Per il prossimo CDM MI suggerisce diversi interventi urgenti per il contenimento della crisi
Lunedì si riunirà il CDM per mettere a fuoco correttivi finanziari per tamponare, tra le altre cose, il caro benzina. Non si può non segnalare come le urgenze siano ripetute, nel tempo, al pari degli imprevisti ed in tutto ciò a latitare è la mancata programmazione.
La crisi economica è irreversibile, non concede tregua da troppo tempo, e non è più un fattore italiano avendo coinvolto molti Paesi del G7 sintomo che qualcosa va fatto.
L’aumento dei costi è la normalità, tra speculazioni e effettività, tanto che sarebbe necessario cucire ad hoc una manovra finanziaria aumentando la pressione fiscale su chi (stra)guadagna nei momenti di crisi avvantaggiando così incentivi al lavoro, all’impresa ed alla disoccupazione.
MI si attende un intervento importante da parte del Governo che, anche l’ottimo lavoro internazionale realizzato nell’ultimo periodo, porti a ridisegnare la nostra vita sociale, occupazionale ed economica in base ai nuovi strumenti che abbiamo a disposizione.
Qualsiasi intervento nel bilancio dello Stato dipende dagli incassi e dalle spese che devono essere sostenute ed in mondo che si avvia alla riduzione drastica della forza lavoro, sostituita sempre di più dalla AI, meriterebbe attenzione primaria da parte del Governo evitare che si entri in una crisi irreversibile.
Bisognerebbe creare bolle protettive occupazionali nelle quali ad esempio l’AI non potrà entrare (stabilendo sin d’ora la percentuale massima di supporto per aziende -anche pubbliche- e privati oltre la quale NON si potrà utilizzare l’AI).
Si potrebbe inoltre fare annualmente una classifica dei proventi delle aziende che guadagnano nel nostro Paese ed applicare una tassazione aggiuntiva che faccia confluire i fondi in un settore di Bilancio valevole per le urgenze (tassative).
Si potrebbe anche tassare gli enti e le società che non hanno portato a termine un’opera pubblica applicando un DASPO edilizio/amministrativo per gli amministratori coinvolti e per i soggetti privati (soci, sindaci ed amministratori) delle società di costruzione. Che per evitare il Daspo potranno completare l’opera a loro spese facendo fruttare l’investimento pubblico.
Si potrebbe infine creare una tassa fissa per inquinamento ambientale che possa avere come punto forza la inibizione da qualsiasi attività produttiva, anche per interposta persona, per un periodo non inferiore aa 20 anni, con sequestro per equivalente di tutti i beni personali ed aziendali paritetico al danno procurato.
È un momento delicatissimo, che impone di unire le forze e riscoprire l’importanza della leale collaborazione tra Stato e cittadini. Con questa consapevolezza, Meritocrazia Italia intende dare il proprio contributo, condividendo alcune proposte e fornendo, con umiltà, alcuni spunti di riflessione, auspicabilmente utili per la definizione della giusta priorità di interventi.
C’è davvero tanto da fare in vista della ripresa delle attività lavorative.
Tra le principali urgenze, il rincaro dei prezzi del carburante.
Si comprende bene che riproporre lo sconto sulle accise già operato in passato sarebbe insostenibile. Tuttavia, Meritocrazia chiede di considerare l’opportunità di introdurre un’accisa mobile, ovvero una variazione al ribasso, ma in compensazione e proporzionale alle maggiori entrate dell’Iva. Auspica altresì che si mettano in atto tutti i controlli e i meccanismi correttivi di una speculazione globale che riguarda l’intero ambito delle complesse dinamiche finanziarie che riguardano oggi l’intero settore dell’energia tradizionale, e che si lavori a una razionalizzazione della distribuzione dei carburanti. Si operi per la rivoluzione di un sistema obsoleto, nel quale la frammentazione dei punti vendita consente ai gestori dei margini bassi di guadagno, che rendono ingestibili quegli investimenti in tecnologie e innovazioni che migliorerebbero il servizio all’utenza e avrebbero effetti positivi anche sui prezzi.
Tema caldo anche quello delle politiche del lavoro, immeritatamente immiserito alla questione del salario minimo.
In svariate occasioni Meritocrazia ha voluto invitare la politica ad avere maggiore visione e a essere più ambiziosa, sollecitando una serena analisi del problema retributivo dei lavoratori italiani, da rivedere sia per gli importi retributivi sia con riferimento al prelievo fiscale e ai prelievi contributivi (parafiscalità) applicati sulle buste paga. Oggi chiede al Governo di sensibilizzare gli organismi preposti a effettuare i controlli sul rispetto delle norme contrattuali e la sicurezza dei lavoratori in tutti gli ambiti lavorativi ad agire con maggiore impegno ed efficacia, per marginalizzare il ricorso al lavoro nero e l’evasione contributiva, che rappresentano il vero nodo da sciogliere per migliorare il benessere dei lavoratori e delle famiglie italiane meno protette.
Non più differibile è anche la riforma fiscale.
Il sistema tributario va rivisto su parametri di equità e sostenibilità, verso una semplificazione e una riduzione della pressione fiscale a favore delle famiglie e delle imprese, senza trascurare la lotta serrata all’evasione. La riforma dovrà essere finalizzata alla riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente e autonomo, con particolare riferimento ai contribuenti con reddito basso e medio-basso, con conseguente riduzione del lavoro sommerso e aumento l’occupazione, quella giovanile e femminile in particolare. Per incentivare gli investimenti è necessario anche prevedere misure per patrimonializzare le imprese e per favorire l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. Inoltre, a sostegno delle imprese bisogna promuovere l’export ed il Made in Italy.
Per altro verso, Meritocrazia chiede da sempre che venga istituita un’Agenzia delle Uscite, un organismo capace di assicurare tutela al cittadino creditore della pubblica amministrazione.
Non ultimo, sebbene sia imminente la riapertura delle Scuole, nulla si muove per il riadeguamento dei piani formativi e del corredo infrastrutturale. È incredibile e inaccettabile la scarsa considerazione del ruolo della formazione dei giovani per la loro crescita e l’acquisizione di abilità fondamentali per la realizzazione di opportunità. Lo dimostra lo scandalo dei diplomifici degli ultimi mesi.
Da sempre Meritocrazia insiste sulla necessità di interventi di recupero e riadeguamento di strutture esistenti e di immobili dismessi, valorizzazione di aree all’aperto e creazione di spazi da destinare a biblioteche, sale studio, laboratori, centri sportivi e informatici, fruibili anche in orario non curricolare e utile punto di riferimento non solo culturale ma anche sociale.
Non si perda di vista, poi, la questione della crisi idrica. La desertificazione del Paese è ormai fuori controllo. Da anni Meritocrazia Italia avanza proposte di immediata fattibilità, chiedendo che il potenziamento delle reti idriche e la miglior gestione delle riserve di acqua divenga priorità assoluta nell’agenda politica del momento.
Nell’immediato, s’invocano, tra le altre cose, una revisione del piano normativo per il riuso delle acque depurate in agricoltura, in adeguamento alle previsioni di derivazione europea; la definizione di incentivi per il ricorso alla tecnologia per il risparmio idrico (irrigazione a goccia, sensori nel terreno, monitoraggio con droni, IA, etc.), con logiche di premialità alle virtù per risultato raggiunto; l’attuazione di politiche ambientali più incisive, con serrata lotta agli sprechi legati agli impianti di distribuzione e agli usi sconsiderati delle risorse e contrasto ai cambiamenti climatici.
Prendere tempo vuol dire precludere definitivamente ai cittadini la possibilità di crescita e ripresa.
Stop war.