Ponte sullo Stretto: non sia la solita ‘cattedrale nel deserto’

Ponte sullo Stretto: non sia la solita ‘cattedrale nel deserto’

In linea con la posizione da sempre espressa, Meritocrazia Italia concorda sul fatto che l’unica soluzione possibile per realizzare il Ponte sullo Stretto (data l’elevata sismicità dell’area) sia effettivamente quella prescelta, a campata unica sospesa.
L’opera risulta fattibile ed è molto utile, anche dal punto di vista economico, purché essa non resti una delle solite “cattedrali nel deserto”, purché, cioè, contemporaneamente alla sua realizzazione, sia implemento il resto delle infrastrutture necessarie, in Calabria ed in Sicilia.

Il ponte sia realizzato poi in condizioni di massima sicurezza, anche considerati i massimi terremoti e i più forti venti possibili nell’area.

Sino ad ora, però, è stato possibile leggere del progetto del Ponte solo attraverso le notizie di stampa.
È il momento che il CTS deputato al progetto fornisca le risposte alle domande inerenti anche alla sicurezza dell’opera.

I media assicurano che il ponte resisterà davvero a terremoti di magnitudo 7,1, «con margini di sicurezza».
Ma i dubbi restano tanti.
Anzitutto, ci si riferisce alla magnitudo Richter o magnitudo momento? Si reputa che 7,1 (valore teorico della magnitudo momento per i terremoti della Calabria Meridionale del 1783 e di Messina e Reggio Calabria del 1908 – per quest’ultimo, quella Richter ci risulta essere M = 7,3) sia troppo poco per un’opera strategica come il Ponte sullo Stretto di Messina.
Ancora, quanto ampi saranno i margini di sicurezza citati negli articoli di stampa? Si ricorda che le scale delle magnitudo sono logaritmiche.
E poi, in base a quali prove sperimentali sono stati determinati i due terremoti di progetto, quello in Calabria e quello in Sicilia? Essi possono essere assai diversi fra loro ed è noto che la magnitudo non basta a definirli.
Quali dispositivi antisismici sono stati previsti (se sono stati previsti) e dove esattamente saranno installati? Sulla base dell’esperienza acquisita in altri Paesi, Meritocrazia suggerisce l’adozione di dissipatori viscosi, tra l’impalcato sospeso ed i due piloni che lo sostengono.

Si legge pure che il ponte resisterà fino a venti di 300 km/ora.
Quali dispositivi sono stati previsti a tal fine (se sono stati previsti)? Opportuno sarebbe utilizzare dissipatori a masse accordate.
Dove saranno installati? Sulla base dell’esperienza acquisita in altri Paesi, si propone che siano alla sommità dei due piloni.

In altre parole, Meritocrazia chiede che sia sviluppato un progetto in grado di garantire che l’impalcato del ponte sia in grado di resistere, non solo ai terremoti e ai maremoti, ma anche ai venti della massima intensità possibile nell’area dello Stretto.
Intanto, auspica di conoscere, da fonti ufficiali, i dati tecnici del progetto e di ricevere risposte alle domande, insistendo nelle proposte già avanzate sul tema, anche in sede istituzionale.

Stop war.



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