PER UN RILANCIO DELLA P.A.
Come investire sul capitale umano
Non c’è dubbio che la riforma del sistema della pubblica amministrazione avrà un ruolo centrale per la modernizzazione del Paese, sia in punto di servizi offerti a cittadini e imprese, sia con riferimento all’attività di sostegno alle Istituzioni. Verso il superamento delle vecchie fragilità e l’apertura a nuovi modelli organizzativi.
I pubblici dipendenti rappresentano una forza lavoro importante nel tessuto economico e a loro è chiesto il massimo sforzo per contribuire al cambiamento. Saranno loro a dover dare prima attuazione alle nuove regole di semplificazione e digitalizzazione dei processi, per rendere migliori le soluzioni da offrire.
Non a caso, nel ‘Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale’, firmato il 10 marzo scorso dal Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro per la pubblica amministrazione con le maggiori sigle sindacali del Paese, CGIL, CISL, UIL, la coesione sociale è obiettivo da raggiungere insieme alla modernizzazione del Paese.
Nel documento si legge che il rilancio della pubblica amministrazione si costruirà investendo proprio nel capitale umano, con vecchie e nuove risorse.
Le prime saranno valorizzate attraverso percorsi formativi ad hoc e il riconoscimento effettivo di titoli accademici perseguiti durante il corso di studi o a seguito di esperienza lavorativa maturata, finora ignorati se esistenti e valutati solo nel caso, rarissimo, di concorsi interni espletati per progressioni economiche.
Le altre forze saranno introdotte attraverso piani di assunzione veloci e mirati, tali da immettere un’iniezione di innovazione e digitalizzazione all’interno di una macchina ormai datata, che abbisogna di procedure snelle per far fronte a carichi di lavoro gravosi.
Tale processo passerà anche attraverso la flessibilità del rapporto di lavoro, basato non più sulla durata della prestazione lavorativa in termini di ore lavorate, bensì sugli obiettivi fissati per poter continuare a sfruttare la metodologia di lavoro agile che durante la pandemia, nonostante i molti limiti, ha comunque consentito lo svolgimento delle attività ordinarie d’interesse rilevante.
Le parti sociali sono pronte a dialogare con le istituzioni per inserire nella contrattazione collettiva la ‘modalità agile’ tra le forme ordinarie in cui si svolge l’attività lavorativa. La parola chiave sarà efficienza della prestazione lavorativa; servirà pronta organizzazione e pianificazione, in sostituzione dell’improvvisazione con cui la p.a. è stata colta nell’anno appena trascorso.
La p.a. è chiamata, con ingenti investimenti in risorse e strumenti, a una prova epocale che cambierà la vita di chi lavora al suo interno e anche di coloro che, per lavoro, per salute e per situazioni familiari, si relazionano col sistema pubblico.
Un Paese più coeso assicura che ogni persona possa sentirsi parte del processo innovativo, affinché ciascuno possa trarre beneficio dagli sforzi comuni. Con utilità per la crescita omogenea di una realtà socio-produttiva.
A completare il quadro, dovrà essere anche livellato il differenziale esistente tra lavoro pubblico e privato perché benefici degli uni siano estesi anche agli altri e perché ci siano pari opportunità tra i due comparti e venga attenuata la storica disparità tra territori del sud rispetto a quelli del nord del Paese, nonché tra zone interne e montane e zone costiere.
Il ‘Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale’ attribuisce ad ogni pubblico dipendente, e c’è veramente dell’innovativo in tale riconoscimento, un «diritto/dovere soggettivo alla formazione». Ogni pubblico dipendente dovrà sentirsi protagonista del cambiamento che «al contempo costituirà una valorizzazione dell’immagine sociale dello Stato e dei suoi lavoratori e lavoratrici e la contrattazione dovrà prevederne l’esigibilità».
Innovazione e coesione sono, dunque, obiettivi di primaria importanza per la ridefinizione di un Paese in chiave moderna, in grado di assicurare servizi migliori e maggiori opportunità di sviluppo ai propri cittadini.
Nell’ambito della pubblica amministrazione, al fine di creare contesti lavorativi efficaci che diano risposte soddisfacenti all’utenza e siano significativi per una maggiore coesione sociale, occorrono:
– nuova occupazione da assicurare in tempi brevi, ma sempre con garanzia di selezioni fondate su criteri meritocratici;
– riqualificazione dei dipendenti già in servizio attraverso percorsi formativi dedicati, riferiti allo specifico settore di competenza;
– corsi di aggiornamento o riqualificazione del personale organizzati su base biennale per tutte le pp.aa.;
– investimenti in dotazioni strumentali da consegnare al personale in modalità di lavoro agile;
– nuove piattaforme di connessione dei vari servizi a livello territoriale e centrale;
– software di migliore protezione dei dati fruibili dalle pp.aa.;
– flessibilità dei flussi produttivi realizzata contemperando i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici con le esigenze pubbliche.