Nell’attuazione del PNRR non si inseguano le scadenze. Meritocrazia chiede concentrazione sugli obiettivi
Il PNRR è stato presentato, in un momento di incredibile difficoltà per il Paese, come un’opportunità epocale e senza precedenti. Si prometteva di poter dare una risposta ai problemi emergenziali del tempo, ma anche di sciogliere finalmente nodi strutturali di decenni.
Oggi invece il PNRR fa notizia solo quando si avvicinano le scadenze entro le quali bisogna dimostrare il raggiungimento degli obiettivi concordati, pena la mancata erogazione della relativa rata dei finanziamenti.
Il nostro Paese sconta una cronica difficoltà a impiegare in modo adeguato i fondi europei. Difficoltà che si ripresentano costantemente, ma che sono comunque ancora superabili purché tutti si mettano all’opera e ritrovino le motivazioni di uno slancio convinto e condiviso. La crisi energetica e la guerra provocata dall’aggressione russa all’Ucraina hanno modificato radicalmente lo scenario internazionale in cui anche l’Italia si trova immersa e, tuttavia, queste nuove emergenze avrebbero dovuto in teoria rafforzare l’impegno per il PNRR, non depotenziarlo.
Sul Piano sembra pesare il fatto che la sua gestazione e la sua attuazione hanno interessato tre governi assai diversi tra loro per guida, composizione e baricentro politico. Non si può negare a ciascun esecutivo il diritto di mettere la propria impronta su un’operazione di tale portata, ed entro certi limiti, senza voler attaccare nessuno, è comprensibile che si facciano pesare alcuni ritardi emersi nel tempo, purché tutto questo non snaturi gli impegni internazionali assunti dal Paese e non diventi un alibi per i propri inadempimenti e uno strumento di propaganda politica.
Il PNRR è una priorità nazionale e tale deve restare anche nella mutevolezza della dialettica democratica.
In questa prospettiva, Meritocrazia Italia insiste sulla necessità che non si perdano di vista gli obiettivi e che si intervenga con serietà e urgenza per:
– proseguire nel percorso di semplificazione dei procedimenti amministrativi e di implementazione delle risorse umane, per una rigenerazione del personale delle pp.aa. e degli enti territoriali attuatori finali dei progetti;
– accelerare sulla transizione ecologica, anche per l’indipendenza dai combustili fossili;
– aggiornare la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile in coerenza con le proposte formulate nel PNRR: la SNSS è ferma al 2017, non contiene target e non ha gli strumenti di misurazione per capire se stiamo andando nella giusta direzione;
– aumentare la partecipazione della società civile e migliorare l’interlocuzione con gli enti coinvolti nell’attuazione del PNRR;
– efficientare la disponibilità della rendicontazione degli stati di avanzamento dei lavori e renderla di più agevole comprensione;
– rendere più snella la procedura di erogazione delle anticipazioni agli enti attuatori.
Non tutto è perduto. La strada è impervia ma è ancora possibile scrivere le pagine di una nuova storia fatta di partecipazione e di una comunicazione, che abbatta l’asimmetria informativa e medi gli interessi dei singoli per farli divenire interessi della intera collettività per generare valore pubblico.
Stop war.