamentale definire criteri trasparenti per la raccolta dei materiali legnosi, stabilendo quantità precise, modalità operative, valutazioni d’impatto ambientale e sistemi di controllo efficaci.
Solo attraverso un approccio strutturato e lungimirante sarà possibile trasformare una criticità in un’opportunità per un’economia più sostenibile e responsabile.
Stop war.