PRIMO BILANCIO DI UNA STAGIONE TURISTICA INCERTA. NUOVE PROPOSTE

PRIMO BILANCIO DI UNA STAGIONE TURISTICA INCERTA. NUOVE PROPOSTE

A voler tracciare un bilancio della stagione turistica ad oggi, il dato sarebbe decisamente negativo.

Secondo le agenzie specializzate la contrazione, per l’anno in corso, è pari al 44%. È a rischio un milione di posti di lavoro. Il recupero dei numeri al periodo pre Covid è atteso per non prima del 2022.

Nonostante l’appeal garantito dal patrimonio ambientale e paesaggistico del Paese si paga il prezzo di ritardi e carenze strutturali.

Sarebbe questa la svolta tanto attesa per riprogrammare la stagione turistica: causa l’emergenza epidemiologica, si punta un turismo interno, non sufficiente a sostenere il comparto ma fondamentale per ri-scoprire borghi e luoghi d’arte sconosciuti alla grande massa dei tour operator. In questi mesi di lockdown sono stati i virtual tour a permettere la visione delle opere d’arte e delle bellezze del territorio dal comodo divano di casa, ma, riacquistati gli nostri spazi abituali, serve promuovere le “novità del settore”.

Fondamentale sarebbe allo scopo potenziare l’infrastruttura digitale del Paese, dove ancora troppe zono soffrono carenze strutturali. Una nuova generazione di turisti predilige informarsi e organizzare autonomamente le proprie vacanze. È quindi auspicabile un sostegno formativo rivolto sia agli albergatori e operatori del settore in genere ma soprattutto alle agenzie di viaggio, le vere penalizzate dalle nuove tecnologie.

Altro aspetto negativo è la stagionalizzazione dell’offerta; il clima ottimale non giustifica una distinzione così netta tra alta e bassa stagione; è quanto mai auspicabile che gli operatori del settore concertino con le amministrazioni locali e regionali nuove strategie a sostegno, affinché stagione lunga o destagionalizzazione dell’offerta non siano punti all’ordine del giorno di un convegno ma obiettivi da raggiungere nel breve e medio periodo.

Un’altra scriminante del periodo sono gli orari, non solo per quanto concerne l’accesso ai siti, ma anche e soprattutto riferiti ai mezzi di trasporto. Se nelle grosse città questo problema non si pone, raggiungere uno scavo archeologico o un sito di importanza culturale posizionati nelle zone interne richiede un dettagliato programma di viaggio che, se non rappresenta un problema per i viaggiatori individuali, discorso a parte merita chi viaggia in gruppo e soprattutto i tour operator che costituiscono una grossa fetta dei turisti dei luoghi d’arte.

Al momento è ancora presto fare bilanci per questa stagione così difficile; è sicuramente un motivo di speranza e di orgoglio sapere che stanno già arrivando le prenotazioni per il 2021, a testimonianza che la cultura e i luoghi d’arte più in generale possono segnare il rilancio dell’economia dell’intera regione.

In relazione al lavoro agile in tema di ristorazione e più in generale delle strutture ricettizie, non si può pensare di risolvere la problematica inerente ai livelli di affluenza turistica e livelli occupazionali con la semplice trasformazione di un sistema che vede alla sua base la convivialità e dei servizi che per loro natura nascono con la presenza fisica degli utenti.

Alla base, si parte dalla considerazione che, per ovviare a tali problemi oltre le misure necessarie in un momento di emergenza o post emergenza, non bastano strategie (anche di marketing) di breve periodo. Le soluzioni che Meritocrazia Italia ritiene più valide muovono in due direzioni. È indispensabile aumentare l’attrattività del territorio in modo stabile, ovvero valorizzando, oltre al turismo legato alla stagionalità, quello extra-stagionale, e puntando sulla attrazioni culturali (i.e., monumenti, mostre,…) o, secondo le peculiarità dei territori, sul turismo sportivo (golf, sport marittimi o di montagna). Anche incentivare i percorsi gastronomico culturali e sportivi sarebbe di notevole utilità.

Va da sé che ogni intervento in questa direzione è utile soltanto con visione di sistema e, dunque, investendo, parallelamente, nei sistemi di trasporto e, ove possibile, facendo leva su competenze in grado di attrarre fondi europei, per non gravare sulle casse dirette dello Stato e delle Regioni già in affanno.

In definitiva, l’unica tecnica di reale recupero è la destagionalizzazione, con prospettiva di ritorno alla presenza in borghi, di riqualificazione di zone geografiche altrimenti in lento spopolamento e di decentramento dei grandi nuclei abitativi metropolitani.



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