REAZIONE, PER LA VERA DEMOCRAZIA – 16 GENNAIO 2022
Erodoto riferisce delle riflessioni di Otane sulle tre possibili forme di governo: monarchia, aristocrazia e democrazia. Diverse per struttura e modalità di esercizio del potere.
Nel racconto, dinanzi alla Corte persiana si confrontano tre personaggi, ognuno impegnato nella difesa del proprio regime. Otane contesta la scelta di attribuire il potere a uno soltanto, monarca o tiranno che si voglia definire, ed elogia il governo dei molti. Nel tempo, anche questa posizione ha incontrato la resistenza di tanti, piuttosto favorevoli a un’impostazione oligarchica di governo.
Non è questione di poco conto. Il modello istituzionale si riflette inevitabilmente anche sulla struttura della società, e sulla qualità della vita dei singoli.
È difficile riportare le teorie di Otane alla modernità, se non altro perché non è sempre semplice comprendere quale sia, nei fatti, la forma di governo davvero in atto.
Non si può dire che uno Stato sia democratico soltanto perché i cittadini sono formalmente chiamati ad eleggere i propri rappresentanti in Parlamento o perché, almeno in teoria (e non sempre accade), il Presidente del Consiglio, nominato dal Presidente della Repubblica, sceglie i Ministri in relazione alla composizione delle forze parlamentari, secondo prospettive di stabilità.
La vera democrazia si legge nella concretezza.
Oggi mina il valore democratico delle decisioni la forte interferenza delle lobby internazionali, che hanno acquisito il debito pubblico dei singoli Stati membri e pilotano le economie interne, tenendo sotto scacco gli equilibri nazionali e internazionali grazie alle logiche di aumento dello spread. Minaccia costante anche per l’Italia, che ne ha già enormemente risentito.
Forse, il vero regime di governo imperante è da anni proprio l’oligarchia delle lobby.
Un potere invincibile, privo di legittimazione democratica, che si erge a invalicabile barriera contro le speranze di partecipazione democratica.
In questo quadro, è possibile che da cittadini ci si senta sudditi. Dilaga il senso di impotenza. E si sceglie di non reagire. Manca la forza. Manca la speranza. Ci si accontenta dell’oggi, senza pensare al domani. Aggirando l’ostacolo.
E finisce che una crisi mondiale senza precedenti di recente memoria sia immiserita ai tristi scontri tra pro-vax e no-vax. E finisce che sia un governo sommerso oligarchico a dettare tempi e modi della ripresa.
Si può fare meglio di così.
La riflessione merita maggiore approfondimento e maggiore lucidità. È essenziale trovare la forza di uscire dall’ovvio, per riscoprire l’essenziale.
Capita che qualcuno si lasci andare all’entusiasmo, voglia crederci, abbracci la missione di proporre e si apra al dialogo. Ma capita anche che, tra questi, molti si fermino dopo i primi passi, per ritornare sulla strada della comodità della lamentela. Del resto, è più allettante la finta tranquillità di chi sceglie di nascondere la polvere sotto un tappeto. Per non affrontare il problema.
Occhio di vetro. Cuore di metallo.
Quella di Meritocrazia è una battaglia di Civiltà. Una battaglia che impone sacrificio, costanza e resilienza.
Per riconquistare il vero fare democratico e sovvertire il sistema, abbattendo i muri alzati da un potere illegittimo, occorre reazione. Occorre l’impeto travolgente del garbo costruttivo. Occorre riscoprire la meraviglia della cittadinanza attiva e della libertà partecipativa.
Ma, per farlo, serve fiducia.