Per una migliore democrazia, MI propone il ‘voto elettronico’

Per una migliore democrazia, MI propone il ‘voto elettronico’

Le ultime elezioni regionali hanno rivelato un tasso d’assenteismo altissimo, ma che ormai non stupisce più.
Si è rotto il rapporto di fiducia tra cittadini e Istituzioni, con grave vulnus per la democrazia.
In più, i sistemi di voto non sono più adeguati ai tempi moderni, fatti di mobilità e lunghi spostamenti.

Alla già scarsa propensione alla partecipazione democratica, si aggiunge un sistema vetusto, che non consente il voto, ad esempio, ai tantissimi giovani lontani dalla propria Regione per studio, lavoro o qualsiasi altra ragione, che non hanno tempo o disponibilità economica sufficiente per assolvere a questo impegno. Per le elezioni politiche, poi, si può votare anche dall’estero, ma non anche per le comunali e le regionali. Con una popolazione attiva, sempre più in movimento in Italia e all’estero, avrebbe un senso dare la possibilità a tutti gli elettori di esprimere il proprio voto anche al di fuori del proprio seggio elettorale. Non mancano oggi le tecnologie necessarie.

Il voto elettronico aiuta anche a prevenire qualsiasi forma di broglio e di condizionamento, perché sarebbe infinitamente più complicato alterarlo, ad esempio invalidando la scheda elettorale. Ci sono state occasioni nelle quali il sospetto di brogli è stato particolarmente avvertito, con conseguenti contestazioni e commissioni di inchiesta.

Il Consiglio d’Europa ha confermato che il voto a distanza e il voto elettronico sono compatibili con i principi democratici, a condizione che le rispettive procedure assicurino criteri di trasparenza e garantiscano la verifica della regolarità delle procedure di espressione del voto da parte di tutti gli aventi diritto.
Del resto, qualsiasi tipo di elezione democratica deve garantire il rispetto dei diritti civili e politici, con prevenzione della manipolazione dei dati, protezione dell’anonimato dell’elettore, e garanzia del sistema di corretto conteggio dei voti espressi. Principi fondamentali da attuare sono sempre suffragio universale, eguaglianza del voto, libertà di voto, e segretezza.

Secondo le indicazioni dell’Europa, le procedure di salvaguardia riguardano:
– trasparenza: prevedere e attuare un processo di comunicazione e di formazione nei confronti degli elettori, fornendo non solo tutte le informazioni necessarie ma anche la possibilità di provare i nuovi metodi di votazione prima dell’appuntamento elettorale, al fine di consentire un uso immediato e comprensibile dei nuovi strumenti introdotti;
– controllo e responsabilità: i componenti delle macchine per il voto elettronico devono essere identificabili, almeno dalle autorità elettorali competenti;
– affidabilità e sicurezza: compete alle autorità pubbliche prevenire il rischio di frodi o di accessi non autorizzati al sistema, che ne potrebbero compromettere il funzionamento. Il sistema di voto elettronico deve garantire il funzionamento del processo di voto a fronte di qualsiasi rischio di malfunzionamento della macchina o di attacchi esterni. Spetta all’autorità elettorale garantire che il sistema funzioni correttamente.

L’introduzione del voto elettronico avrebbe indubbie utilità anche dal punto di vista economico.
Oltre a garantire accesso ai cittadini all’espressione del loro voto democratico e trasparenza delle procedure, soprattutto dello scrutinio e conteggio dei voti, consentirebbe un notevole risparmio perché non sarebbe necessario stampare le schede elettorali ed inviarle ai seggi; si potrebbe ridurre del 50% il numero degli scrutatori che devono solo controllare i documenti di identità di chi si reca al seggio per votare; si potrebbero ridurre i giorni di lavoro degli scrutatori, non essendoci le schede da timbrare prima dell’apertura dei seggi e non essendoci schede da scrutinare.
Un’elezione costa circa 400-500 milioni di Euro. Se si votasse con voto elettronico si potrebbero risparmiare per ogni tornata elettorale oltre il 75% di quanto si spende attualmente; quindi 300-325 milioni.

Gli investimenti necessari per il software e le apparecchiature elettroniche da utilizzare nei seggi per poter votare si ripagano praticamente con il primo utilizzo.
La gestione delle procedure informatiche (Open Source) e la personalizzazione delle stesse per ogni sessione elettorale potrebbe essere affidato ad un consorzio di Università italiane, e le apparecchiature elettroniche per effettuare il voto potrebbero essere conservate nei locali dove si svolgono le elezioni.
I computer da utilizzare devono essere di ‘configurazione minima’; di fatto c’è bisogno solo del browser. Il Touch screen è il device più costoso che si deve prevedere per queste apparecchiature.

Si può prevedere, per maggiore trasparenza e controlli di validità successivi del voto, anche una stampa del voto su un rullino tipo “registratore di cassa” in modo da poter verificare a campione i voti espressi in un seggio e trasmessi al Viminale con quelli effettivamente registrati nel seggio elettorale. La connessione ai sistemi centrali del Ministero dell’Interno si può realizzare con le nuove tecnologie wireless (anche 5G) che garantiscono standard di crittografia e sicurezza.

Stop war.



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