Obbligo di ‘Doggy bag’: nella lotta agli sprechi si considerino anche i supermercati
Arriva in Parlamento la proposta di introdurre un obbligo, a carico dei ristoratori, d’uso di ‘doggy bag’, per il recupero del cibo non consumato durante il pasto.
Un modo per combattere gli sprechi alimentari, uno degli obiettivi fissati anche dall’Agenda Onu 2030.
L’intento non può non meritare condivisione e la misura risulta tutt’altro che invasiva rispetto alla libertà di gestione da parte dei ristoratori, come pure da qualche lato avanzato. Per altro verso, l’intervento normativo potrebbe avere anche l’effetto utile di sollecitare l’attenzione dei clienti rispetto alla possibilità di recuperare gli avanzi.
Rispetto allo scopo, però, non è che una goccia nel mare.
Del resto, è pure vero che qualsiasi ristorante consente al cliente che lo richieda di portar via il cibo non consumato.
La verità è che la più parte dello spreco alimentare non proviene dai ristoranti.
Si pensi a ciò che accade nei supermercati. Tantissimi prodotti alimentari freschi vengono smaltiti perché non acquistati entro il periodo di scadenza.
Per questa ragione in molti Paesi europei, in tutti i supermercati, esiste sempre un angolo con i prodotti a scadenza brevissima che vengono offerti ai clienti con sconti del 30% o del 50%, e che sono ancora buoni se consumati immediatamente.
Una buona pratica che potrebbe essere introdotta facilmente anche in Italia.
Si tratterebbe di un segno di civiltà e allo stesso tempo di un piccolo aiuto per chi ha maggiori difficoltà economiche.
Meritocrazia Italia propone di porre attenzione ai problemi che affliggono tutti i cittadini, soprattutto le classi più disagiate, formulando proposte che non siano limitate ai clienti dei ristoranti, ma che possano dare un beneficio a tutte le persone che desiderano usufruirne. Chiede di ampliare la proposta relativa al contrasto dello spreco alimentare ai supermercati e ai mercati rionali, sia per i prodotti freschi invenduti sia per i prodotti prossimi alla scadenza.
Stop war.