Portatori di democrazia

Portatori di democrazia

Qualche tempo fa, nel corso del suo primo mandato, il Presidente degli Stati uniti, in un noto discorso, non ringraziò i suoi sostenitori, ma il ‘forgotten man’. La storia del popolo americano è fatta da persone invisibili, uomini e donne che operano nell’ombra, non sono conosciute.
Forse è così un po’ ovunque.

Ne ‘Il Cristo dimenticato’, Nietzsche non esalta il cristianesimo, o il comunismo. Analizza le cose da un punto di vista oggettivo. Cristo, dice, è sceso tra gli uomini non per redimere l’umanità, ma per dare l’esempio. Mostrare, con la propria opera, che è possibile restare fedeli a se stessi, tenere la via, anche di fronte al cattivo giudizio, alle offese, alle ingiustizie. Con la sua umiltà, Cristo è riuscito a intimorire i potenti.

L’Uomo si è sempre misurato soltanto sulla performance, che è alla base di quel capitalismo che non conosce la vera democrazia. Il capitalista punta al massimo dei profitti, anche facendo leva sulla facile suggestionabilità di molti, costruendo ad arte finti modelli di perfezione e convincendo che la felicità è fatta di cose che si possono possedere e di apparenza. Non bisogna invecchiare, mai farsi scoprire deboli o inabili in qualcosa.
Alla fine, però, tutto questo avere e sembrare non è il vero benessere.
Quello che mette l’umanità in armonia con ciò che la circonda è il buon esempio che ciascuno sa dare tutti i giorni, anche rinunciando a qualcosa di materiale a beneficio dei rapporti umani.

Ecco la differenza tra il democratico e il capitalista.
Il democratico si occupa delle persone, si concentra sull’esempio che può dare, e, come dice Niezsche a proposito del Cristo dimenticato, dà valore alla forza dei comportamenti utili. Anche a rischio di essere frainteso, sottovalutato e non apprezzato come merita.

Altra cosa importante, per l’affermazione della democrazia, è il rispetto delle regole.
Non è democratico un sistema di governo che consente di assecondare i moti istintivi di uno solo. Il pensiero va, è ovvio, all’attuale politica dei dazi, che fa gli interessi di pochi investitori, non certo dei cittadini.
Contraddizioni che danno la motivazione giusta per reagire.
Contraddizioni che giustificano il nostro impegno.

Con la campagna adesioni in corso, ci proponiamo di farci conoscere da tantissimi, non per valorizzare il logo, ma per valorizzare la democrazia attraverso la diffusione del logo.
Viviamo questo impegno con orgoglio e soddisfazione, soprattutto con la speranza di contribuire davvero al cambiamento. Per far sì che sia possibile partecipare a una competizione, a un concorso, e vincere in onestà, senza che ad avvantaggiarsi sia sempre chi ha una conoscenza o trova la giusta scorciatoia. Contro i favoritismi e le ingiustizie.

Nulla sarà possibile, però, se continueremo a voltarci dall’altra parte e a cedere alle lusinghe di un capitalismo incapace di restituire vero benessere.
Impariamo piuttosto dal passato. Oggi celebriamo le grandi conquiste di libertà di chi, con fiducia, ha combattuto per sé e per le generazioni successive. Cogliamo quell’esempio e prendiamone il testimone, portando nuovi modelli virtuosi.
Un noto matematico diceva che i numeri aiutano la logica se la logica sostiene i numeri all’interno della collettività. La logica e la visione, questo voleva dire, sono alla base del vivere comune.

Sulla cattiveria, sull’antagonismo, non si costruisce democrazia. L’autocelebrazione di sé dà soddisfazioni momentanee, ma non lascia traccia. Non aiuta certo il cambiamento. Indebolisce, rende vulnerabili. Si vive sempre intimoriti dai possibili attacchi esterni.
La democrazia, questo sì, è faticosa. Però, come tutto quello a cui portano i sacrifici, alla fine sa di libertà.



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