RIORGANIZZARE E POTENZIALE IL SSN PER NON RIPETERE GLI STESSI ERRORI – COMUNICATO 04.01.20
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha fatto emergere ancor di più il divario esistente tra Nord e Sud del Paese per quanto riguarda la capacità di risposta dei diversi servizi sanitari regionali.
In particolare, sono emersi importanti discrasie, come nel caso del numero unico dell’emergenza 112, che non è attivo in tutte le regioni o dell’utilizzo della ricetta elettronica, operante solo in alcune zone, che confermano come la risposta all’emergenza sanitaria sia fortemente condizionata dalle differenze e dagli squilibri territoriali che caratterizzano a livello strutturale il nostro sistema sanitario.
L’epidemia che stiamo vivendo ci avvisa di come sia importante riequilibrare al più presto il sistema sanitario, anche al fine di affrontare adeguatamente le future emergenze in uno a quella in atto. Al contempo mostra tutti i suoi limiti l’approccio prettamente economico-finanziario dell’organizzazione dei servizi sanitari che è prevalso in questi anni.
Non possiamo limitarci alla sola lotta agli sprechi ed alla cattiva gestione delle risorse finanziarie, ma è necessario disporre investimenti con uno spirito di solidarietà nazionale per le Regioni particolarmente “fragili”, che in molti casi scontano ritardi sociali, economici, infrastrutturali.Bisogna, invece, potenziare “tutti” i sistemi sanitari regionali.
La nomina di un Commissario straordinario ha evidenziato come sia strategico ed irrinunciabile un intervento unitario per assicurare la capacità di produrre, fornire o acquistare rapidamente medicinali, dispositivi medici e di protezione individuale, presidi sanitari e medico-chirurgici, equipaggiamenti per il personale, apparecchiature sanitarie adeguate, così come per acquisire, e se del caso di costruire, in tempi ridotti, strutture sanitarie ed ospedaliere o attivare nuovi posti letto.
Inoltre vi è l’importanza di potenziare:
• la capacità di previsione, avvalendosi soprattutto delle migliori realtà scientifiche del Paese a partire dall’Istituto Superiore di Sanità ed in collaborazione costante con le organizzazioni internazionali ed europee;
• la centralità degli interventi in materia di prevenzione e sanità pubblica;
• l’esigenza di un rafforzamento non solo delle amministrazioni statali a ciò deputate, ma soprattutto delle strutture territoriali, quali le agenzie regionali e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie;
• la sanità di prossimità, sulle reti territoriali che passano in primo luogo dai medici di medicina generale.
Priorità che dovrebbero già caratterizzare in via “ordinaria” il nostro sistema sanitario nazionale e i servizi sanitari regionali e che costituiscono interventi efficaci e necessari per affrontare le emergenze sanitarie come la realtà sta dimostrando.
Tra le gravi inefficienze che non si dovranno ripetere, emergono, senza dubbio:
– la mancata esecuzione dei tamponi sulla popolazione e in particolare ai familiari di persone risultate positive al COVID 19;
– il mancato rilascio alle persone risultate positive al COVID 19 di certificati medici atti a comprovarne la positività, posto che, nella maggior parte dei casi, queste persone sono state informate del loro stato di salute solo telefonicamente dagli operatori con imposizione di una sorta di “autoisolamento a chiamata”. Viene quindi reso impossibile alle stesse anche la possibilità di richiedere (laddove sia possibile perché titolari di polizze) un’indennità da parte delle compagnie assicurative;
– le mancate immediate cure alle persone che hanno manifestato i primi sintomi “sospetti” legati al CODIV 19.
Meritocrazia auspica quindi che sin da subito il Governo ed il Parlamento intervengano, per ridisegnare l’intera modalità di gestione ed organizzazione del SSN, mediante corretto riparto di attribuzione di competenze tra Stato e Regioni, come previsto dal titolo V della Costituzione, al fine di un superamento delle problematiche che hanno contraddistinto la fase 1 della pandemia, disponendo al contempo delle chiare linee guida operative che partano dall’effettiva esecuzione di tamponi e test immunologici sulla popolazione, con espressa designazione dei soggetti a ciò deputati, quali ad esempio i medici di base, incaricati anche del costante controllo del paziente sottoposto a terapia domiciliare.
Oggi più che mai serve chiarezza, competenza e visione d’insieme.