Moralità fiscale
Una questione di fiducia
La lotta all’evasione fiscale non sembra dare grossi risultati, ma il fenomeno è molto meno complesso di quello che appare.
Il concetto di tax morale è stato introdotto nel mondo della giurisprudenza negli anni ’60 da Schmolders, che la definisce come ‘il giudizio morale che la collettività pone in essere nei confronti dell’evasione fiscale e degli evasori’.
È ciò che spinge il contribuente a pagare i tributi; è, insomma, la naturale tendenza all’adempimento spontaneo dei propri doveri fiscali.
La Tax morale è da intendere come “fattore esterno” alla macchina dell’imposizione ed esterno al sistema organizzativo dell’amministrazione pubblica, che però ne è profondamente influenzata.
Analizzando il sistema impositivo, ci si trova dinanzi a diversi sistemi di input e output, alcuni diretti, altri indiretti: mentre le aliquote e le basi imponibili sono totalmente dipendenti dalla volontà e dalla discrezionalità dello Stato, e di conseguenza del Governo, la “moralità fiscale” è al di fuori di questo controllo.
La tax morale infatti condiziona il buon andamento e funzionamento del sistema di tassazione; l’obiettivo dello Stato e del governo sta nel ricercare la ‘complicità’ (rectius, la collaborazione) dei contribuenti nell’adempimento degli obblighi fiscali, non solo in virtù del principio di “autosostentamento” dello Stato, ma anche per la sana efficienza della macchina burocratica finalizzata al sistema di tassazione.
Vi è, però, un forte legame tra l’attitudine al rispetto delle regole, soprattutto fiscali, e il contesto economico, sociale e istituzionale dei contribuenti stessi.
Vi è, cioè, una correlazione positiva assoluta tra i Paesi con maggiore tax morale e il giudizio di fiducia verso le Istituzioni da parte dei contribuenti stessi. Nei Paesi nei quali il livello della moralità è più elevato, vi è una minore evasione fiscale, con la conseguenza di un regime fiscale meno gravoso.
La fiducia nei confronti delle Istituzioni è dunque il primo indizio che permette di comprendere, a livello locale, l’applicazione empirica della ‘tax morale’.
Un sistema tributario basato sui principi di trasparenza, semplificazione, buon andamento e collaborazione da parte della pubblica amministrazione porta a una crescita esponenziale, nel tempo, della tax morale e quindi della tax compliance; la conseguenza più ovvia è una reciproca volontà di collaborazione tra Governo e contribuenti.
Un Governo, leale verso i propri consociati, efficiente, basato su principi democratici di trasparenza, partecipazione e semplificazione, può ottenere dai cittadini stessi un supporto verso la lotta all’evasione fiscale.
Ed è proprio qui che si concretizza il concetto di tax compliance, nella consapevolezza di dover rispettare i propri doveri fiscali, interpretati come un supporto dovuto a uno Stato presente e rispondente ai bisogni dei cittadini, limando quel rapporto di preminenza da parte della p.a. nei confronti del contribuente, che non deve essere assolutamente vista solo come un tirannico ente impositore, bensì come fonte di supporto al welfare nazionale.
Tuttavia, soprattutto nei tempi più moderni, il concetto di tax compliance si è evoluto e l’attività dell’amministrazione finanziaria caratterizzata dall’utilizzo di banche dati sempre più sofisticate determina grosse criticità in relazione, ad esempio, alla tutela della privacy del contribuente, e alla violazione dei suoi diritti inviolabili in materia di libertà fondamentali.
Vi è una condizione imprescindibile per poter far funzionare in maniera utile e corretta il sistema: saper bilanciare il diritto al trattamento dei dati personali con il diritto di rango costituzionale inerente alla tutela dei reati di fronde ed evasione fiscale.
Il patrimonio informativo della p.a., contenete una molteplicità assoluta di informazioni relative a ogni aspetto della vita privata della popolazione, deve essere necessariamente e unicamente utilizzato e finalizzato per il welfare comune.
L’auspicio è che le strategie di lotta all’evasione non aprano ad abusi di potere, che minerebbero quella fiducia indispensabile affinché la tax morale e di conseguenza la tax compliance possano attecchire e divenire quotidianità, in un sano rapporto di collaborazione tra Stato e contribuenti.