Polemica utilizzo social: MI chiede un’immediata regolazione con il Testo Unico sui Social
Si fa tanto discutere in questi giorni dell’opportunità di limitare l’accesso a internet ai minori.
La riflessione sul tema è doverosa e necessaria e da anni MI preme sulla necessità di intervenire con una legislazione unitaria che possa salvaguardare più profili interpretativi.
Non si intuisce la difficoltà che incontrano le forze politiche di intervenire “imponendo” una limitazione temporale all’accesso sui social.
Come?
Chi è minore non potrebbe accedere a determinati siti:
a) si potrebbe imporre un controllo ai proprietari e gestori di piattaforme che per determinati siti “sensibili” dovrebbero effettuare controllo facciale ed inserimento codice fiscale, con allert;
b) l’accesso per i minori, censiti con i cellulari anche tramite obbligo di autocertificazione dei genitori, dovrebbe consentire un accesso di max 30 minuti su tutti i siti;
c) i filmati violenti o che incitano all’odio o alla discriminazione NON potranno essere pubblicati pena anche la reclusione oltre una importante pena pecuniaria per i titolari delle piattaforme;
d) si dovrebbe stipulare un protocollo tra il Governo e le Piattaforme on line che stabilisca i limiti, le modalità e le responsabilità inerenti alle pubblicazioni.
Secondo le indicazioni degli psicologi, i bambini sotto i 18 mesi non dovrebbero essere esposti a schermi, e per quelli più grandi, si consiglia un uso moderato e meglio gestito: il consumo eccessivo di contenuti digitali può comportare, questo è certo, una serie di disturbi psicologici che, in un minore, possono portare a danni irreparabili. Isolamento sociale, problemi di autostima, disturbi del sonno, dipendenza da schermo, deficit dell’attenzione sono solo alcune delle conseguenze alle quali si va incontro.
Meritocrazia Italia chiede quindi una necessaria regolazione della gestione e dell’uso dei social network, mettendone in evidenza (utilità, ma soprattutto) rischi e pericoli per giovani e giovanissimi.
La prima responsabilità spetta alle famiglie, che devono vigilare e guidare i bambini nell’approccio alla tecnologia. L’educazione e la supervisione parentale sono fondamentali per prevenire l’esposizione a contenuti inappropriati, cyberbullismo, dipendenza da schermo e altre forme di pericoli. Ma le Istituzioni non sono estranee alla questione e devono assicurare protezione ai soggetti maggiormente esposti e in condizione di maggiore fragilità. Non c’è dubbio che anche il modo in cui le imprese gestiscono le piattaforme giochi un ruolo decisivo, e anche su questo occorre intervenire.
Molti Paesi si sono dotati di una normativa ad hoc (si pensi al Children’s Online Privacy Protection Act del 1998 degli Stati Uniti, ma anche al GDPR in Europa) per la regolazione della raccolta di dati sui minori e della loro protezione online, ma la vigilanza sul rispetto delle previsioni è sempre quasi assente. La verità è che il controllo diretto sui contenuti a cui i bambini accedono è ancora una sfida, poiché i contenuti inappropriati spesso sfuggono ai filtri di sicurezza, e la quantità di materiale disponibile è vastissima.
Per altro verso, alcune piattaforme si stanno spontaneamente dotando di strumenti per aiutare i genitori a monitorare e controllare l’accesso, come le modalità “family-friendly” o i controlli parentali, ma c’è ancora molto da fare.
La questione è delicata. Inibire del tutto l’uso della rete può ostacolare la capacità del bambino di esplorare e sviluppare i propri interessi e di conoscere aree del sapere che non sono disponibili liberamente su altri media. Inoltre, se il limite non viene applicato da tutte le famiglie, può portare all’isolamento sociale e alla difficoltà di costruire relazioni per quei bambini a cui viene invece applicato un limite. Se le restrizioni dovessero essere troppo rigide o irragionevoli, i bambini certamente proveranno i modi per aggirarle, portando potenzialmente a conseguenze negative. Per queste ragioni è fondamentale trovare un “equilibrio” tra divieto e permesso ad utilizzare internet, tra protezione dei minori e consentire l’esplorazione di internet per l’apprendimento e la conoscenza in generale.
Meritocrazia Italia ha avanzato la propria proposta di composizione di un Testo Unico Social network, volto ad arginare lo strapotere dei gestori e di riportarne l’impegno a maggiore responsabilità, con l’intento ulteriore di:
– imporre alle piattaforme digitali di dotarsi delle misure idonee a filtrare contenuti illeciti e a raccogliere efficacemente e tempestivamente le relative segnalazioni;
– favorire la leale collaborazione tra gestori delle piattaforme e autorità giudiziarie e amministrative.
– predisporre una formazione scolastica adeguata sull’utilizzo dei social;
– consentire l’utilizzo e la visione di programmi per i minori di anni 16 solo per tempi limitati, per non più di un’ora giornaliera. Limitare l’accesso a internet può essere utile per incoraggiare i ragazzi a impegnarsi in altre attività, come leggere, giocare all’aperto o trascorrere del tempo con gli altri bambini e con la famiglia.
Anche le istituzioni scolastiche dovrebbero contribuire all’educazione a un uso sicuro e critico di Internet, che, si ricorda, offre anche una quantità di informazioni utili e risorse educative di altissimo livello che rappresentano una opportunità di apprendimento irrinunciabile oggigiorno. L’integrazione di corsi di educazione digitale e di media literacy può fornire gli strumenti per navigare consapevolmente in rete. È necessario abituare i bambini sin dalla tenera età a gestire in modo ottimale il loro tempo. Stabilire dei limiti di tempo da passare sullo schermo di un telefonino e di un computer può aiutare a sviluppare abitudini sane ed evitare l’isolamento.
Stop war.