Per la riforma della giustizia penale, si parta dalla separazione delle carriere e dalla gestione del meccanismo delle correnti
Continua a essere acceso il dibattito sulla riforma Nordio.
Un primo bilancio va fatto, pur nella consapevolezza che il banco di prova di qualunque progetto sul sistema Giustizia sono le aule di tribunale e la verifica sulla congruità tra risultati attesi e obiettivi.
I temi oggetto del disegno di legge sono tantissimi.
Vanno dall’abolizione del delitto di abuso d’ufficio e riformulazione del delitto di traffico di influenze illecite, alla modifica della disciplina delle intercettazioni (pubblicazione, riservatezza del terzo estraneo al procedimento); ancora, dalla modifica della disciplina della custodia cautelare in carcere (interrogatorio preventivo, collegialità della decisione e aumento dell’organico dei magistrati), cui si accompagna la modifica della disciplina dell’informazione di garanzia o l’esclusione dell’appello del pubblico ministero contro le sentenze di proscioglimento nei procedimenti per reati a citazione diretta, all’individuazione di un limite di età massima dei giudici popolari (norma di interpretazione autentica) e all’avanzamento di grado dei militari e irrilevanza, quale condizione ostativa, del mero rinvio a giudizio o dell’ammissione ai riti alternativi per delitto non colposo.
Si accostano elementi strutturali del processo a interventi regolatori di natura organizzativa; sullo sfondo un irrobustimento del garantismo che possa altresì coniugare l’efficientamento del sistema.
Meritocrazia Italia si è già diffusamente espressa sui singoli temi con i comunicati condivisi nei mesi scorsi e ha già avanzato il dettaglio delle proprie proposte e non soltanto con riferimento alla giustizia penale. Ha pure mostrato apprezzamento per il tentativo di procedere a un cambiamento strutturale e complessivo, convinta che ogni riforma debba essere ispirata da visione di sistema.
Oggi torna però a ribadire che la riuscita di ogni possibile modifica organica della giustizia debba passare necessariamente dalla separazione delle carriere e dalla gestione del meccanismo delle correnti. Diversamente, nessun ritocco e nessun corret-tivo consentiranno di parlare davvero di giusto processo.
Non si dimentichi che il fattore tempo è determinante.
Si chiede al Governo coraggio e determinazione, a difesa dell’effettività dei dei diritti fondamentali dei cittadini.
Stop war.