PNRR e asili nido. Meritocrazia Italia: non si rinunci a un settore strategico

PNRR e asili nido. Meritocrazia Italia: non si rinunci a un settore strategico

Il caos sui numeri e l’incertezza sul progetto ‘asili nido’ e scuole dell’infanzia rischia di sortire un effetto boomerang.
Gli ispettori europei hanno contestato al governo italiano tutti i progetti sugli ampliamenti degli asili nido esistenti. Secondo la Commissione le risorse del PNRR possono essere spese solo per nuove strutture. Questo mette a rischio oltre un miliardo
di euro di quelli a disposizione per le strutture dell’infanzia.
Neppure appare soluzione praticabile quella, pure ventilata, di inserire il finanziamento all’interno della prossima legge di bi-
lancio, i cui oneri graverebbero a carico della collettività.
Ora, la scadenza del 30 giugno è stata bucata; ciò ha comportato lo slittamento a data da destinarsi della rata correlata e la concessione di una proroga di 4 mesi per consegnare un nuovo PNRR aggiornato. Tra gli obiettivi non raggiunti c’è proprio la presentazione di tutte le gare d’appalto assegnate per la realizzazione degli asili nido, ma circa il 25 per cento dei progetti
finanziabili non si è concluso con l’assegnazione dei lavori.
Puntare sul miglioramento del welfare per disegnare una società realmente equa e dalle pari opportunità è una delle proposte che, da tempo, Meritocrazia Italia rinnova. Occorre rafforzare il sostegno alle famiglie in genere, e alle mamme lavoratrici in
particolare.
Eppure lo stato dell’arte è il seguente: asili pubblici insufficienti per numero di posti, strutture, spesso inadeguate, e orari non
sempre in linea con le necessità delle donne lavoratrici.
Meritocrazia reputa indispensabile che la missione 4 del PNRR venga portata a compimento, garantendo quell’ampliamento dell’offerta pubblica in grado di stabilizzare un settore strategico per le politiche verso le famiglie, e che siano create le con-
dizioni perché i lavori pubblici avviati siano completati e quelli a farsi siano appetibili per le imprese.
Di fronte alle note fragilità dei comuni italiani di progettare e realizzare asili nido, soprattutto al Sud e nelle aree interne, il conferimento dei poteri commissariali ai Sindaci ed ai Presidenti di Province, con facoltà di assumere personale dall’esterno, non basta. Se, infatti, tali poteri possono servire ad accelerare le procedure, è altrettanto vero che permane il problema di rendere appetibili gli appalti, le cui gare rischiano di andare deserte così come i lavori avviati potrebbero non essere ultimati
anche dopo l’approvazione del nuovo Codice degli appalti.
In questa prospettiva, risulta auspicabile:
– favorire la partecipazione alle gare anche delle piccole e medie imprese, soprattutto in forma consortile o associata;
– introdurre regole più certe per la fase esecutiva e maggiore tutela per le imprese subappaltatrici;
– rispettare la tempistica di pagamento ai soggetti attuatori delle anticipazioni iniziali e la semplificazione del meccanismo di
incremento eccezionale e motivato dell’anticipazione.
Rinunciare ora a realizzare una parte degli asili e delle scuole eliminare significa rinunciare alla realizzazione della migliore infrastruttura sociale per il futuro dell’Italia.



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