PAC 2023/2027: sia dato merito alla qualità delle colture
Ancora una volta l’Unione europea cerca di risolvere la protesta degli agricoltori con incentivi ed esenzioni, tralasciando il vero problema che attanaglia il settore, la PAC e la sua applicazione, che sta diventando un costo e non un’agevolazione.
La nuova PAC 2023/2027, oltre a colpire economicamente e socialmente il settore, distribuisce le risorse mettendo al centro del progetto le superfici seminative e non l’agricoltore quale esponente principale del sistema. Dare incentivi legati al semplice possesso di terreni in proprietà o in fitto, senza dare merito alla qualità della coltura, è senza dubbio non consono allo sviluppo agricolo.
Bisogna anche accertare la vera identità dell’agricoltore, che non è tale soltanto perché in possesso di un’area coltivabile.
Gli aiuti, così come sono e come erano definiti fin dal 1979, hanno generato molte truffe e immane sperpero di denaro pubblico.
Considerando che molti titoli di proprietà, per l’aiuto, sono stati acquisiti in maniera non legale e a scapito dei veri produttori, anziché continuare a percorrere la strada degli incentivi, esenzioni e quote di aiuto ai terreni, sarebbe più opportuno incominciare a identificare l’agricoltore come persona che effettivamente lavora e produce, e non come possessore di terreni.
Meritocrazia Italia chiede anche che eventuali agevolazioni siano finalizzate alla realizzazione di centri di distribuzione alimentare gestiti da associazioni di categoria, per dare ai propri associati un prezzo di vendita proporzionale al costo di produzione e di conseguenza un valore di acquisto, da parte del cittadino, a prezzo equo, esente da speculazioni da parte della grande distribuzione, che senza dubbio risulterebbe un ottimo inizio per la salvaguardia di un settore che nonostante gli aiuti è in perenne crisi.
Stop war.