Partenze e ripartenze
La partenza segna tante fasi della vita, lavorativa, sociale e familiare. A ogni obiettivo raggiunto, se ne fa seguire una nuova.
Ma che senso ha la partenza per chi si pone sempre lo stesso scopo, di fama, ricchezza e potere? La monotonia del percorso fa sentire ora forti ora deboli, senza reali ragioni. Mortifica l’entusiasmo e non dà la forza giusta.
Guardando alla Storia, tutti coloro che si sono distinti per grandi successi e importanti risultati sono partiti e ripartiti più e più volte.
Mi affascina molto il racconto della vita di Paulo Coelho, scrittore brasiliano di origini portoghesi, che, appartenente a famiglia aristocratica, fu presto indirizzato alla preghiera. Scattò in lui un moto di ribellione, insofferente all’imposizione delle regole. Seguì anche un ricovero in un ospedale psichiatrico, ma la grande difficoltà fisica ed emotiva non gli impedì di reagire e poi di diventare uno dei più apprezzati autori contemporanei. L’Alchimista vendette pochissime copie in prima stampa, ma con la seconda edizione si raggiunsero i novecento milioni. Un’opera che, insieme ad altre, ha fatto di Coelho uno dei principali punti di riferimento della letteratura moderna. In una parabola, in particolare, si parla del valore dell’io nel percorso; secondo l’autore, ognuno di noi deve essere capace di costruire la propria personalità, secondo un tragitto tracciato secondo il particolare modo di essere e le particolari aspirazioni. Quanto più la strada è impervia, tanto più si rafforza l’identità personale.
Questo modo di vedere le cose, se riferito alla politica contemporanea, permette di accorgersi che, che si tratti di destra o di sinistra, alla fine le partenze sono sempre le stesse.
La scorsa settimana Meritocrazia ha raggiunto milioni di italiani con un comunicato forte sulla condizione nella quale verte oggi la Capitale, anche a causa della mancata di attenzione per una ragionevole gestione dei flussi migratori, in termini di accoglienza e integrazione. Un fenomeno che si presta a una lettura diversa secondo che il potere di governo sia nelle mani della destra e della sinistra, per il notorio diverso approccio alla cosa. Ma, a conti fatti, la situazione è sempre la stessa, chiunque amministri il Paese.
Sembra valere sempre quel vecchio monito di Tomasi di Lampedusa, che ‘tutto cambia perché tutto rimanga com’è’.
Questo per dire che la forte contrapposizione ideologica, l’odio contro la fazione avversaria, non ha gran senso dinanzi alla concretezza di problemi, che sono sempre senza soluzione.
I leader del G7 si sono incontrati tantissime volte negli ultimi sei mesi. Selfie e sorridenti foto di gruppo sono l’unica risposta a oggi data alla popolazione internazionale. Poco operose invocazioni di pace e promesse di corsa agli armamenti, a beneficio delle lobby delle armi. Nessun lavoro serio sul fronte diplomatico.
Il mondo intero è fatto di partenze e ripartenze.
Attendiamo in politica una reazione come quella che Coelho ha saputo imprimere alla propria vita.
Per ripartire nel modo giusto, però, dobbiamo tutti imparare a guardare alle cose con onestà, ad assumere le responsabilità, senza cercare sempre di dare colpe agli altri. E, siccome il percorso è difficile per tutti, meglio scegliere di affrontarlo con fare collaborativo, tendendo la mano a chi resta indietro. Per mantenere tutti lo stesso passo.
Spesso tendiamo a pensare che i nostri problemi siano più grandi di quelli altrui. Che meritiamo il premio del riposo mentre gli altri continuano a lavorare anche per noi, eppure continuiamo a parlare di gioco di squadra.
Meritocrazia invoca solidarietà e coesione, perché vuole trasformare ogni singolo cittadino comune nell’io più importante per tutti, grazie alla forza e all’insegnamento che si possono trarre dal percorso condiviso.
Non c’è democrazia più bella di quella che vive fuori dai palazzi e occupa le strade.
Non c’è voce più bella di quella corale dei cittadini uniti, che nessun palazzo può ignorare.