Nuovo ‘decreto 1 maggio’: basta misure tampone. Sia l’occasione per una riforma di struttura
È oggi in discussione in Consiglio dei Ministri il nuovo ‘decreto 1 Maggio’, che dovrebbe prevedere, secondo le prime indiscrezioni, una serie di interventi a favore di imprese e lavoratori a basso reddito.
Mentre dalla parte delle imprese sembra procedersi sulla strada di scivoli e agevolazioni per chi assume, l’intervento sui redditi bassi, fino a 28.000,00 euro, prevederebbe un aumento di circa 100,00 euro con sgravi che ricadrebbero sulle tredicesime.
L’impressione, sempre stando alle poche notizie trapelate e in assenza di un testo ufficiale, è che la direzione sia ancora quella di interventi temporanei, a tampone, di certo poco utili in termini di assunzioni e creazione di nuova occupazione. Nessuna prospettiva di riforma strutturale del mercato del lavoro. Proprio quello che invece servirebbe.
Altro capitolo quello della politica sui redditi.
Meritocrazia Italia più volte ha sottolineato la necessità, anche e non solo attraverso una rinnovata centralità della contrattazione collettiva, di recuperare margini sui redditi dei lavoratori, tra i più bassi nell’eurozone.
Inflazione crescente, da una parte, e devalutazione dei risparmi, dall’altra, hanno prodotto un calo di possibilità di spesa che si ripercuote sull’intero sistema economico italiano. L’intervento a sostegno dei redditi più bassi, fino a 28.000,00 euro, pare insufficiente a colmare il deficitario status reddituale dei lavoratori nel loro insieme, e nello specifico di quelli a basso reddito.
Non basta, poi, il solo abbassamento del cuneo fiscale a incrementare il potere di acquisto; ben altri dovrebbero essere gli sbocchi programmatici in un mercato del lavoro in forte evoluzione.
Per questo, Meritocrazia chiede che l’occasione del nuovo dibattito sia colta Italia per riflettere anche sull’opportunità di
– aprire tavoli di confronto con le rappresentanze sindacali e sociali, al fine di individuare nuovi modelli di sviluppo aziendali in cui il lavoratore persona sia messo al centro di progettualità, con effetti premiali rispetto al prodotto;
– riattivare i tavoli di contrattazione collettiva partendo da quei settori in stasi da diverso tempo;
– prevedere sistemi paracadute in caso di non adeguamento salariale attraverso la contrattazione collettiva con adeguamenti triennali e comunque al raggiungimento di una perdita del potere di acquisto pari al 10%;
– rafforzare i sistemi di welfare aziendali, prevedendo margini di detassazione per le aziende più accentuati e diffusi di quelli attuali.
Le politiche ‘a tampone’, pure utili a produrre effetti palliativi nell’immediato, non servono davvero a garantire sviluppo e prosperità e questo sia a livello occupazionale, dove molte analisi prevedono un rimbalzo in negativo al termine delle agevolazioni concesse, sia a livello economico produttivo.
Meritocrazia Italia chiede con forza una sistemazione del mercato del lavoro, curandone le criticità e le distorsioni in modo strutturale, e cogliendo le opportunità che una economia in fase di trasformazione offre.
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