‘Protesta dei trattori’
Ragioni e soluzioni
Da metà dicembre, gli agricoltori di Germania, Francia, Olanda e ora Italia protestano contro le politiche di transizione ecologica dei rispettivi governi.
Centinaia di trattori in strada, blocchi stradali, con conseguenti disagi alla circolazione e ai trasporti, manifestazioni nelle città. Si conta anche la tentata aggressione ai danni del Ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck.
Tutto ha inizio quando il governo tedesco promette di mantenere il sostegno per l’Ucraina e di finanziare la transizione verso l’energia pulita.
Ma cosa c’entra questo con gli agricoltori?
In vista del nuovo anno, il governo tedesco ha proposto una prima bozza di bilancio per il 2024, bocciata dalla Corte Suprema tedesca chiamata a scegliere dove ridurre le spese ed effettuare tagli, nel tentativo di conciliare gli impegni presi con il deficit economico. In questa operazione, il settore dell’agricoltura è uno di quelli più colpiti.
A fine dicembre il governo ha annunciato un aumento delle tasse e uno spostamento dei sussidi agricoli, eliminando l’agevolazione fiscale sul gasolio. Anche in coerenza con l’impegno dell’UE a ridurre le emissioni di gas serra ed eliminare le sovvenzioni ai carburanti fossili.
Ora gli agricoltori temono che queste misure possano avere conseguenze negative, portando alla perdita di posti di lavoro, all’aumento dei costi di produzione e alla riduzione della produzione alimentare.
Anche il Presidente francese, con un discorso fortemente europeista su un ampio progetto per migliorare l’indipendenza e la sovranità dell’Unione, separa il tema della agricoltura dalle politiche comunitarie generali, sostenendo che l’agricoltura debba essere reinventata, ma lasciata alla gestione dei singoli Stati, sia a causa della morfologia eterogenea sia a causa della difforme resilienza delle comunità agricole.
Insomma, la ‘protesta dei trattori’ è un segnale di allarme per la transizione ecologica.
Mostra che la transizione, se non gestita in modo adeguato, può avere conseguenze negative per alcuni settori economici e per le comunità che dipendono da essi. È importante che i Governi e le Istituzioni europee si impegnino a trovare soluzioni capaci di conciliare le esigenze della transizione ecologica con quelle degli agricoltori e delle altre comunità interessate.
Sono assolutamente indispensabili:
– investimenti in ricerca e sviluppo a livello europeo, per sviluppare nuove tecnologie e pratiche agricole sostenibili che non compromettano la produzione agricola;
– sostegno economico puntuale e non generico agli agricoltori, quale supporto ad affrontare i costi della transizione ecologica (trattori di nuova generazione, nuove tecniche di lotta ai parassiti che richiedano meno prodotti chimici e meno passaggi in campo, irrigazione a goccia, etc.);
– misure di tutela dei posti di lavoro nel settore agricolo, sia per i residenti che per i stagionali o gli immigrati, con più intensa lotta alla concorrenza sleale del lavoro in nero.
Se la transizione ecologica sarà gestita in modo adeguato, potrà rappresentare un’opportunità anche per l’agricoltura e per le comunità rurali, con la creazione di nuovi posti di lavoro, agevolazione della diversificazione delle produzioni agricole e miglioramento della qualità dell’ambiente.
Del resto si tratta di un equilibrio che può essere stimolante e strategico per lo sviluppo sostenibile del pianeta: macchina, uomo e ambiente insieme in una sinergica e positiva tensione volta a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere le generazioni future.