Nuovi scioperi: il Governo ascolti le richieste del personale sanitario

Nuovi scioperi: il Governo ascolti le richieste del personale sanitario

I medici e il personale sanitario scioperano per protestare contro condizioni di lavoro e retribuzioni inadeguate rispetto alla qualità e quantità delle attività che svolgono per garantire ai cittadini la tutela della salute.

Meritocrazia Italia, da sempre vicina ai professionisti sanitari, chiede che non si rinvii oltre l’adizione di soluzioni volte ad alleviare il carico di lavoro e il burnout che colpiscono una categoria ormai fiaccata da decenni di blocco del turnover, sottofinanziamento e riduzione delle risorse.

La carenza di medici, infermieri e personale sanitario è una realtà continuamente denunciata. Risulta allora difficile giustificare l’assenza di risorse economiche adeguate per detassare almeno la parte variabile dei compensi, garantire aumenti contrattuali o ridurre la burocrazia, ad esempio con l’inserimento di personale amministrativo.
Le ASL godono di un evidente risparmio economico, in quanto si trovano a pagare un numero minore di stipendi rispetto a quelli che sarebbero dovuti se il personale fosse al completo.

Viene da chiedersi allora se il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe mai avere le risorse necessarie per remunerare tutto il personale di cui avrebbe bisogno, qualora fosse disponibile.

Già prima dell’emergenza pandemica, Meritocrazia Italia denunciava il problema della incoerente programmazione del numero di accessi alle professioni sanitarie e soprattutto dell’“imbuto formativo”, una situazione che costringeva migliaia di medici a rimanere bloccati tra la laurea e l’accesso alla specializzazione o al corso di formazione in medicina generale, in attesa che lo Stato sbloccasse le risorse necessarie.
Oggi torna a chiedere alle Istituzioni di ascoltare le richieste dei professionisti sanitari e di accogliere le loro legittime rivendicazioni, riconoscendo il loro ruolo centrale nella cura della salute. È necessario rimettere al centro non solo la salute dei cittadini, ma anche le loro esigenze di risposte tempestive ed efficaci, prima ancora che efficienti.

Stop war.



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