Nuove norme sul sistema carcerario: sia solo il primo passo per la ristrutturazione del sistema sanzionatorio
Non si placano le polemiche sul provvedimento normativo sulla gestione delle carceri approvato definitivamente alla Camera.
Tante le novità introdotte, che vanno dall’implementazione dell’organico della polizia penitenziaria, alla semplificazione delle procedure per la libertà anticipata, con una forte valorizzazione del momento rieducativo e del diretto coinvolgimento delle comunità ospitanti per i lavori di pubblica utilità.
Paiono crescere anche le tutele inframurarie per i detenuti, a cominciare da maggiori contatti con le famiglie sia telefonici sia in termini di diritto di visita. Passaggi importanti verso quella cultura dell’umanizzazione carceraria per troppo tempo trascurata e concausa del grande degrado in cui versano oggi gli istituti penitenziari.
Meritocrazia Italia aveva già espresso la propria adesione al progetto. La traiettoria sembra quella giusta, nella misura in cui, però, l’opera non si intenda conclusa e sia soltanto il primo passo verso una auspicata ristrutturazione generale del sistema sanzionatorio italiano, per una rinnovazione profonda del concetto di pena, evoluta e costituzionalmente orientata.
Siamo profondamente convinti che la funzione rieducativa debba essere la matrice su cui fondare un sistema di pene alternative che consenta davvero di rendere all’avanguardia l’osmosi fra repressione e rieducazione, detenzione e reinserimento.
Vero, per altro verso, che la nuova legge non basti a risolvere il grave problema del sovraffollamento carcerario. Anzi, da questo punto di vista, emergono alcune criticità. Si lavori davvero, con seri investimenti, al riadeguamento infrastrutturale.
Stop war.