MODELLI DI COESIONE SOCIALE IN SICILIA
La dieta mediterranea nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. È un vero e proprio stile di vita, oltre a rappresentare un modello alimentare sano ed equilibrato.
Dalla convinzione che anche attraverso il cibo si possa promuovere l’interazione sociale, è nato alla fine del 2020 a Caltanissetta il ‘Primo Parco Mondiale, policentrico e diffuso dello stile di vita mediterraneo’, per il rilancio culturale, sociale ed economico della Sicilia.
Puntando su due pilastri dell’economia siciliana, l’arte e le produzioni agroalimentari, si può promuovere anche la coesione sociale. Il comune rispetto per il territorio e la biodiversità garantiscono la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.
In Sicilia il cibo come fattore di aggregazione sociale e come ‘piacere di mangiare insieme’ è alla base dell’identità culturale.
La Regione, collocata al centro del Mediterraneo, è sempre stata crocevia di civiltà e culture diverse che, attorno alle risorse tipiche locali quali cereali, frutta, verdura, latticini, pesce e vino, hanno generato un’incredibile fusione di tradizioni di diversi popoli e individui profondamente diversi tra loro per etnia, usi e costumi.
La consumazione del pasto impone un rituale basato sulla partecipazione reciproca e sulla condivisione: questa.
Da queste tradizioni nasce il Consorzio Siciliano Le galline felici, composto da 38 fra fattorie e cooperative sociali con oltre 40 lavoratori. Il consorzio ha partecipato e sostenuto diversi progetti quali:
– FIERI (Fabbrica interculturale ecosostenibile del Riuso) nata nel 2015 a Catania per creare opportunità di formazione e lavoro per disoccupati attraverso il riciclo;
– RisOrti Migranti, che vede coinvolti siciliani e migranti dediti all’agricoltura con l’obiettivo di creare posti di lavoro e offrire una vita dignitosa alle persone svantaggiate (i consumatori sono coinvolti nella fase di produzione, raccolta e vendita attivando relazioni di solidarietà con i produttori e favorendo lo scambio interculturale grazie alla coltivazione di verdure e frutti provenienti da Paesi e tradizioni diverse);
– Lo Faccio Bene: attività educativo-culturale che attraverso la realizzazione di video per scuole o eventi promuove l’intercultura.
Ci sono altri progetti che mirano all’inclusione sociale e lavorativa:
– Arcola e Terramatta, cooperative sociali che si occupano di inclusione lavorativa di persone svantaggiate (detenuti e migranti);
– Il Giardino delle Biodiversità, un tentativo di creare un luogo di incontro per una nuova modalità di cooperazione per lo sviluppo umano, attraverso il lavoro manuale della terra da un gruppo di lavoratori siciliani, europei e migranti.
Le iniziative si concentrano sull’idea di fare rete per facilitare l’accesso ai corsi professionali e al lavoro. Le realtà che producono cibo, ad esempio, sono in contatto con imprese di catering sociale. Attivare relazioni con le aziende locali per ottenere informazioni sullo status giuridico, il background educativo, le possibilità e gli ostacoli incontrati, sono strumenti che facilitano l’ingresso nel mercato del lavoro e ai corsi professionalizzanti.
Il cibo è anche fame, il cibo è dolce ed è amaro. Il cibo ed è ricco, è povero. Il cibo è scoperta, è viaggio. Il cibo è colore e gioia. Il cibo è terra ed è mare. Il cibo è scambio, denaro ma anche spreco. Il cibo è Nord, sud, è est e ovest. Il cibo è casa, è strada. Il cibo è gioco, è lavoro. Il cibo è festa ed è moda. Il cibo è presente ed è futuro.
Ma il cibo è mio, tuo e di tutti.