Ritorno al nucleare: MI chiede un approccio integrato e lungimirante

Ritorno al nucleare: MI chiede un approccio integrato e lungimirante

Si registra un diffuso ottimismo rispetto all’opportunità di un ritorno dell’Italia all’energia nucleare.
Anche Meritocrazia Italia considera importante valutare le concrete utilità di questa scelta, che potrebbe essere strategica per la realizzazione dell’obiettivo europeo di neutralità carbonica al 2050, fissato dal Green Deal.

È certo che combattere il surriscaldamento globale solo con il solare e l’eolico sarebbe praticamente impossibile: l’incostanza di queste fonti dovrebbe essere compensata con la contemporanea realizzazione di enormi e costosi impianti di immagazzinamento dell’energia, che renderebbero estremamente oneroso per l’Italia il raggiungimento del traguardo. Conseguentemente ci ritroveremmo ancora, come adesso, ad essere il Paese con il costo dell’energia elettrica più alto rispetto alla media europea.
Uno scenario che potrebbe avere un impatto negativo sulla competitività delle nostre imprese.

Tuttavia, Meritocrazia Italia ritiene che il ritorno all’energia nucleare debba essere attentamente pianificato e realizzato nel rispetto di altissimi standard di sicurezza. È fondamentale che gli impianti siano sicuri, facilmente costruibili e gestibili, e che venga affrontato in maniera definitiva il problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, sia quelli storici che quelli futuri. L’implementazione di soluzioni di smaltimento, inoltre, dovrebbe essere gestita con attenzione per evitare problematiche legate alla sicurezza nazionale, specialmente in relazione a possibili minacce esterne.
Le attuali proposte riguardanti gli impianti di energia nucleare, come i piccoli reattori modulari (SMR), e la creazione di un deposito nazionale per rifiuti radioattivi, sollevano delle perplessità. Questi impianti potrebbero essere vulnerabili a attacchi esterni, come accaduto in altre zone del mondo, rendendo necessario un riesame approfondito della loro sicurezza. Inoltre, la realizzazione di un piano energetico nazionale di tale portata e con costi superiori ai 500 miliardi di euro, che richiede un orizzonte temporale di almeno 25 anni e una durata operativa di 50-60 anni, non può essere deciso unicamente dalla coalizione di governo. È necessario un ampio consenso politico che coinvolga anche le forze di opposizione, affinché il progetto possa essere portato avanti con stabilità e continuità.

Meritocrazia sollecita, infine, la pubblicazione di analisi comparative rigorose dei costi e dei benefici delle diverse soluzioni energetiche in esame. È fondamentale capire le ragioni alla base dell’importante investimento destinato alla ricerca sull’idrogeno, che è un vettore energetico e non una fonte diretta di energia. Al contempo, si chiede che venga preso in considerazione un piano di ricerca e sviluppo per tecnologie alternative, come impianti geotermici basati sul calore intrinseco delle rocce calde secche crostali e per la progettazione di centrali nucleari sicure, economiche e realizzabili sottoterra. Entrambe queste tecnologie sono oggetto di brevetto italiano e potrebbero rappresentare un’opportunità di crescita economica, creando nuovi posti di lavoro qualificati e potenziali ritorni economici per il Paese.

Un approccio equilibrato, integrato e lungimirante è la strada giusta per garantirei un futuro energetico sostenibile e competitivo per l’Italia.

Stop war.



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