PIANI DI MOBILITÀ LOCALE
Puntare su qualità e sostenibilità
Il trasporto pubblico locale svolge un ruolo fondamentale nell’offerta di servizi di mobilità per i cittadini.
In base ai dati riferiti al 2019, nel settore operano quasi 800 imprese, per un totale di oltre 115.000 dipendenti e più di cinque miliardi di passeggeri all’anno su tutto il territorio nazionale.
I servizi di mobilità sono attualmente oggetto di rilevanti trasformazioni grazie alla diffusione, soprattutto nei centri urbani, di nuove forme di mobilità e di micro-mobilità, sia individuale sia condivisa, e grazie all’evoluzione della tecnologia digitale e alla diffusione di servizi accessori, come quelli relativi alle informazioni sul traffico e sulla sosta.
Non mancano le criticità.
Anzitutto v’è che il trasporto pubblico soddisfa una parte ancora troppo ridotta delle esigenze di mobilità dei cittadini, anche a causa della qualità dei servizi (copertura e frequenza del servizio, pulizia dei mezzi, confort a bordo), significativamente inferiore rispetto a quella degli altri principali Paesi europei.
Lo stesso per quanto riguarda l’integrazione modale e tariffaria, che pure è uno degli elementi sostanziali nel determinare l’attrattività del sistema di TPL.
La bassa soddisfazione, che incide sul livello d’uso del servizio pubblico, caratterizza sia le aree metropolitane, dove si registrano la maggiore domanda di mobilità e i principali rischi di congestionamento, sia le aree a richiesta debole, dove l’assenza o la scarsa presenza di un servizio di TPL determina fenomeni di isolamento per quelle fasce di popolazione che non possono autonomamente utilizzare il mezzo privato.
Vi è, poi, un livello limitato di innovazione nella programmazione e nella gestione dei servizi: sono relativamente poco diffusi bigliettazione elettronica, tecnologie per il controllo dei mezzi e per la raccolta di informazioni sui viaggiatori, videosorveglianza, comunicazione di informazioni in tempo reale ai viaggiatori, sistemi automatizzati di controllo a bordo, e la quota di biglietti cartacei è ancora molto alta.
Non è poi da sottovalutare la vetustà media dei mezzi che li rende altamente inquinanti: i veicoli elettrici e quelli ibridi riportano numeri ancora molto esigui. Infine, il finanziamento del settore è solo in parte coperto dalle entrate provenienti da coloro che effettivamente utilizzano il servizio e ricade per oltre il 60% sulla fiscalità generale.
Nell’attuale assetto delle competenze, lo Stato provvede al finanziamento; alle Regioni spettano la pianificazione e la programmazione dei servizi; agli enti locali è affidata la gestione, compreso l’affidamento del servizio agli operatori; all’Autorità di regolazione dei trasporti sono affidati alcuni compiti regolatori.
Salve le scelte pubbliche da compiere ai diversi livelli territoriali, le scelte istituzionali di settore dovrebbero essere orientate al raggiungimento, in sinergia, di specifici obiettivi di sviluppo (che consentirebbero un sicuro efficientamento del servizio), che possono essere declinati nella qualità del servizio, nella sua sostenibilità e nell’efficace organizzazione e finanziamento.
In ordine alla qualità del servizio, utile sarebbe incentivare il gestore del servizio a migliorarla e a mantenerla a un livello adeguato, riportando le spese alla qualità del servizio erogato.
Necessario è il superamento dell’attuale frequente regime di proroga di vecchi affidamenti e l’introduzione di un regime concorrenziale, dove può esservene, limitando i diritti esclusivi e tenendo conto dei nuovi servizi di mobilità.
Inoltre, per la scelta delle forme gestionali, tutti i modelli disponibili – l’affidamento tramite gara, la società mista e l’in house – andrebbero posti sullo stesso piano, valutandone l’adozione caso per caso in funzione dei risultati concreti che si vogliono perseguire.
Gli obiettivi di sostenibilità sono stati fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina il 40% degli investimenti previsti alla realizzazione della transizione ecologica.
Il Piano pone l’obiettivo dello spostamento di almeno il 10% del traffico dalle auto private al trasporto pubblico, che ha un impatto molto minore in termini di inquinamento ambientale, e prevede, tra l’altro, il rinnovo della flotta degli autobus, con immissione di autobus a basso impatto ambientale.
Entro il 2030 il settore dei trasporti dovrebbe avere uno sviluppo delle rinnovabili intenso.
Tuttavia, gli obiettivi di sostenibilità vanno considerati sia nel breve che nel medio e lungo termine.
Nell’immediato, occorre ridurre sensibilmente l’anzianità del parco circolante, sostituendo i mezzi più vecchi con mezzi meno inquinanti.
Nel medio e lungo termine, occorre puntare sulla predisposizione di infrastrutture dedicate alla mobilità elettrica.
Non solo sono necessarie stazioni di ricarica dedicate ai capolinea e nei depositi, ma anche uno sviluppo dell’offerta di generazione coerente con questo significativo aumento della domanda.
Tra gli obiettivi di sostenibilità vanno inseriti anche i servizi nelle aree a domanda debole, alla stregua di servizi minimi sociali, e la conservazione del patrimonio ferroviario storico, che potrebbe realizzarsi rendendo complementare il servizio di TPL realizzato sulle stesse linee con servizi turistici (treni storici ad esempio), al fine di rafforzarne la domanda attraibile o anche attraverso una regionalizzazione degli stessi sedimi e infrastrutture per progetti di mobilità alternativa.