Modifica della direttiva sulla violenza di genere: è un gravissimo passo indietro

Modifica della direttiva sulla violenza di genere: è un gravissimo passo indietro

Disorienta la scelta di modificare i termini della direttiva europea di contrasto alla violenza di genere e alla violenza domestica approvata l’8 marzo 2022.
Lo scorso 6 febbraio, dopo un’articolata contrattazione sui plurimi aspetti della normativa, volta ad introdurre una serie di misure per garantire un livello uniforme di protezione minimo delle vittime, di persecuzione dei responsabili e di prevenzione della violenza, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla direttiva, concordando su un testo depotenziato nei punti salienti. Tra le altre cose, è eliminata la previsione diretta a estendere la definizione di stupro quale ‘reato a livello europeo’, ora qualificato soltanto come «rapporto sessuale senza consenso».

Le ragioni di tale ridimensionamento sono nel dissenso manifestato da alcuni Stati membri (Bulgaria, Ungheria e Repubblica Ceca) e dovuto a ragioni ideologico-culturali, riferite in particolare a una definizione di ‘genere’ non condivisa a livello internazionale; altri Paesi (Francia, Germania e Paesi Bassi), si sono invece riportati al principio di sussidiarietà. Il diritto penale sarebbe di competenza esclusiva dei singoli Stati aderenti che, in conformità con le rispettive diverse tradizioni giuridiche, sarebbero gli unici legittimati a perseguire reati quale lo stupro. Ciò al fine di garantire la certezza del diritto e la coerenza con i rispettivi quadri normativi nazionali.

Entrambi gli argomenti si espongono a una valutazione critica che peraltro non è mancata, da parte di giuristi e associazioni impegnate nella lotta contro la violenza sulle donne.
Una soluzione di compromesso, insomma, che ha procurato malcontento, se non altro per il segnale negativo rispetto alla forza dedicata al contrasto al fenomeno.

D’altronde, in vista delle imminenti elezioni europee, scelta di buon senso, da parte del Parlamento, sarebbe stata quella di sollecitare almeno un rinvio della discussione a dopo le elezioni, piuttosto che recepire decisioni frutto di compromessi politici che mal si sposano con i diritti fondamentali delle vittime dei reati.

Meritocrazia Italia, sempre attiva nella promozione di iniziative volte a contrastare quello che sta assumendo i caratteri di un’intollerabile emergenza sociale, quale è la violenza di genere, condivide la delusione di chi guardava alla direttiva come un segnale importante di partecipazione, da parte dell’Europa, alla soluzione di un problema gravissimo e comune, anche per il conseguimento di un approccio indifferenziato nelle legislazioni degli Stati membri.
L’auspicio resta che la lotta verso ogni tipo di violenza resti centrale nell’agenda politica europea, e che vengano armonizzati criteri e principi su valori universali non derogabili. Ci si augura altresì che la lotta alla violenza di genere sia intesa nella sua interezza e complessità, con un moto culturale senza barriere o veti.

Stop war.



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