PROGETTI DI COESIONE SOCIALE IN SARDEGNA

PROGETTI DI COESIONE SOCIALE IN SARDEGNA

La programmazione europea degli anni 2021-2027, nell’ambito della politica di coesione, propone 5 obiettivi di policy per il conseguimento di grandi obiettivi a livello europeo:
1. un’Europa più intelligente
2. un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio
3. un’Europa più connessa
4. un’Europa più sociale
5. un’Europa più vicina ai cittadini

Tali obiettivi strategici sono perseguiti attraverso programmi finanziati sia dai fondi strutturali e di investimento europei che da risorse nazionali e regionali.

In particolare, per la Regione Sardegna, al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), al Fondo Sociale Europeo plus (FSE+) e al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e per la Pesca (FEAMP), alimentati dal bilancio dell’Unione Europea, sono state aggiunte ulteriori risorse nazionali e regionali ed inoltre anche per il 2021-2027 é stato confermato il Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) alimentato con risorse nazionali.

A livello nazionale, il confronto partenariale per la preparazione della programmazione europea 2021-2027 ha preso avvio il 10 aprile 2019 ed è stato articolato su cinque Tavoli tematici, corrispondenti ai cinque Obiettivi di policy proposti dalla Commissione europea. Il confronto partenariale attivato a livello nazionale si è formalmente concluso lo scorso mese di ottobre.

La Regione Sardegna, nella sua articolazione CRP (FESR) e Assessorato del Lavoro (FSE), ha partecipato attraverso i propri rappresentanti alla discussione in sede tecnica in tutti e cinque i Tavoli, è stata componente del Gruppo tecnico di coordinamento del Tavolo 2 – «un’Europa più verde» – e ha preso parte ai lavori del Gruppo di Coordinamento Strategico CTE, avviando, inoltre, la consultazione preliminare e il confronto partenariale in sede tecnica attraverso specifici incontri a cura della Autorità di Gestione FESR e FSE, nonché garantendo la partecipazione in seminari e convegni.
Seguendo l’impostazione della Proposta di regolamento del Parlamento europeo COM(2018)375F1, sono stati individuati 5 Temi Strategici, declinati per la Sardegna in:
1. Sardegna più intelligente, innovativa e digitalizzata, con una rafforzata capacità amministrativa e una maggiore competitività del sistema produttivo orientate all’innovazione;
2. Sardegna più verde per le persone, le imprese e gli enti, impegnata nella tutela della biodiversità, nell’azione per il clima, nella transizione energetica e verso un modello di economia circolare;
3. Sardegna più connessa e accessibile, con una efficiente rete digitale e di mobilità per il collegamento e la continuità dei territori;
4. Sardegna più sociale, istruita e prospera per un benessere diffuso basato su competenza, lavoro, inclusione e salute;
5. Sardegna più vicina ai cittadini, identitaria e accogliente fondata sulla cultura e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale.

Con riferimento al punto 4, é già partita la procedura di trasferimento al Sistema delle Autonomie Locali delle risorse previste dal Fondo unico per gli Enti locali. La misura, assunta e confermata nella manovra finanziaria approvata a febbraio, consente di trasferire la quota riservata a 377 Comuni, alle 4 Province e alla Città Metropolitana di Cagliari per le competenze dell’anno 2021, pari a circa 550 milioni di euro.

Una Regione, dunque, che sembra essere vicina ai territori, pronta a raccogliere le istanze che arrivano dalle Comunità e a mettere a disposizione dei Comuni quegli strumenti normativi ed economici necessari a garantire e rafforzare l’erogazione dei servizi.
Chi conosce da vicino le difficoltà che i territori stanno attraversando, soffocati da un’emergenza sanitaria ed economica che è anche emergenza sociale, e come tale richiede misure straordinarie di sostegno alle famiglie, che in molti casi gli stessi Enti locali non sono in grado di sopportare, ha interpretato ciò come un segnale forte di vicinanza e sostegno.
È per questo che anche in un momento caratterizzato da ristori poco adeguati dall’amministrazione centrale, le Istituzioni locali preposte hanno deciso di continuare ad alimentare il Fondo per gli Enti locali. Le politiche territoriali quindi al centro dell’azione della Regione Sardegna.
In dirittura d’arrivo anche i contributi destinati a sostenere quegli Enti locali che presentano una situazione finanziaria compromessa per l’onere derivante da procedure espropriative, con un sostegno economico che per il 2021 ammonta a 20 milioni di euro. A seguito dei provvedimenti legati all’emergenza Covid, dovrebbe essere, inoltre, garantita un’adeguata attività amministrativa degli Enti locali anche in ragione della riforma dell’assetto istituzionale del sistema delle autonomie locali da poco approvata dal Consiglio Regionale, che ha visto istituire ad opera della l. reg. 12 aprile 2021, n. 7, la Città metropolitana di Sassari, modificare la circoscrizione territoriale della Città metropolitana di Cagliari, ampliandola, istituire le Province del Nord-Est Sardegna, dell’Ogliastra, del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, modificare la circoscrizione territoriale della Provincia di Nuoro e sopprimere infine le Province di Sassari e del Sud Sardegna.

