No alla cementificazione selvaggia: le proposte di Meritocrazia Italia
Sono clamorosi i danni economici e climatici di un’Italia sempre più distrutta da asfalto e da cemento.
Ma non è soltanto un problema di clima e vivibilità.
In gergo popolare si parla di ‘fiumare’ per definire quei torrenti che scendono dalle montagne da cui si estrae la ghiaia per fare il calcestruzzo. Il 99% delle fiumare sono in mano alla ’ndrangheta, così come i silos che contengono la ghiaia e molte delle aziende di trasporto che la spediscono in tutta Europa.
La gran parte del comparto dell’edilizia, pubblica e privata, è invaso e gonfiato da cemento materiali da costruzione di proprietà criminale.
Numerose sono state le inchieste che hanno rivelato ponti costruiti con calcestruzzo al 150% invece che al 400% come la legge prevede. Il restante 250% è sabbia, e crolla. Acqua e terra. Le fondamenta entrano nel terreno 7 metri in meno di quello che prevedono le norme per la sicurezza e i solai delle gallerie 7 centimetri più stretto. L’immagine è quella di una montagna che pesa sul solaio di una galleria fatta di acqua e terra.
Quando si assiste a ponti sgretolati, si pensa subito a una cattiva manutenzione. In realtà spesso il problema è la qualità dei materiali. Si usa sabbia al posto di ghiaia da calcestruzzo.
La verità è che nel campo dell’edilizia la ’ndrangheta non ha concorrenti.
L’esempio più lampante portato all’attenzione del mondo è stato l’EXPO di Milano 2015, con condanne illustri per coloro che hanno favorito aziende ’ndranghetiste ad assicurarsi gli appalti (al netto della prescrizione nelle more dei giudizi).
È evidente che, a fronte di un calo drastico della popolazione, della natalità, dei matrimoni, dei consumi, di un impoverimento graduale del ceto medio italiano, di un calo di un milione di unità negli ultimi 5 anni della popolazione italiana (nonostante la linfa nuova portata dagli extracomunitari), sorgono ovunque enormi centri commerciali, enormi ipermercati, uno attaccato all’altro, anche in zone periferiche. Ancora colate di cemento e di calcestruzzo che non hanno motivazioni reali. Ancora permessi dati con la suggestiva motivazione di creare posti di lavoro inesistenti.
Sul tema, Meritocrazia Italia, da sempre impegnata nella tutela ambientale, propone che si proceda con urgenza a un riordino della normativa specifica, oggi frammentata tra codice antimafia e codice degli appalti, che si nomini un commissario permanente sul monitoraggio delle imprese che partecipano agli appalti pubblici e la previsione di regole ad hoc per gli appalti sotto soglia, al fine di prevenire che, nelle zone grigie delle norme e nelle more del contenzioso, si possano consumare illeciti i cui effetti difficilmente potranno essere contrastati.
A margine di queste previsioni, al fine di evitare la cementificazione massiva di intere aree, Meritocrazia propone che sia introdotto un limite quinquennale di cubatura per nuove costruzioni, a meno che non si parli di edilizia popolare, al fine di razionalizzare lo sfruttamento del territorio e il dispendio di risorse che potrebbero essere, a parità di investimento, impiegate per riqualificare aree urbane o interventi di efficientamento energetico.
Stop war.