Nuovo Patto per la migrazione e l’asilo: l’Europa risponde all’invocazione di maggiore coesione, ma sia solo il primo passo

Nuovo Patto per la migrazione e l’asilo: l’Europa risponde all’invocazione di maggiore coesione, ma sia solo il primo passo

Varato il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, in applicazione tra due anni, basato sui concetti di solidarietà e responsabilità e mirato a dare supporto agli Stati membri soggetti a maggiore pressione migratoria.

I Paesi si impegnano a contribuire trasferendo sul proprio territorio quote di richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale, o fornendo contributi finanziari o supporto operativo e tecnico a quelli esposti in prima linea. Saranno inoltre aggiornati i criteri in base ai quali uno Stato membro è responsabile dell’esame delle domande di protezione internazionale (le c.d. regole di Dublino). Per affrontare le situazioni di crisi, è previsto un meccanismo di risposta a improvvisi aumenti degli arrivi. Le nuove norme riguarderanno anche la strumentalizzazione dei migranti.
Si prevede un più accurato monitoraggio rispetto al possesso dei requisiti d’ingresso, con identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un periodo massimo di sette giorni. Gli Stati dovranno istituire, entro due anni, meccanismi di monitoraggio indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.
Si prevedono procedure più rapide e comuni a tutta Europa per il riconoscimento delle richieste di asilo e la concessione o la revoca della protezione internazionale. Il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà poi essere più rapido.
Il Parlamento ha anche appoggiato, in sintesi, la richiesta di stabilire nuovi standard uniformi per tutti gli Stati membri per il riconoscimento dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria e per quanto riguarda i diritti concessi a coloro che hanno i requisiti per ottenere protezione, e i richiedenti protezione dovranno rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile della loro domanda o in cui è stata concessa la protezione.

Finalmente ci si preoccupa di garantire standard di accoglienza equivalenti per i richiedenti asilo per quanto riguarda, ad esempio, alloggio, scuola e assistenza sanitaria.
Nell’ambito di un nuovo quadro sul reinsediamento e l’ammissione umanitaria, gli Stati membri si offrono, su base volontaria, di ospitare i rifugiati riconosciuti dall’UNHCR provenienti da Paesi terzi, che si recheranno nel territorio dell’Unione in modo legale, organizzato e sicuro.

Meritocrazia Italia chiedeva da tempo un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i Paesi dell’Unione, perché il fenomeno dei flussi migratori degli ultimi anni è un problema che interessa l’intero territorio europeo e risponde all’idea originaria di un’Europa dei popoli farsi trovare coesa e solidale.
Stupisce, però, che vi siano ancora Stati che ancora resistono e si oppongono alla collaborazione, negando disponibilità ad accettare l’obbligo di condivisione di quote di immigrati da accogliere e la regola sulle eventuali compensazioni economiche da riconoscere ai Paesi esposti in prima linea.
Evidentemente c’è ancora tanto da fare.
Sia questo il primo passo per l’attuazione di una strategia condivisa, rivolta a ridurre gli affanni degli Stati maggiormente coinvolti e a garantire sostenibilità e benessere, e fatta non di vuoti intendimenti ma di fare operoso e concretezza.

Stop war.



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