I Progetti sui temi strategici

Tra i progetti ‘in progress’ legati ai 5 temi strategici di coesione, nell’ambito dell’obiettivo di «un’Europa più verde» e di «una Sardegna più verde» impegnata nella transizione energetica, di particolare pregio quale iniziativa che farà da apripista in Europa, merita di essere segnalata la costituzione del primo hub all’idrogeno, il più grande impianto per la produzione di idrogeno verde di Italia.
Al Crs4, il Centro di ricerca del parco tecnologico della Sardegna, infatti si sta studiando la realizzazione di un impianto “Power to gas”. I ricercatori stanno sperimentando anche la trasformazione dell’idrogeno in metano, tramite un processo che chiama in causa particolari microorganismi, tra i più antichi esseri viventi del pianeta, capaci di legare idrogeno e CO2 producendo bio-metano.
Come si sviluppa il progetto?
La fase sperimentale prevede la realizzazione del primo impianto sul territorio nazionale per la produzione di idrogeno verde da miscelare, a percentuali variabili, nella rete di distribuzione del gas naturale (di origine fossile) di recente realizzazione. In sintesi, il gas naturale utilizzato dagli utenti avrà un contenuto variabile di idrogeno verde e sarà quindi più sostenibile da un punto di vista ambientale. L’impianto sarà dotato di un elettrolizzatore in grado di separare l’acqua in idrogeno ed ossigeno e sarà alimentato da un campo di pannelli fotovoltaici che fornirà l’energia elettrica necessaria. L’idrogeno così prodotto verrà quindi immagazzinato, risolvendo il problema dovuto alla natura intrinsecamente intermittente della produzione di energia solare, ed in seguito immesso in percentuali variabili sia nella rete di distribuzione domestica che in quella industriale. È prevista, inoltre, la realizzazione di una stazione di servizio in grado di alimentare i veicoli pesanti (autobus e camion) per i quali le soluzioni elettriche sono attualmente ancora limitate.
L’impianto verrà realizzato nella Zona industriale di Sestu e secondo le previsioni dovrebbe essere operativo già dal 2023.

La proposta

Fra i temi strategici declinati per l’isola, merita particolare attenzione il punto 5, per «una Sardegna più vicina ai cittadini, identitaria e accogliente», fondata sulla cultura e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale, per promuovere percorsi di coesione sociale nelle comunità territoriali.
Le trasformazioni in corso – sociali, culturali, demografiche ed economiche – infatti sono all’origine di nuove forme d’insicurezza degli individui, fra le quali l’aumento dell’esclusione di alcuni soggetti o di interi gruppi sociali dai processi di fruizione e produzione culturale legati al territorio.
In questa situazione, è sempre più difficile per le persone comprendere il valore positivo delle relazioni, in particolare quelle legate alla partecipazione alla vita della comunità, alla costruzione di forme di convivenza tra gruppi diversi e allo sviluppo di forme di responsabilità e risposta comune ai bisogni.
Il nuovo ruolo che gli Enti locali e territoriali sono chiamati ad interpretare nel processo di definizione delle strategie territoriali oggi non può prescindere dal miglioramento delle condizioni di benessere delle comunità territoriali, creando o potenziando reti di sostegno e servizi di prossimità e rafforzando il coinvolgimento nella vita collettiva – economica, sociale e culturale – di fasce sempre più ampie della popolazione.
Quest’obiettivo può essere perseguito attraverso la realizzazione di percorsi rivolti alla riappropriazione e la valorizzazione dei luoghi, con la promozione di politiche inclusive che vedano affiancati al sistema sociale gli attori privati locali, le associazioni di categoria ed il mondo imprenditoriale in generale, nella promozione del territorio.
Il presupposto indispensabile, però, consiste nel conoscere, saper leggere e programmare lo sviluppo di quest’ultimo.
Consapevoli di abitare in uno dei territori tra i più apprezzati ed ammirati, si è pensato, quindi, di partire dalla considerazione che ogni cittadino, quale attore privato locale, dovrebbe conoscere il suo territorio più a fondo anche per sapersi orientare nello stesso, cercando di scoprire quanto più possibile di esso per poterlo poi promuovere.
L’efficacia della risposta al disagio, infatti, è più elevata in comunità territoriali accoglienti e responsabili, dove ciascun soggetto è portatore di bisogni ma anche di risorse, ed è proprio su queste ultime che è necessario fare leva: agendo sulla comunità ed i suoi membri al fine di renderle più accoglienti, integrate e sicure.
É, pertanto, già in fase di elaborazione un progetto che partendo dalle caratteristiche geografiche, morfologiche, storiche e culturali della Sardegna conduca ogni singolo abitante di un luogo ad essere consapevole di ciò che lo circonda e di che spazio sta occupando in quel luogo, affinché l’apprendimento delle conoscenze , accompagnato da una costante formazione all’ impresa sociale, possa essere utilizzato con un percorso che , partendo dalla stessa persona, passi anche attraverso i concittadini fino ad arrivare ai turisti, per investire in idee e risorse sottese allo sviluppo dell’economia del territorio.
Ciò renderebbe necessaria l’interazione tra più soggetti, i cui diversi punti di vista consentirebbero di conoscere e interpretare bisogni espressi e latenti, individuare obiettivi condivisi, valorizzare e costruire risorse accessibili e fruibili.
Il progetto di Meritocrazia Italia Sardegna, insomma, avrà come prospettiva il territorio, attraverso il quale chi è chiamato a progettare e intervenire deve necessariamente leggere i bisogni cui dare risposta e soprattutto le risorse da cui partire, valorizzandole in modo appropriato.

