MI: non si indugi oltre nel riconoscimento normativo della filiazione delle coppie omogenitoriali

MI: non si indugi oltre nel riconoscimento normativo della filiazione delle coppie omogenitoriali

Continua a essere divisiva la questione del riconoscimento della filiazione da genitori dello stesso sesso, sia con riferimento alla trascrizione di atti di nascita formati all’estero, sia per la formazione di atti di nascita e/o riconoscimento di filiazione in Italia, con riguardo ai due padri o alle due madri.
Un nodo che va sciolto.

Lo conferma la recentissima pronuncia della Corte di Appello di Milano la quale, in accoglimento del ricorso avanzato dalla procura, ha dichiarato illegittima l’iscrizione della doppia maternità sul registro degli atti di nascita, ribaltando così la decisione del Tribunale del capoluogo lombardo che di fatto aveva ritenuto valide le trascrizioni dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne nati con procreazione assistita effettuata all’estero. La Corte milanese ha comunque sottolineato la necessità di un intervento legislativo in materia.

L’opinione sul punto è varia. Incidono orientamenti di pensiero e diverse sensibilità, ma quello che spesso sfugge è che ogni decisione riguarda non solo i genitori, ma anche e soprattutto la tutela dei minori. Non può non prendersi atto del fatto che il concetto di famiglia è in costante evoluzione e che l’eterogeneità delle formazioni familiari è una realtà da riconoscere e tutelare, in attuazione dell’art. 2 cost.
Il vuoto normativo sul tema della filiazione delle coppie omosessuali non aiuta.

Punto di partenza di ogni riflessione deve essere il prevalente e innegabile diritto dei figli di conservare ovunque il proprio stato e di essere riconosciuti legalmente come membri di una famiglia stabile e amorevole, tenuto conto che, nel caso di genitori dello stesso genere, per i figli, il mancato riconoscimento genera innegabilmente un vulnus, considerato che il nucleo familiare in cui si troverebbe a crescere rimarrebbe comunque quello di partenza, ma privo di rilevanza e tutela giuridica, con comprensibili conseguenti pregiudizi. Ciò in aperto contrasto con i principi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dalla nostra Costituzione, nonché dalle convenzioni internazionali alle quali l’Italia ha aderito.

Lasciando in disparte la non riconoscibilità della filiazione derivante da maternità surrogata, pratica contraria all’ordine pubblico interno, il riconoscimento legale dei genitori dello stesso sesso, attraverso l’iscrizione nei certificati di nascita dei propri figli, sarebbe un passo importante nel garantire ai bambini la protezione legale e i diritti che derivano dalla filiazione. Negare loro queste tutele rappresenterebbe una forma di discriminazione intollerabile in una società democratica.

Meritocrazia Italia chiede un intervento normativo in questa direzione.
Sarebbe un passo avanti fondamentale per una società realmente inclusiva, rispettosa dei diritti di tutti i suoi membri e consapevole della varietà dei possibili legami affettivi e familiari.

Stop war.



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