PER IL SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA SANITARIA, SERVONO SEMPLIFICAZIONE E INTERVENTI DI STRUTTURA – COMUNICATO 27.01.22
Insieme ai contagi crescono il disagio e il disorientamento.
Non aiutano provvedimenti contradditori e complicazioni normative. Le misure restrittive si confondono in un groviglio che è difficile da sbrogliare per i cittadini in balia del disordine informativo.
E, mentre nuove regole si affastellano e sovrappongono di giorno in giorno, l’Italia torna a colorarsi di giallo e arancio e le proteste cominciano a sollevarsi anche tra chi ha sempre mostrato adesione alla campagna vaccinale e mostrato avuto fiducia nelle scelte delle Istituzioni, non si registra nessun impegno nel miglioramento del sistema sanitario.
Eppure è evidente a tutti che l’assistenza territoriale e, in particolare, la medicina territoriale potrebbero avere un ruolo strategico per l’alleggerimento del carico di lavoro dei nosocomi, e la realizzazione di politiche di prevenzione utili a migliorare la qualità della vita della intera popolazione e ridurre la spesa sanitaria.
Non è un caso che il PNRR destini la quasi totalità delle risorse destinate alla sanità per la realizzazione e dotazione i Case della Salute.
Negli ultimi due anni, la richiesta di assistenza è cresciuta esponenzialmente e oggi grava quasi esclusivamente sull’attività dei medici di base, in forte affanno e non in grado di rendere servizi adeguati. Banalmente, è sufficiente immaginare a quale numero di chiamate ogni singolo medico sia tenuto a rispondere quotidianamente per informazioni su vaccini e gestione delle positività. In aggiunta al carico di lavoro ordinario.
È contraddittorio chiedere ai medici di dedicarsi di più ai pazienti aumentando contestualmente il carico di adempimenti burocratici, privandoli di personale di supporto (di studio ed infermieristico) o senza concederlo soprattutto ai nuovi giovani medici convenzionati, ed esigendo che si sostituiscano ai medici del Servizio di Igiene (SIESP) per dichiarare la cessazione delle quarantene. È contraddittorio chiedere ai medici di garantire l’assistenza h12 e contestualmente rigettare le domande di creazione delle Associazioni tra medici per mancanza o insufficienza di fondi.
In linea con le proposte già avanzate con i precedenti comunicati, Meritocrazia Italia torna a insistere sulla necessità di ristrutturare, a partire da subito, la medicina territoriale, attraverso:
– la istituzione dei micro-team costituiti da medico, infermiere e personale di studio al fine di garantire una assistenza territoriale efficace ed effettiva;
– un maggior impulso alle forme associative esistenti in attesa della realizzazione delle ‘Case della Salute’ o ‘Case di Comunità’, integrando la figura del medico di famiglia e del pediatra con quella dello psicologo, dell’infermiere e del personale amministrativo;
– il potenziamento di strumenti elettronici e informatici in grado di portare la telemedicina su tutto il territorio nazionale, promuovendo la domiciliarità delle cure e riducendo costosi e complicati viaggi verso strutture attrezzate spesso in Regioni diverse rispetto a quella di residenza;
– aiuti concreti alle Regioni che registrano una significativa morbilità passiva.
Con riferimento alla gestione del contagio, la diffusione capillare del fascicolo sanitario elettronico potrebbe consentire di archiviare la documentazione sanitaria dei cittadini e dotarsi di una efficace piattaforma per la ricetta elettronica dematerializzata, per la registrazione della quarantena a seguito di tampone positivo, per la sospensione del ‘Green pass’ e per la successiva cessazione automatica dell’obbligo di isolamento.