Perché puntare sulla barbabietola nel 2023?

Perché puntare sulla barbabietola nel 2023?

La svolta può essere nella tradizione

Perché puntare sulla barbabietola nel 2023?
I motivi sono vari: prezzo, mercato dello zucchero in forte rialzo, diversificazione delle superfici con culture resilienti ai cambiamenti climatici, aiuto all’accoppiato PAC 2023/2027, molto conventi e indiscussi vantaggi agro-economici.

Nell’anno 2017, con lo stop alle quote dello zucchero, la barbabietola fu fortemente penalizzata, subendo un crollo del prezzo sul mercato, con forte rischio per la sua stessa sopravvivenza, ma gli Stati ‘egemoni’ hanno incontrato molte difficoltà sul controllo del prodotto, e da allora il prezzo dello zucchero è stato in continua ascesa.

È previsto che il mantenimento elevato del prezzo della barbabietola duri almeno nel medio periodo. A questa prospettiva, si aggiunge la normativa istituita dalla nuova PAC, che punta anche su questa coltura, alla quale è assegnato un alto valore sull’aiuto dell’accoppiato: si stima un aiuto ai bieticoltori di circa 680,00 € per ettaro.
Otre ciò, le aziende saccarifere nazionali prevedono un aumento dei prezzi sia sulla produzione convenzionale, di 48,00 euro/tonnellata, che per quella biologica, pari a 70,00 euro/tonnellata; un incremento di circa il 33% sui prezzi del 2022.
L’Europa ha deciso, altresì, di incentivare la produzione di barbabietole, anche e soprattutto perché ha un profilo di sostenibilità ambientale molto elevato, e questo aspetto oggi è al centro dell’attenzione dei decisori politici.

La filiera bieticolo saccarifera nell’ultimo ventennio si è impegnata notevolmente per rendere i processi produttivi più efficienti dal punto di vista ambientale.
Nel campo agricolo si è lavorato per diminuire drasticamente gli input chimici (fertilizzanti e presidi fitosanitari), per razionalizzare l’uso dell’acqua attraverso lo sviluppo e l’impiego di strumenti informatici, e per migliorare notevolmente il processo della raccolta.
La crescita delle rese produttive ha, altresì, permesso di ottenere le stesse quantità di zucchero, occupando però superfici decisamente inferiori, con un conseguente avvicinamento delle zone di coltivazione agli stabilimenti di trasformazione, generando in tal modo un notevole risparmio nel trasporto, con notevoli ricadute sulla riduzione delle emissioni dei gas serra.

Un’altra circostanza che ha incentivato la coltura della barbabietola è stata l’adozione del recente decreto sul biometano, che ha inserito le polpe di barbabietola tra i sottoprodotti dalla cui fermentazione è possibile ricavare appunto biometano agricolo.

La Coop. Coprob – Italia Zuccheri, che gestisce l’intera filiera dello zucchero “Made in Italy”, ha previsto un investimento di circa 70 milioni di euro per costruire impianti con capacità produttiva di 20 milioni di metri cubi all’anno di biometano.
Gli agricoltori potranno così utilizzare il digestato (residuo del processo di digestione anaerobica) sostituendo i concimi chimici, mentre gli allevatori risolveranno, finalmente, i problemi legati allo smaltimento dei reflui zootecnici.

Invogliare, quindi, gli agricoltori ad aderire a questo piano di coltura è senz’altro una strategia altamente valorizzante, sia in termini economici, che in difesa dell’ambiente, considerando che queste colture sono molto resistenti allo stress climatico, e che attualmente nel Paese si evidenziano alte temperature estive e siccità nel periodo giugno-settembre di ogni anno, senza tralasciare anche l’ulteriore apporto che queste coltivazione hanno nei confronti della CO2, assorbita e trattenuta nei terreni, e relativi gas serra.

Appare più che mai opportuno favorire il confronto con convegni, dibattiti e ogni azione delle sigle di rappresentanza della categoria, al fine di trasmettere queste informazioni alla parte agricola, per renderla consapevole dei vantaggi economico–ambientali di queste straordinarie colture.



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