NUOVI SCENARI DI SOSTENIBILITA’
Un decennio impegnativo
Si apre oggi uno scenario di sostenibilità destinato a completarsi nei prossimi dieci anni, secondo i 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile e i 169 target da raggiungere raccolti nell’Agenda 2030.
Saranno dieci anni decisivi, perché rispettare l’ambiente e adottare modelli di sviluppo sostenibile costituisce un impegno epocale, drammaticamente appesantito dall’emergenza sanitaria.
È perciò urgente e necessario un radicale cambiamento culturale e sistemico, quel cambiamento che sino a oggi la nostra Civiltà non è riuscita ad attuare: una transizione verso una Società e un sistema economico realmente imperniati sul rispetto della natura.
L’obiettivo di tutti i Paesi del mondo dovrebbe essere il riequilibrio del rapporto con la Natura, verso una società più giusta, sana e prospera. Ne va della sopravvivenza.
L’attuale modello economico di produzione, trasformazione e consumo di energia e risorse ha spinto lo stato dei sistemi naturali al limite.
Il restauro degli ecosistemi è diventato obiettivo necessario per la visione al 2050 della strategia sulla biodiversità dell’Europa.
Lo scopo da raggiungere è raccontato in questo modo: “La biodiversità dell’Unione Europea ed i servizi ecosistemici che fornisce – il suo capitale naturale – sono protetti, valorizzati e adeguatamente ripristinati per il valore intrinseco della biodiversità e per il contributo essenziale al benessere umano e alla prosperità economica”.
Nell’attuale politica ambientale e climatica dell’Unione Europea sono state identificate quattro azioni complementari per sostenere una transizione verso un’economia verde:
– mitigare,
– adattare,
– evitare,
– ripristinare.
Il restauro ecologico ha l’obiettivo di ripristinare la salute della natura, offrendo molteplici vantaggi e garantendo servizi ecosistemici, tra cui il mantenimento di un ambiente ricco di biodiversità e in grado di aumentare la fornitura di cibo e materie prime, l’abbattimento degli inquinanti, nonché benefici culturali, sociali, educativi e ricreativi.
Ma questo implica politiche finalizzate a porre rimedio al degrado ambientale insieme ad azioni sociali che possano favorire la resilienza dell’ecosistema, con conseguenti benefici in termini di salute e benessere socioeconomico umano.
La risoluzione delle crisi ambientali legate ai cambiamenti climatici, allo sfruttamento degli ecosistemi e al depauperamento della biodiversità può trovare espressione solo a livello globale e solo con una progettazione di lungo periodo.
Nello scenario post-pandemico serve capacità di andare oltre la semplice logica di strategie politiche di breve periodo in una ottica di cooperazione internazionale.
Il futuro deve poter contare sul cambiamento degli stili di vita per quanto riguarda i trasporti, la moda, il cibo (a favore di quello locale, con freno al consumo, ad esempio, di carne proveniente dagli allevamenti intensivi e dall’altra parte del mondo).
Quali sono le azioni che i Governi dovrebbero avviare da subito?
Smettere di sfruttare le risorse naturali oltre il limite della sostenibilità.
Riportare l’agricoltura al centro del nostro rapporto con il cibo, gli agricoltori come custodi della terra.
Abbracciare l’economia circolare.
Dare uno stop deciso allo spreco inutile di cibo e acqua, che accelera il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e promuove pandemie, minacciando la sicurezza alimentare globale.
La prosperità del sistema si basa su concetti essenziali come l’innovazione, la reciprocità, l’ascolto attivo, la solidarietà, l’empatia e la leadership collaborativa.