Rischio sismico

Rischio sismico

Sicurezza scolastica tra nuove e vecchie opportunità

I Giovani sono certamente la maggiore ricchezza del presente e a loro verrà consegnato il mondo nel prossimo futuro. Per questo vanno protetti.
Eppure ci sono pericoli ai quali non si presta adeguata attenzione. L’Italia è un Paese a elevato rischio sismico e l’esperienza degli ultimi anni dà prova della pericolosità anche di altre calamità naturali, tra le quali alluvioni e frane.
Il dato preoccupa molto se si pensa allo stato di precarietà infrastrutturale nel quale versa la maggior parte degli edifici scolastici in Italia. Nelle Regioni meridionali, in particolare, 3 scuole su 4 sono costruite in aree a rischio sismico e necessitano di interventi di manutenzione urgenti (corrispondono al 60% del totale).

Ormai da decenni sono disponibili anche in Italia moderne tecnologie antisismiche: quelle che utilizzano gli isolatori sismici oppure i dissipatori dell’energia sismica od altri dispositivi. Se ne fa già applicazione, ma c’è ancora tanto lavoro da fare.
In particolare, sebbene negli ultimi anni sia aumentato il numero di scuole italiane isolate sismicamente, troppe sono ancora quelle che non sarebbero in grado di resistere a eventuali terremoti. Lo dimostra ciò che è già accaduto in passato e che, purtroppo, potrebbe tornare a verificarsi. Risalgono al 2016 gli ultimi violenti terremoti in Italia (quelli di Amatrice e di Norcia). È passato troppo tempo, statisticamente parlando.

Anche grazie alle risorse del PNRR, le opportunità di valorizzare gli strumenti a disposizione non mancano.

Sarebbe appena il caso di dare seguito alle iniziative virtuose già avviate.
All’inizio degli anni 2000, furono adeguate con dissipatori, inseriti in opportuni controventi, alcune scuole a Potenza e provincia, in zona sismica 1, nonché a Fabriano (Ancona), in zona sismica 2. Seguì, nel 2006, la costruzione di un nuovo edificio universitario ad Ancona (nuovamente in zona sismica 2), anch’esso protetto da dissipatori.
Due anni più tardi, fu ultimata la prima applicazione italiana dell’isolamento sismico alle scuole: si trattò della nuova scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso, che sostituì quella precedentemente esistente, crollata durante il terremoto del Molise e della Puglia del 31 ottobre 2002, provocando la morte di 27 bambini e una maestra. La nuova scuola fu protetta inserendo alla base isolatori elastomerici ad alto smorzamento (HDRB) e a scorrimento a superficie piana (SD) e fu collaudata in corso d’opera (c.o.) anche dall’ing. Alessandro Martelli, attuale direttore d’area ‘Prevenzione danni da calamità naturali’, che l’aveva fortemente voluta. Appena un mese vi fu il collaudo della prima scuola italiana esistente adeguata con l’isolamento sismico: riguardò la scuola elementare Quasimodo di Riposto (Catania). Anch’essa fu protetta grazie all’inserimento, alla base, di isolatori HDRB e SD.
Occorre, poi, non dimenticare che, al momento del terremoto dell’Abruzzo del 6 aprile 2009, era in costruzione a L’Aquila la nuova Facoltà di Lettere, Filosofia e Scienze della Formazione della locale Università, costituita da quattro edifici sorretti da un’unica piattaforma isolata con il tipo succitato di isolatori. Tale opera non subì danni durante il terremoto.
Così come è da ricordare che, nello stesso anno, nel 2009, fu terminata, a Morrone sul Sannio (zona sismica 2) e a Bojano (zona sismica 1), cittadine in provincia di Campobasso, la costruzione di due ulteriori scuole isolate sismicamente, protette la prima anch’essa da HDRB e SD e la seconda da isolatori elastomerici con nucleo interno in piombo (LRB) e SD.
Anche nell’Italia Centrale non tardò l’inizio delle applicazioni dell’isolamento sismico alle scuole. In particolare, in Toscana (zona sismica 2) fu avviata la realizzazione di cinque nuove scuole isolate sismicamente. Una di esse, quella di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara, è protetta da LRB e SD e fu collaudata in c.o., nel 2012, sempre dall’Ing. Martelli nel 2012, che si occupò nel 2013 anche del nuovo edificio isolato del Liceo Romita di Campobasso (struttura che, complessivamente, ospitava fino a 1550 studenti). Tale edificio, che ne sostituì uno risultato insicuro anche dal punto di vista statico (finalmente demolito, però, solo dopo il terremoto del 2009), fu isolato sismicamente inserendo HDRB e SD alla base.
Infine, la prima scuola a essere isolata sismicamente in Emilia-Romagna, già due anni prima del terremoto del 2012, fu quella di Marzabotto (Bologna), in zona sismica 3, protetta da HDRB e SD, collaudata in c.o. dall’Ing. Martelli nel 2010.

Ripensando alla recente esercitazione della Protezione Civile sullo Stretto di Messina, che separa le due Regioni italiane probabilmente a maggior rischio sismico (Calabria e Sicilia), è importante conoscere il livello di sicurezza sismica attuale delle scuole (oltre che degli altri edifici strategici e pubblici e degli impianti a rischio rilevante).

Meritocrazia Italia reputa da sempre indispensabile procedere celermente alla definizione di un piano di recupero infrastrutturale, operando una accorta mappatura delle criticità sull’intero territorio nazionale, valorizzando le migliori tecnologie disponibili (l’isolamento sismico o la dissipazione di energia, per quanto attiene alla sicurezza sismica), e avendo riguardo a inadeguatezza energetica, barriere architettoniche e sistema energetico.

 

 

 

Sul tema v. già https://www.meritocrazia.eu/edifici-scolastici-insicuri/ e https://www.meritocrazia.eu/edilizia-scolastica/.



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