Conclusioni

In considerazione delle conseguenze che la pandemia di Covid-19 ha prodotto sul tessuto socio-economico dell’isola, si rende ancora più evidente la necessità di un forte orientamento dell’azione politica regionale verso il perseguimento degli obiettivi di promozione di politiche attive, orientate ad emancipare i soggetti dal bisogno e dall’assistenza e a favorirne il reinserimento nella vita sociale, culturale ed economica; le organizzazioni radicate nei territori dovrebbero essere gli interlocutori privilegiati per lavorare ai processi di aumento di coesione sociale e d’inclusione e le linee d’intervento tradizionali (scuola, lavoro, sanità, sport, cultura…) dovrebbero svolgere appieno il loro ruolo inclusivo utilizzando adeguate forme di ascolto e accompagnamento dei territori perché divengano efficaci promotori di processi di coesione sociale, promuovendo e utilizzando strumenti di comunicazione capaci di coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti durante l’attuazione dei progetti così da ‘contaminare’ altri ambiti e territori.
Temi quali lo sviluppo urbano sostenibile, la riduzione del consumo del suolo, la gestione e il recupero del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione e la rigenerazione di interi tessuti urbani degradati o dismessi sono all’ordine del giorno dell’agenda politica ed amministrativa e la crisi economica rende urgente l’esigenza di un ( ri)orientamento di tutti gli strumenti tradizionali basati sul recupero del territorio e del suo patrimonio storico, artistico e naturale.
Il tutto, per quanto sopra detto, accompagnato anche dall’innovazione e dalla ricerca, in attuazione della Strategia di c.d. ‘Specializzazione Intelligente’ (S3).
Quest’ultima dovrebbe assumere un ruolo fondamentale anche nella futura programmazione, per creare sviluppo e occupazione, valorizzando, attraverso il territorio, le risorse e le competenze presenti in Sardegna, governando il processo e l’orientamento delle politiche in chiave di sviluppo sostenibile in una visione unitaria delle interrelazioni ambientali, sociali ed economiche e mettendo a valore le risorse identitarie delle comunità.
Vi è sempre più consapevolezza nella società civile, nel mondo delle imprese, nel Governo nazionale, nelle Amministrazioni e nell’opinione pubblica, della necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio di paradigma socio-economico, ma davanti a queste nuove sfide le politiche mostrano una situazione di difficoltà poiché sono ancora ritagliate in larga misura sugli assetti socio-culturali del passato e si articolano in interventi frammentati, non riconducibili a un disegno strategico unitario.
Eppure per favorire la permeabilità e l’interazione tra ciò che è considerato normale e ciò che è considerato disagio, tra l’interno e l’esterno, basterebbe la promozione di politiche inclusive che passino per la riappropriazione e la valorizzazione dei nostri luoghi.



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