‘POLITICA A COSTO ZERO’: LA GRATUITÀ DEGLI INCARICHI DANNEGGEREBBE I CITTADINI, NON LA CASTA – COMUNICATO 30.04.22

‘POLITICA A COSTO ZERO’: LA GRATUITÀ DEGLI INCARICHI DANNEGGEREBBE I CITTADINI, NON LA CASTA – COMUNICATO 30.04.22

Si torna a discutere dei compensi ricevuti da alcuni politici per attività di consulenza o di formazione al termine del proprio mandato e di quelli pure riconosciuti a parlamentari e Ministri in carica. In reazione, si chiede da più lati che gli incarichi politici siano gratuiti o remunerati in maniera contenuta o simbolica. Si invoca una ‘politica a costo zero’.

La soluzione proposta postula che la gratuità dell’incarico garantisca contro malaffare e corruzione.
Ma questo non è sempre vero.

Il serio svolgimento di incarichi al servizio della comunità richiede sempre impegno, dedizione, tempo e sacrificio, e non consente di svolgere in parallelo alcuna mansione lavorativa.
Escludere ogni retribuzione vorrebbe dire limitare l’accesso agli incarichi soltanto ai pochi che hanno già disponibilità cospicua economica e possono permettersi una vita dignitosa senza guadagno, o a quanti hanno alternative fonti di reddito. E fare politica diventerebbe un lusso per pochi.
Alla fine, insomma, la misura non colpirebbe la c.d. casta, contro la quale va la riprovazione collettiva, ma i cittadini comuni, che non avrebbero modo di avvicinare la politica e non potrebbero ambire a ruoli di rappresentanza.

Il problema non sono stipendi e benefit, che siano piuttosto adeguati all’impegno profuso e alla necessità di mettere i singoli nelle condizioni di operare per il bene comune senza sacrificio personale. È importante piuttosto evitare che la posizione politica sia strumentalmente utilizzata per ottenere vantaggi economici indiretti e favorire deleteri conflitti di interesse. Si dovrebbe escludere, ad esempio, la possibilità che Ministri e parlamentari, anche a mandato concluso, possano intervenire dietro lauti compensi a eventi, conferenze corsi o seminari, soprattutto se organizzati da società private o, addirittura, da Paesi stranieri.

Per questo è fondamentale intervenire presto con un’adeguata regolazione dell’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi. Un’occasione da non perdere per stabilire una corretta regolamentazione dell’attività di lobbying.
Con i precedenti comunicati, Meritocrazia Italia ha già avanzato le proprie proposte di modifica del disegno di legge ancora in discussione, perché si elimini ogni ambiguità su cosa sia lecito fare e quali comportamenti siano invece sanzionabili come traffico di influenze illecite. L’attuale progetto normativo presenta alcune criticità che devono essere risolte. È necessario, tra l’altro,
– introdurre definizioni il più possibile precise, in modo da identificare con precisione gli attori coinvolti e l’ambito di applicazione;
– valutare con maggiore ponderatezza i soggetti esclusi dal registro;
– intervenire per mantenere la riservatezza su alcune questioni e alcuni temi oggetto di lobbying (spese militari, ricerca scientifica o eventuali situazioni di disagio o difficoltà particolari);
– prevedere sanzioni delle quali sia possibile assicurare effettività e che abbiano un utile effetto di deterrenza.

Stop war.



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