Report settimanale

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10 FEBBRAIO
COMUNICATO
CLICK DAY: LE PROPOSTE DI MI PER IL SUPERAMENTO DELLE INEFFICIENZE DEL MECCANISMO

Prende il via il click day per l’ingresso in Italia di oltre 181.000 lavoratori extracomunitari, destinati a impieghi stagionali, non stagionali e autonomi. Un sistema che, nelle intenzioni, dovrebbe rispondere alle esigenze del mercato del lavoro ma che nella pratica si traduce in una competizione dettata più dalla rapidità di connessione che dalla qualità della richiesta. Tante le inefficienze. Meritocrazia Italia propone una riforma strutturale del sistema, fondata su: 1) un periodo di presentazione delle domande più ampio, per garantire un autentico incontro tra domanda e offerta di lavoro; 2) l’abolizione della suddivisione per categorie professionali, restituendo alle imprese la libertà di selezionare i profili più adatti alle loro necessità; 3) un adeguamento delle quote disponibili, calibrando sulla reale domanda di manodopera; 4) una drastica semplificazione burocratica, affinché il processo di regolarizzazione non si trasformi in un labirinto amministrativo; 5) criteri di trasparenza e qualificazione, affinché le richieste di assunzione riportino informazioni chiare e verificabili sulle competenze dei lavoratori. L’immigrazione è una risorsa da gestire con lungimiranza, equilibrio e responsabilità. Non servono soluzioni improvvisate o meccanismi emergenziali. Serve una visione strategica, capace di coniugare accoglienza e sviluppo, diritti e doveri, creando un sistema che sia giusto per chi cerca un futuro migliore e utile per il Paese che lo accoglie.

11 FEBBRAIO
COMUNICATO
IL BENESSERE SESSUALE SIA DIRITTO DI TUTTI:
LE PROPOSTE DI MI A TUTELA DELLA DISABILITÀ

Il benessere sessuale è un diritto di tutti: è una condizione di benessere fisico, mentale e sociale che l’individuo raggiunge esprimendo se stesso attraverso la parola, il corpo e la relazione con l’altro. Che «tutte le persone, libere da coercizione, discriminazione e violenza, [abbiano] il diritto di raggiungere il più alto livello di benessere sessuale possibile, incluso l’accesso ai servizi di assistenza al benessere sessuale e alla salute riproduttiva» è tra gli obiettivi dell’OMS. Se questo è, binomio sessualità e disAbilità non appare più in antitesi. Eppure nella disAbilità il tema della sessualità è da sempre un “tabù” che relega la persona ad “eterno bambino”, privo di pulsioni, desideri e veri e propri diritti sessuali, non necessariamente circoscritti alla riproduzione ma anche ai suoi ontologici aspetti ludici, sociali e relazionali. Meritocrazia Italia promuove una rivoluzione culturale che concepisca la sessualità in modo olistico e non solo genitale, partendo da una educazione sessuale e affettiva che parli di emozioni, rispetto, fiducia e non solo di anatomia e di contraccezione.
Per questo, propone di: 1) realizzare laboratori che permettano alle persone con disAbilità di esperire contatti corporei, così da imparare a riconoscere il tocco dell’altro come “adeguato o non adeguato”, “voluto o non voluto”, e imparare a dire di no e a rifiutare un contatto non desiderato rispettando il proprio spazio personale, inviolabile; 2) promuovere progetti che includano genitori e operatori che operano nel campo della disAbilità, per superare antichi paradigmi; 3) incentivare educatori e operatori che si rivolgono alle persone con disAbilità a intraprendere percorsi formativi in sessuologia, così da strutturare risposte efficaci alle dinamiche e/o problematiche inerenti la sessualità nella disAbilità; 4) insegnare ad affrontare il tema della nudità e l’auto-stimolazione corporea; 5) potenziare la figura professionale dell’assistente sessuale “O.e.a.s.”, uomini e donne che hanno competenze tecniche e relazionali per aiutare la persona con disAbilità a fare fronte a un corpo che cambia e a un bisogno naturale che vuole trovare espressione, a conoscere il proprio corpo, a capire in quali luoghi è opportuno ricercare il piacere e quando invece non è possibile. Meritocrazia inoltre: 1) Auspica l’introduzione di campagne di sensibilizzazione che portino a prendere coscienza dell’importanza del tema della sessualità nelle persone con disAbilità; 2) propone di inserire negli orari scolastici, piani educativi mirati a queste tematiche per le persone con disAbilità; 3) sollecita l’introduzione di percorsi formativi specializzanti per educatori e caregivers del settore; 4) sottolinea l’importanza di creare progetti, laboratori e workshop per promuovere la consapevolezza delle relazioni, dei sentimenti e dell’intimità a favore delle persone con disAbilità; 5) propone campagne per favorire il riconoscimento dei servizi di supporto sessuale, tra cui anche il ruolo della figura dell’OEAS come forma di supporto al diritto alla sessualità; 6) promuove la tutela e la lotta alle discriminazioni.

