PMI: l’innovazione non faccia paura
L’imprescindibilità delle tecnologie abilitanti
Il momento storico incerto, le inevitabili paure indotte da un’informazione polarizzata solo alle notizie negative, o ai riverberi potenzialmente catastrofici di ogni avvenimento, nonché una cultura spesso affezionata all’idea che ‘si è sempre fatto così’ rendono spesso le realtà imprenditoriali di piccole o medie dimensioni recalcitranti ad affrontare l’innovazione tecnologica e integrarla nelle proprie strutture.
Non si può però negare che oggi nessuna realtà può sottrarsi alle sfide del progresso tecnologico e digitale, sia per la velocità con cui viaggiano in rete la formazione il commercio e l’evoluzione dei processi produttivi, sia per il necessario – e necessitato – virare di questi ultimi verso la sostenibilità ambientale.
Imprescindibile è l’implementazione delle competenze specifiche nelle tecnologie abilitanti e la cultura del sostegno all’imprenditore nel percorso di accesso a tutti gli ausili disponibili: un leader aziendale dotato delle competenze calibrate su misura alle necessità e sfide di una piccola e media impresa è punto di incontro del management con tutti i soggetti a vario titolo nel processo produttivo.
Se è vero che ‘chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa cosa lascia ma non sa cosa trova’, è altrettanto vero che la crescita dell’imprenditoria italiana è dovuta all’iniziatica di uomini coraggiosi che non hanno avuto timore di affrontare rischi e incognite.
Spazio quindi al rinnovamento delle figure guida in azienda orientate a trovare strumenti concreti per rispondere alle sfide della transizione sostenibile e capaci di comprendere come investire nel digitale, orientarsi nell’offerta di software e individuare e applicare la giusta tecnologia ai processi aziendali rispetto alle esigenze della singola impresa.
L’ottimizzazione dei processi, pur essendo connotata da un significato oggettivo, rivela spesso la più relativa delle estrinsecazioni.
E spazio anche alle guide interdisciplinari, fondamentali per non sprecare le opportunità offerte dai tanti bandi per finanziamenti agevolati per le imprese.
Con questi strumenti finanziari a condizioni particolarmente favorevoli rispetto agli standard offerti dal mercato dei prestiti si possono sostenere fattivamente sia realtà consolidate che c.dd. start up (smart e start). Le attività esercitate in prevalenza da giovani o donne (On oltre nuove imprese a tasso zero e Fondo Impresa Femminile) e la nascita e sviluppo di attività nel meridione (Resto al sud e Cultura Crea 2.0) rappresentano un altro ventaglio di possibilità insieme con i bandi volti proprio a sostenere l’implementazione della ricerca e dello sviluppo tecnologico e strumentale (Beni strumentali, Accordi per l’Innovazione e Digital Transformation).
La politica sia sensibile alle esigenze degli imprenditori e metta loro a disposizione la possibilità di accedere a professionalità trasversali di supporto
In questa direzione, è necessario:
– che start up e PMI che operano nel campo dell’innovazione tecnologica (a prescindere dalla data di costituzione o dall’oggetto sociale) continuino a beneficiare di un quadro di riferimento ‘dedicato’, in materia di semplificazione amministrativa, di mercato del lavoro e agevolazioni fiscali;
– facilitare l’accesso ai capitali e ai finanziamenti necessari per l’avvio e lo sviluppo dell’attività, atteso che l’innovazione deve essere considerata la chiave per ottenere maggiore produttività, occupazione e benessere economico-sociale;
– accelerare il processo di promozione di una nuova cultura imprenditoriale, anche grazie al rafforzamento dei legami con le Università, con l’introduzione di una disciplina delle start-up innovative, per puntare fattivamente a una crescita sostenibile, allo sviluppo tecnologico, e all’occupazione, in particolare giovanile, favorendone altresì una maggiore mobilità sociale.
Che nell’innovazione, sia dunque, una traiettoria cruciale per la politica industriale.