Nella lotta alla dispersione scolastica nessuna approssimazione
Con la nota ministeriale dello scorso 24 giugno sono resi noti i criteri di riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica nell’ambito della linea di investimento 1.4 (Missione 4, Componente 1) del PNRR.
Di là dal malcontento per il mancato dialogo preliminare con le parti sociali, diffusamente avvertite sono le perplessità in ordine al merito del provvedimento, che, nel definire la distribuzione, si affida ai dati sulla c.d. dispersione implicita (percentuale di ‘fragilità nell’apprendimento’) risultanti dalle elaborazioni Invalsi.
Resterebbero escluse le scuole con una percentuale inferiore all’8% e, a conti fatti, soltanto il 39% degli istituti potrebbe beneficiare delle risorse, con evidenti iniquità anche a livello territoriale.
Sono supportati i licei classici e non ricevono contributi gli istituti comprensivi appartenenti a zone in cui pure le percentuali della dispersione esplicita sono elevate e consolidate nel tempo. Le scuole superiori sono in numero di gran lunga superiore rispetto a quelle del primo ciclo, nelle quali invece la fragilità è problema conclamato.
Restano poi fuori tutti quegli Istituti, tra i quali i centri provinciali per l’istruzione degli adulti, che non effettuano prove Invalsi, ma che sono comunque a rischio dispersione.
Tanta approssimazione a fronte di un problema gravissimo.
Soltanto nell’ultimo anno, 102 mila studenti hanno abbandonato gli studi. La discontinuità dei percorsi è quasi normalità.
Un fallimento per la Scuola. Un fenomeno che aggrava quello, pure allarmante, dei Neet.
Quasi mai l’abbandono scolastico è riconducibile a un unico fattore. Tra le diverse cause, circostanze di carattere socio-economico e culturale di origine, di contesto (tipologia e caratteristiche della scuola, preparazione degli insegnanti e relazione tra insegnanti e studente, influenza del gruppo dei pari), e individuali (personale predisposizione allo studio e attitudini). Contribuiscono talora bullismo, micro criminalità e condotte devianti in generale.
Occorre intervenire su ciascuno dei profili rilevati, ma è certo che è sul fronte della motivazione che serve insistere maggiormente, perché è ciò che può spingere a vivere lo studio come riscatto sociale; sì come lo scarso entusiasmo porta facilmente all’abbandono del percorso formativo.
Fatto è che il fenomeno va abbattuto, perché porta con sé effetti devastanti sul piano dell’inclusione sociale e dell’equa distribuzione delle opportunità di conoscere e realizzare inclinazioni, attitudini e aspirazioni.
Meritocrazia Italia parte dalla certezza che la costruzione del vero benessere passi anzitutto attraverso la promozione della cultura e l’attenzione per la formazione. Per questo chiede un’immediata revisione dei criteri di riparto delle risorse a disposizione e una più puntuale definizione del piano programmatico di intervento.
Reputa altresì indispensabile:
– intervenire prontamente sulla prevenzione scolastica, promuovendo relazioni positive mirate a stimolare l’espressione delle emozioni e la comunicazione verbale e non verbale, e a favorire la partecipazione all’attività di gruppo;
– attivare sportelli di ascolto e counselling pedagogico, presso i quali offrire servizi di sostegno agli alunni nel corso dei c.dd. cambiamenti di stato (passaggio dalla fanciullezza alla pre-adolescenza/adolescenza), con partecipazione anche di gruppi di classe, genitori, docenti;
– sensibilizzare al miglior dialogo con i docenti;
– attivare politiche di contrasto del bullismo, con attività volte alla conoscenza di sé e al riconoscimento del ruolo degli altri (percorsi laboratoriali, utilizzo di nuove tecnologie, attività di tutoraggio, giochi di ruolo);
– educare al sentimento e all’affettività attraverso relazioni educative di qualità, che possano aiutare gli studenti a individuare e costruire la propria personalità, scoprire le proprie peculiarità, potenziare interessi e attitudini, costruire in modo autentico il proprio percorso di crescita e di sviluppo esistenziale;
– puntare sull’accoglienza e sull’ascolto, per una Scuola in grado di stabilire una relazione educativa efficace in un ambiente di apprendimento caratterizzato da relazioni educative di qualità ed affettive, capaci cioè di attivare un circolo virtuoso tra conoscenza, apprendimento e motivazione personale.
Stop war.