Per inclusione lavorativa e rilancio natalità, Meritocrazia Italia propone la modifica delle regole sul congedo
Il Governo ha assunto l’impegno di rilanciare la natalità nel nostro Paese, sostenendo le famiglie con figli, per fare fronte al calo demografico che da molti anni persiste in Italia e che è culminato con il record negativo di appena 392 mila nuove nascite nel 2022.
Una delle ragioni che giustificano il dato è che in Italia è sempre più difficile per le giovani coppie e per le donne che desiderano avere un figlio conciliare il nuovo impegno con quelli lavorativi.
In particolare, per il congedo di maternità è prevista una durata complessiva di 5 mesi obbligatori, 2 prima del parto e 3 dopo. In questo periodo, le lavoratrici hanno diritto a un’indennità pari all’80% dello stipendio giornaliero. Eventuali ulteriori periodi di assenza successivi al terzo mese dalla nascita del bambino sono considerati ulteriori periodi di astensione facoltativa dal lavoro, la c.d. aspettativa per figli. È possibile sospendere l’attività lavorativa fino a un massimo di 6 mesi per il primo figlio e fino a 10 mesi per il secondo.
Questi periodi consentono alle madri di prendersi cura dei propri figli senza dover necessariamente tornare al lavoro.
Il problema è che durante questo periodo di aspettativa dal lavoro, la lavoratrice dipendente percepisce solo un sussidio economico, l’assegno di maternità.
L’assegno di maternità corrisponde a una percentuale dell’indennità di maternità calcolata per i primi 5 mesi. La percentuale dipende dal tipo di astensione scelta e dalla durata richiesta e di solito ammonta a circa il 30% dello stipendio percepito dalla lavoratrice.
Non può non notarsi che la durata del congedo di maternità prevista in altri Paesi europei è, pur variabile, sempre più lunga rispetto a quella prevista Italia.
Ad esempio, la Svezia offre un congedo di maternità di 16 mesi retribuiti all’80% dello stipendio, mentre la Germania offre un congedo di maternità di almeno 14 settimane e ulteriori periodi di astensione facoltativa dal lavoro vengono remunerati con il 65% della retribuzione, con una ulteriore possibilità per una durata massima di 28 mesi, con un importo mensile pari al 50% del reddito della lavoratrice. Anche Regno Unito, Francia e Spagna concedono anche periodi di congedo di maternità più lunghi.
Meritocrazia Italia propone che sia previsto per il congedo di maternità un periodo di almeno 6 mesi successivi al parto, anche riducendo in quei casi, dove non siano necessari particolari cautele, il periodo obbligatorio di 2 mesi prima del parto.
Propone inoltre che ulteriori periodi di astensione facoltativa dal lavoro siano retribuiti con le stesse modalità attuali, ma con un ammontare di almeno il 50% dello stipendio percepito dalla lavoratrice prima del parto.
Consentire a una neomamma di potersi dedicare al proprio figlio fino al compimento del primo anno di età rappresenta una misura concreta per aiutare effettivamente le giovani donne che desiderano avere un figlio di poter affrontare questa esperienza di vita con maggiore serenità, senza rinunce e discriminazioni.
Stop war.