PMI: IL NUOVO PENSIERO GREEN

PMI: IL NUOVO PENSIERO GREEN

Modelli di tutela delle risorse idriche

Si svolgerà il prossimo 5 ottobre 2021 l’evento organizzato dal Forum sulla finanza sostenibile in concomitanza con il Festival dello Sviluppo sostenibile, «Tutela delle risorse idriche: il ruolo della finanza sostenibile»; seguirà, dal 27 ottobre al 3 novembre, il Water Accademy, un simposio di seminari su rispetto e tutela delle risorse idriche da Eitmanufacturing.

Nell’ultimo periodo molte sono state le iniziative volte a sensibilizzare il risparmio e la tutela delle risorse idriche.
Quest’opera di sensibilizzazione, incentivata dalla parallela promozione dell’economia circolare, del ricorso all’energia green e di un’impresa sostenibile dal punto di vista ambientale, ha portato molti imprenditori alla riorganizzazione virtuosa delle proprie realtà: dal settore della ceramica, che investe sulle tecnologie per la sanificazione degli ambienti e sul fotovoltaico, al settore del legno, impegnato nella implementazione di sistemi di certificazione della materia prima, fino al conciario, che punta sull’efficienza dei processi, e al comparto nautico, che sta affrontando il tema del fine vita delle imbarcazioni.

Dal 2009 a oggi la percentuale di imprese green è giunta quasi al 45% (per le aziende che producono prodotti di elevata qualità, partendo da un minimo del 30% per le aziende esportatrici di diversi prodotti – indagine Unioncamere svolta in occasione del seminario Symbola).

Prevenirne e ridurre l’inquinamento delle acque, promuoverne un utilizzo sostenibile, proteggere e migliorare l’ambiente acquatico nonché mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità non rappresenta per l’Italia solamente un obbligo imposto dalla direttiva sulle acque interne superficiali, di transizione, costiere e sotterranee o di missione del PNRR, ma anche una impellente necessità di natura ambientale e l’occasione per sviluppare nuove professionalità.

Di tale prospettiva si è preso pieno carico il settore delle PMI, che ha saputo cogliere l’occasione e rinnovarsi.
L’ha fatto aggiornando e ripulendo le proprie filiere, al fine di produrre rifiuto compatibile dal punto di vista ambientale. L’ha fatto il settore imprenditoriale intero, con la ricerca e l’organizzazione di un’economia green anche attraverso l’apporto delle nuove figure professionali che di economia green e di tutela delle risorse si occupano, al fine di concretizzare entro i tempi stabiliti quella transizione economica verso uno sviluppo sostenibile che, da una parte, ci porti al rispetto dell’ambiente nel quale si sviluppa la nostra economia e, dall’altro, sappia esaltare e ricomporre nel rispetto della declinazione del territorio nel quale sono inserite.

L’impact investing ha poi trovato una risposta anche attraverso i finanziamenti green proposti.
Ad esempio, il partnerariato di Intesa San Paolo e Sace ha prodotto un finanziamento pensato per le Pmi e le Mid-Cap, intitolato S-Loan Climate Change, per consentire alle imprese italiane di accedere agli investimenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti per una trasformazione sostenibile. Tali finanziamenti ricevono una garanzia SAce sino all’80% per finanziare progetti green sino a un importo di 15 milioni di euro e per una durata massima di 20. Requisito di accesso: non superare il 500.000,00 euro di fatturato. Gli obiettivi sono l’approvvigionamento di energia elettrica da fonti rinnovabili o bioenergia; l’introduzione di una Green Procurement Policy su acquisti, trasporti ed energia; il raggiungimento della Carbon Neutrality; l’adeguamento di una quota dei beni immobiliari aziendali agli standard di bioedilizia; l’introduzione di nuovi automezzi a impatto ambientale ridotto nella flotta aziendale; l’introduzione di iniziative per la protezione e il ripristino degli ecosistemi.

Dal punto di vista economico poi, diversi studi internazionali hanno dimostrato che gli investimenti necessari alle aziende per rendersi eco-sostenibili vengono ripagati ampiamente dai benefici di medio periodo.

L’iniziativa pubblica ha visto coinvolte moltissime Regioni, tra cui il Veneto, che, pur non evidenziando problematiche di carenza, hanno però, per le attività esercitate, problematiche legate all’inquinamento delle acque. Dai 4.5 milioni del 2020 ai 10 milioni del 2021 e 2022 stanziati per le attività e le strategie di tutela delle risorse idriche.
Comuni gli intenti: prevenire e ridurre l’inquinamento e predisporre adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi (ricambio e controllo di filtri ad hoc); perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con privilegio delle risorse in riciclo ove possibile.
Ma come?
È di tutta evidenza che ciascuna attività esprime prerogative e caratteristiche proprie, che dovranno essere individuate e rivalutate all’interno dei piani programmatici di transizione green aventi a oggetto non solo l’elemento acqua, ma tutte le componenti del rifiuto produttivo.

Certo è che gli step di avvicinamento a un’azione di rispetto delle risorse idriche dovrà tenere in considerazione:
– l’individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;
– la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun distretto idrografico;
– il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato;
– l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collegamento e scarico;
– l’individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione.

Questo già permetterebbe, prima ancora di attuare i piani di transizione economica, di ottimizzare l’esistente.

Quali prospettive ulteriori tra l’efficientamento delle strutture presenti e la programmazione dei piani green futuri?

Potrebbe costituire un ulteriore elemento di conversione green (se già l’idea di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente non fosse sufficiente) la previsione di reali detrazioni fiscali al 100% per tutti gli investimenti effettuati al fine dell’attuazione della transizione economica, nonché un’ulteriore previsione di accesso a bonus di graduale alleggerimento dell’imposizione fiscale, per le aziende che accedano a diversi e previsti standard di economia green. Un’azienda che non inquina o che attualizza forme di recupero comunitario (nell’ambiente ove sono collocate) trova condivisione per l’investimento non solo in posti lavoro, ma altresì in ambiente pulito. Un’impresa che agevoli o sollevi il territorio nel quale viene collocata attraverso forme di recupero del rifiuto e ricollocamento circolare alleviando il peso del recupero ambientale del proprio territorio, deve trovare nella propria azione anche il conseguimento di un’agevolazione. Tali azioni infatti riqualificano ambienti e territori.

Tali prospettive troverebbero una maggior comprensione nelle dinamiche della PMI, quali realtà particolarmente gravate dalla situazione economica e pandemica e quale elemento rappresentante il substrato della nostra economia.

L’auspicio è che le Istituzioni (ma ancor più le istituzioni locali) sappiano comprende pienamente l’importanza della tutela dell’acqua come ‘sangue della vita’, quale risorsa non infinita, e ancor più voglia, con competenza e concretezza, porre in esecuzione tutte le azioni che possano sostenere, aiutare ed agevolare le imprese che green vorranno pensare.



<p style="color:#fff; font-weight:normal; line-height:12px; margin-bottom:10px;">Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso consulta la nostra Privacy Policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.</p> Leggi la nostra cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi