PUGLIA IN CRISI GIUDIZIARIA
E’ questa l’annosa questione pugliese: la crisi dell’edilizia giudiziaria. Con tutto ciò che ne consegue.
In Puglia, garantire il diritto alla giustizia è compito a dir poco arduo. Quasi ovunque le sedi di giustizia sono inadeguate allo svolgimento dei processi, con spazi insufficienti, spesso precari, e senza rispetto delle più elementari norme di sicurezza.
Nel solo capoluogo di Regione, da anni i processi civili e penali si svolgono in ben sette edifici diversi e per mesi sono stati celebrati in tende e strutture provvisorie.
Una situazione drammatica che la crisi Pandemica ha ulteriormente evidenziato. La carenza delle adeguate strutture ha completamente mandato in tilt la ordinata regolazione delle udienze.
A Bari un processo su due non viene celebrato. In una settimana, su 327 udienze 183 vengono fatte slittare.
Dati alquanto allarmanti se non si interviene in maniera tempestiva.
Attualmente l’ambito giudiziario più colpito è quello penale: la situazione pandemica e i relativi protocolli di sicurezza hanno reso complicatissimo lo svolgimento dei processi.
Il Tribunale penale di Bari è ubicato in un palazzo destinato ad uso uffici. Le aule di udienza sono stanze che possono ospitare al massimo tra le sei e le otto persone. Quindi il rispetto delle restrizioni imposte già a monte toglie la possibilità di celebrare processi che abbiano un numero di imputati superiore a tre. Questo comporta che un processo su due venga rinviato e che alcuni diventino impossibili da celebrare.
La carenza di spazi incide anche sulla corretta conservazione e gestione della mole di documenti processuali e le dovute tutele sulla riservatezza e segreto degli atti.
Proprio per carenza di spazi i fascicoli rischiano spesso di essere mal custoditi e accessibili alla vista di chiunque, quando non riposti alla rinfusa in locali inagibili.
E’ evidente che la Giustizia non può funzionare in maniera efficiente ed efficace se non ci sono strutture ed edifici idonei che permettano lo svolgimento dei processi e la corretta gestione documentale.
A Bari urge la realizzazione del progetto del Parco della Giustizia, individuato come collocazione sui suoli di caserme dismesse Milano e Capozzi. Da uno studio predisposto dalla Corte d’Appello (recepito dal Comune), il fabbisogno complessivo di spazi è stato stimato in oltre 135mila metri quadri, per il quale sono stati stanziati dal Ministero della Giustizia 95 milioni di euro per costruire il primo lotto. Altre risorse verrano recuperate con il Recovery fund.
In attesa di interventi realizzativi e di adeguamento degli edifici di giustizia di tutta la Puglia, una iniziativa già intrapresa dalla Regione, denominata “IRESUD – Giustizia digitale in Puglia”, riguarda il Progetto Pilota “Procura della Repubblica di Lecce”, già in fase di esercizio, mediante il quale è stato realizzato un sistema integrato per creare e gestire il fascicolo penale digitale. Un sistema di Knowledge Management di ausilio alle indagini.
Come evidenziato dal Progetto IRESUD e che Meritocrazia Puglia condivide, la tecnologia in tutte le sue forme e i suoi utilizzi produrrebbe innumerevoli vantaggi tra i quali:
– incremento dell’efficienza degli Uffici di Giustizia;
– riduzione dei costi degli Uffici di Giustizia;
– miglioramento della qualità delle interazioni tra Uffici Giudiziari e soggetti fruitori sei servizi (avvocati, parte e cittadini);
– riqualificazione del personale operante negli Uffici di Giustizia;
– innalzamento livello di sicurezza della documentazione con riferimento all’esigenza di privacy e segretezza del contesto penale;
– valorizzazione dell’ambiente, con la riduzione dell’uso della carta e toner.
In sintesi, con edifici più confacenti alle esigenze e maggiore uso della tecnologia, il Sistema Giudiziario pugliese rinascerebbe a nuovo dopo la grande crisi giudiziaria.