12 Febbraio
COMUNICATO
ISTITUTI PARITARI E PRECARIATO:
ALCUNE PROPOSTE PER SANARE LE STORTURE DEL SISTEMA

L’inizio della carriera per tanti giovani insegnanti è rappresentato da numerosi ostacoli e impervie salite, a volte talmente irte che, pur di avanzare in un clima decisamente competitivo verso l’agognato istituto pubblico e vedere quindi realizzato il sogno dello stipendio fisso, al fine di recuperare “terreno” ovvero servizio, che corrisponde ad anzianità da fare valere come punti in graduatoria, gli stessi sono disposti a lavorare gratis o con una bassissima retribuzione nelle scuole paritarie. I giovani docenti tendono ad accettare in silenzio, non trovando migliori alternative, condizioni umilianti e svilenti, perché tristemente consapevoli che rappresentano l’unico modo per avviare in tempi ragionevoli la loro carriera in un sistema di reclutamento che presenta falle e sbavature da troppi anni. I concorsi, in effetti, vengono banditi raramente, riservano le assunzioni a una percentuale limitata di docenti, iniziano a distanza di anni dal bando e spesso non si espletano nei tempi prestabiliti per alcune classi di insegnamento, con il conseguente rischio che i concorsisti rimangano precari a tempo indefinito, sebbene vincitori. In questo scenario, non può sottacersi che le scuole paritarie rilasciano titoli di studio equipollenti a quelle pubbliche e che, soprattutto quelle della materna e primaria svolgono una funzione importante di supporto alle carenze del sistema scolastico statale. Eppure, la mancanza di finanziamenti, in uno con l’assenza di controlli effettivi e le notevoli difficoltà riscontrate da parte del Ministero dell’Istruzione di monitorare, oltre al mantenimento dei requisiti prescritti di qualità ed efficacia, anche il rispetto in concreto della legalità, hanno portato nell’ ultimo decennio a una degenerazione del sistema della scuola non statale sempre crescente tanto da diventare un vero e proprio business molto allettante e remunerativo per chi gestisce gli Istituti. Il fenomeno denunciato è grave e senza dubbio deprecabile. Fa discutere una recente sentenza della Cassazione, che ha a chiare lettere affermato che il descritto fenomeno dell’insegnamento prestato nell’ambito degli istituti paritari senza retribuzione al solo fine di cumulare punti in graduatoria (prevedibilmente fonte di cospicui guadagni per i direttori) non integra il reato di caporalato disciplinato dall’ art. 603 bis c.p., essendo in questi casi attuate delle prestazioni intellettuali che esulano dal concetto di “manodopera”. Al fine di arginare il fenomeno – che nella sostanza si risolve in una forma di sfruttamento (sebbene tale inquadramento non abbia avuto avallo dalla Cassazione per questioni “terminologiche”), occorrerebbero: 1) l’introduzione di nuovi strumenti legislativi da parte del Governo per garantire la corretta valutazione del servizio prestato nelle scuole paritarie e private in forma congruente con le risorse economiche a disposizione (siano esse di autofinanziamento che di convenzione pubblica); 2) l’incremento di una rete di controlli di un apparato ispettivo, articolato sia a livello centrale che locale e dotato di indipendenza di giudizio, anche con organico adeguato, affinché siano monitorati l’assunzione, l’espletamento del servizio, i pagamenti dei docenti assunti tramite Mad e che controllino la corretta gestione delle stesse; 3) la diffusione, tra genitori e studenti, della cultura della denuncia di eventuali irregolarità tecniche e amministrative; 4) dare dignità al lavoro anche tutti i docenti degli istituti paritari, spesso assunti senza contratto e non retribuiti con regolarità, atteso che viene riconosciuto loro solo un punteggio in graduatoria. Il precariato dell’insegnamento è cosa tristemente nota ed è capace di smorzare gli entusiasmi di chi vorrebbe vedere realizzato il sogno di diventare docente e che magari ha investito tempo, studi, soldi per realizzarlo. Gli ultimi pronunciamenti della Cassazione impongono una presa di coscienza per regolamentare un settore che altrimenti sarebbe privo di tutela effettiva se non addirittura terreno fertile per abusi e illegalità in danno di categorie deboli.

15 FEBBRAIO
COMUNICATO
SCIOPERO ANM: LA GIUSTIZIA SIA CAUSA COMUNE, NON PRETESTO PER AFFERMAZIONE DI POSIZIONI DI CATEGORIA

Confermato il nuovo sciopero dell’Associazione Nazionale Magistrati. Si protesta ancora contro la decisione di introdurre una separazione delle carriere. Ad argomento, il pericolo che, per tale via, i pm possano scivolare sotto il controllo dell’esecutivo e dunque sostanzialmente piegarsi a dictat politici e interferenze nei processi. Già in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ANM sceglieva la strada della platealità raccomandando ai magistrati di manifestare con la toga indosso, la Costituzione in una mano e il tricolore nell’altra (in realtà è richiesta solo l’apposizione di una coccarda con i colori della bandiera sulla toga). Ma è proprio la Costituzione, impugnata come vessillo che, all’art. 111, prevede che il processo si svolga davanti a un giudice terzo, il quale, per essere e apparire tale, non dovrebbe avere alcun vincolo e colleganza con il pm.
Meritocrazia Italia avanza da sempre proposte finalizzate al recupero della legittimazione istituzionale della magistratura, della giustizia tutta e in ultima analisi di uno Stato sensibile alle istanze della cittadinanza. Tra queste, vi è sempre stata la separazione delle carriere, oltre all’istituzione di un doppio CSM, uno per la magistratura requirente e uno per quella giudicante, nonché a una adeguata gestione del meccanismo delle correnti. Oggi torna a chiedere collaborazione, perché quella del ripristino di una giustizia funzionante, a presidio dei diritti fondamentali di tutti, deve essere causa comune, non divisivo pretesto per affermazione di logiche partitiche o posizioni di categoria.



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