PIATTAFORMA UNICA NAZIONALE CUDE
Semplificazione amministrativa e diritto alla mobilità
Il d.m. n. 268 del 5 luglio 2021 istituisce la Piattaforma Unica Nazionale Informatica dei contrassegni unici per disAbili che, collegata all’archivio nazionale veicoli (ANV), consentirà una mobilità più agile in tutto il territorio nazionale alle persone con disAbilità.
Ci vorranno alcuni mesi prima che sia completamente operativa, ma già s’intuisce la potenziale portata innovativa di tale strumento di semplificazione amministrativa e di garanzia all’esercizio pieno del diritto alla mobilità per le persone disabili.
Fino ad oggi le persone dotate di CUDE (Contrassegno Unificato Disabili Europeo) hanno potuto transitare liberamente all’interno del Comune di residenza previo rilascio di un contrassegno per la circolazione anche in aree con divieti o inibite alla maggior parte dei veicoli.
Restavano le difficoltà per gli spostamenti verso altri Comuni. Una procedura lenta e macchinosa, vero ostacolo alla mobilità e alla dignità delle persone disabili, imponeva difatti una comunicazione preventiva (di qualche giorno) o tardiva (a volte dopo aver subito una sanzione amministrativa) al Comune ospitante, a giustificazione dell’accesso e/o la sosta in zone non consentite al transito veicolare.
Il nuovo decreto rappresenta, per riprendere le parole rilasciate durante la conferenza stampa di presentazione della piattaforma di cui all’oggetto da parte del Ministro per le Infrastrutture e le Mobilità sostenibili (MIMS), un’innovazione che «garantisce la piena inclusione delle persone più fragili» affinché le stesse, attraverso una procedura semplificata di accreditamento, possano muoversi liberamente in tutto il territorio nazionale.
Un provvedimento che si pone nell’ottica di sburocratizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione, nel verso di migliorare la qualità di vita di chi già soffre, per la propria condizione, un disagio fisico o psichico.
La Piattaforma Unica Nazionale Informatica dei contrassegni unici per disAbili è istituita presso l’Archivio Nazionale dei Veicoli di cui all’art. 226 del Codice della Strada, i cui dati vengono inseriti e aggiornati dai Comuni abilitati al rilascio del CUDE secondo quanto previsto dall’art. 381, comma 2, d.P.R. n. 495 del 1992.
Una volta rilasciato il contrassegno, il Comune trasmette all’ANV, secondo procedura codificata, le targhe associate, ricevendo poi un ‘codice univoco’ che servirà agli organi di polizia stradale per verificare l’effettivo collegamento del CUDE al veicolo circolante avente a bordo la persona invalida. L’abbinamento del codice univoco con il numero di ‘targa attivo’ è sempre in rapporto uno ad uno, in modo da evitare che siano attive, nello stesso momento, più targhe in circolazione associate a quello stesso codice.
Al tempo stesso, il soggetto titolare di CUDE, accedendo mediante SPID, CIE o CNS a un’apposita funzione informatica del sito di riferimento, dall’app IO, ed eventualmente, da altra applicazione per dispositivi mobili, potrà disattivare l’abbinamento tra il codice univoco e una targa per riattivarlo con altra targa, già comunicata e registrata all’interno della Piattaforma o eventualmente inserirne un’altra nuova in sostituzione di una già presente nel sistema, per consentire l’attivazione di quella associata al veicolo adibito, al momento, alla trasporto della persona disabile.
Si tratta, insomma, di un sistema che consente una rapida registrazione e condivisione dei dati, facilitando anche la gestione e i controlli da parte dei Comuni e delle forze dell’ordine.
Un tassello di un’opera complessa, ancora per larga parte tutta da programmare, verso un’equa distribuzione delle opportunità realizzata per il tramite della semplificazione amministrativa e dell’innovazione tecnologica.
Utile ed essenziale è il processo di digitalizzazione avviato con il CUDE, che per certo contribuirà anche a facilitare il censimento e il continuo aggiornamento sullo status delle persone con disAbilità presenti nel territorio nazionale, non solo in funzione della mobilità.
I margini di miglioramento restano tanti.
Sarebbe importante, tra l’altro:
– ampliare i requisiti di accesso, consentendo l’iscrizione al Registro Pubblico CUDE e la fruizione degli stessi privilegi alla mobilità per i mezzi di Associazioni di categoria, Enti pubblici e privati che, con persone disAbili a bordo, effettuano il loro trasporto per motivi sanitari, riabilitativi, lavorativi, ricreativi o di studio;
– garantire l’utilizzo del CUDE anche senza disAbile a bordo nei soli casi in cui gli autisti, da soli, siano impegnati negli spostamenti necessari al loro accompagnamento.
L’auspicio è che si tratti della prima delle tante necessarie iniziative per rendere pieno ed effettivo l’esercizio al diritto alla mobilità delle persone con disAbilità in vista di un definitivo abbattimento di barriere e ostacoli, materiali e culturali, che limitano e condizionano il loro quotidiano.