Nuova direttiva ‘case green’: con la sostenibilità edilizia, si tenga conto anche delle esigenze economiche delle famiglie
È prossima l’approvazione della direttiva ‘case green’ da parte del Parlamento europeo.
Un passo importante per la realizzazione di obiettivi di efficienza energetica negli edifici, con contestuale garanzia di un approccio ragionevole e sostenibile per le famiglie.
La transizione verso abitazioni più eco-sostenibili è cruciale per affrontare sfide ambientali; tuttavia, è necessario anche considerare le implicazioni economiche del cambiamento per i cittadini. È essenziale trovare un equilibrio tra gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici e le capacità finanziarie delle famiglie, specialmente in un momento di incertezza economica come quello in corso.
Secondo la nuova normativa, ciascuno Stato membro dovrà ridurre del 16% il consumo energetico degli edifici residenziali entro il 2030 e, sempre nello stesso anno, le nuove costruzioni dovranno essere ad emissioni zero (quelle pubbliche dal 2028), con l’obbligo di eliminare le caldaie a gas entro il 2040. Inoltre, entro il 2050, tutto il patrimonio edilizio esistente dovrà raggiungere lo standard ‘zero-emissioni’. Nella direttiva sono previste delle esenzioni per edifici storici, agricoli, militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente.
È apprezzabile la flessibilità che consente agli Stati di adattare le politiche alle proprie realtà nazionali, considerando le specificità del patrimonio edilizio esistente e le risorse disponibili. Alcuni, infatti, potrebbero incontrare difficoltà particolari nel ristrutturare il loro tessuto urbano esistente, per conformarsi ai livelli di efficienza energetica richiesti. Le variazioni nelle caratteristiche degli edifici, i vincoli storici e urbanistici, sì come le limitazioni finanziarie, possono rendere arduo il compito di adattare il patrimonio edilizio esistente ai nuovi requisiti normativi.
È importante che gli interventi siano pragmatici e mirati e che vengano forniti sostegni finanziari adeguati ad agevolare la trasformazione degli edifici verso standard più alti di efficienza energetica.
Al contempo, si comprendono le preoccupazioni sollevate riguardo alle sfide pratiche e alle esclusioni previste, come la mancanza di una pagella energetica per alcune abitazioni e le categorie di edifici esentati.
In Italia 11 milioni di abitazioni, ovvero il 74% del totale, sono in classe energetica inferiore alla D: il 34% è in classe G, il 23,8% in classe F e il 15,9% in classe E. La nuova direttiva interesserà inizialmente circa il 60% degli immobili residenziali, che dovranno completare i lavori di adeguamento entro il 2030. Secondo le stime delle associazioni di settore, per la riqualificazione energetica di un’abitazione residenziale in classe G o F potrebbero volerci fino a 120.000 euro per singola unità abitativa, in linea con quelli stimati dal Superbonus anche se accedervi sembra difficile e poco conveniente.
Inoltre, va incoraggiato un approccio incentrato sull’informazione e sull’educazione dei cittadini riguardo ai benefici e alle opportunità offerte dalla riqualificazione energetica degli edifici, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza e partecipazione nella transizione verso un futuro più sostenibile.
Meritocrazia Italia chiede, offrendo come sempre la sua collaborazione, che alla nuova direttiva sia data attuazione secondo equità e sostenibilità economica, per contribuire fattivamente a un ambiente abitativo più salubre e rispettoso del Pianeta, senza pregiudizio per le esigenze delle singole famiglie.
Stop war.