PIANO NAZIONALE NUOVE COMPETENZE: UN’OPPORTUNITÀ DA COGLIERE – COMUNICATO 01.03.22
Il Piano Nazionale Nuove Competenze ha la condivisibile ambizione di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, attraverso l’articolazione in programma GOL, Fondo Nuove Competenze e Sistema Duale.
Rafforzare il sistema della formazione professionale è essenziale a fronte del cortocircuito generato da ridotte competenze, lunghi periodi d’assenza di lavoro e forte impulso al precariato.
È previsto un programma di reinserimento a favore soprattutto delle fasce lavorative più deboli e penalizzate (lavoratori in Cassa integrazione guadagni straordinaria per prospettata cessazione, per accordo di ricollocazione, e lavoratori di Aree di Crisi Industriale Complessa, nonché lavoratori autonomi che hanno chiuso la Partita Iva, beneficiari di Naspi, Dis-coll, Reddito di Cittadinanza, e i lavoratori fragili e vulnerabili). Circa 800.000 dei nuovi occupati dovranno partecipare ad attività di formazione.
Per l’attivazione del Piano, che si inserisce nell’ambito della Missione 5, Componente 1, del PNRR, saranno messi a disposizione 4,9 miliardi di euro complessivi.
Si avvia, in questo modo, una nuova stagione per le politiche attive nel Paese. L’obiettivo è quello di creare un sistema che aiuti i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro e le imprese a riqualificare la manodopera.
Il Piano rappresenta una opportunità imperdibile per la ripresa del mercato del lavoro.
In tale prospettiva, coerentemente con le proposte già condivide, Meritocrazia Italia torna a invocare:
– una tempestiva attivazione del programma, con azioni di monitoraggio e verifiche costanti, per addivenire alla sua completa attuazione anche prima della scadenza indicata dal PNRR, mediante opera sinergica che veda coinvolte istituzioni, territori e le stesse agenzie private;
– l’adozione di immediati interventi riequilibratorii, per favorire le ricadute occupazionali del Piano in aderenza alle linee guida di cui all’art. 47, d.l. n. 77 del 2021 (ovvero pari opportunità e inclusione lavorativa dei contratti pubblici), anche mediante l’incidenza in termini di contrattazione collettiva, in auspicata estensione attuativa ai contratti di secondo livello a carattere aziendale e territoriale;
– una riforma integrale del sistema di formazione lavorativa, mediante l’adozione di un sistema di preparazione dei lavoratori che sia concreto, non astratto, adeguato alle esigenze del mercato e dei singoli territori, nonché in linea con le effettive richieste di lavoro, mestieri e professionalità realmente mancanti, con destinazione di specifiche risorse ed incentivi al recupero delle antiche maestranze, e puntando su aggiornamento (upskilling) e riqualificazione (reskilling);
– una progressiva opera di defiscalizzazione a beneficio delle imprese che assumono (secondo le linee già illustrate nei precedenti comunicati);
– reale supporto alle aziende che assumono i percettori di reddito di cittadinanza, con strumenti celeri, semplici e facilmente accessibili, piuttosto che per le vie delle procedure elefantiache e farraginose che hanno portato il ‘bonus assunzioni’ ad avere un bassissimo riscontro nel Paese. L’agevolazione, di fatto, dovrebbe consistere nel prelevare la parte residua del bonus che il percettore riceve.
È indispensabile il definitivo superamento della logica dei meri sussidi, a favore di una migliore valorizzazione dello spazio d’occupazione in attesa di competenze adeguate.